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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1382 del 12 gennaio 2017
«In caso di genericità o indeterminatezza del fatto descritto nel capo di imputazione, il giudice del dibattimento deve dichiarare la nullità del decreto che dispone il giudizio, ai sensi dell'art. 429, comma secondo, cod. proc. pen. (o del decreto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 13095 del 17 marzo 2017
«Il potere giudiziale di revoca, per superfluità, delle prove già ammesse è, nel corso del dibattimento, più ampio di quello esercitabile all'inizio del dibattimento stesso, momento in cui il giudice può non ammettere soltanto le prove vietate...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 53153 del 15 dicembre 2016
«La richiesta di sospensione dell'esecuzione della condanna civile prevista dall'art. 612 cod. proc. pen. é decisa dalla Corte di cassazione con procedura "de plano", cioé senza adozione di contraddittorio preventivo.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10509 del 3 marzo 2017
«In tema di giudizio di appello, una volta che l'imputato lamenti con l'atto di gravame la mancanza di prova in ordine alla sussistenza in uno o più elementi costitutivi del reato, nessun rilievo può avere il fatto che, nel corso del giudizio di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 13109 del 17 marzo 2017
«L'inosservanza del termine di venti giorni, stabilito dall'art. 601, comma quinto, cod. proc. pen., per la notifica dell'avviso al difensore della data fissata per il giudizio di appello, integra una nullità relativa, deducibile nel termine di cui...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1315 del 12 gennaio 2017
«Nel caso di annullamento senza rinvio, disposto nell'ambito di rito camerale "non partecipato", di un'ordinanza della Corte di appello che erroneamente abbia dichiarato inammissibile l'impugnazione proposta avverso una sentenza di condanna alla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13930 del 22 marzo 2017
«Ai fini dell'ammissibilità della richiesta di revisione, una diversa valutazione tecnico-scientifica di elementi fattuali già noti può costituire "prova nuova", ai sensi dell'art. 630, comma primo, lett. c), cod. proc. pen., quando risulti fondata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7430 del 16 febbraio 2017
«La nullità dell'elezione di domicilio, verificatasi nel giudizio di cognizione, rileva nel giudizio di esecuzione nella misura in cui determini l'invalidità della notifica dell'estratto contumaciale, che non subisce alcuna preclusione collegata al...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 51056 del 11 novembre 2016
«Ai fini della configurabilità del reato contravvenzionale di cui all'art. 712, comma primo cod. pen., non è necessario che l'acquirente abbia effettivamente nutrito dubbi sulla provenienza della merce, dovendosi invece ritenere che il reato...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1616 del 12 febbraio 1987
«Risponde di estorsione e non di truffa aggravata ex art. 640 secondo comma, n. 2 colui il quale, a fini estorsivi, incuta il timore di un pericolo che fa apparire certo e proveniente da lui o da persone o da ambienti a lui legati. A fronte di tale...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7704 del 31 maggio 1990
«Risponde di concorso nel reato di sequestro di persona a scopo di estorsione, e non di favoreggiamento personale, chi si sia adoperato, si sia prestato ed abbia collaborato nella specie con la famiglia — ad una funzione essenziale in un sequestro...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4731 del 13 gennaio 1993
«Il procedimento di sorveglianza è assoggettato alle regole proprie degli altri procedimenti giurisdizionali, ivi compresa la disciplina circa la definitività dei provvedimenti in caso di esaurimento dell'iter delle impugnazioni e in caso di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 486 del 19 gennaio 1994
«Qualora nel giudizio di primo grado, anteriormente alla sentenza della Corte costituzionale n. 255 del 1992 e alle modifiche apportate all'art. 500 c.p.p. dalla L. 7 agosto 1992, n. 356, siano state acquisite nel fascicolo per il dibattimento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1340 del 4 febbraio 1994
«In relazione al fatto criminoso della detenzione di munizioni per armi comuni da sparo — che, se commesso da persona fornita di licenza di collezionista, è punito più gravemente, ai sensi dell'art. 10 nono comma della L. 18 aprile 1975, n. 110,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5618 del 22 febbraio 1994
«In tema di applicazione della disciplina del reato continuato in fase esecutiva, l'unicità del disegno criminoso costituente l'indispensabile condizione per la configurabilità della continuazione non può identificarsi con la generale inclinazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6091 del 25 maggio 1994
«In tema di concussione, non è sufficiente ad escludere il metus publicae potestatis la sola circostanza che la persona offesa si sia rivolta alle forze di polizia per sottrarsi alle pretese dell'autore del reato, perché, nulla disponendo la legge...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6204 del 27 maggio 1994
«La installazione in un esercizio pubblico di un apparecchio televisivo, senza la preventiva specifica autorizzazione del questore di cui all'art. 68, R.D. 18 giugno 1931, n. 773, dà luogo alla ravvisabilità del reato previsto dall'art. 666 c.p....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2344 del 29 agosto 1995
«In tema di sequestro probatorio, quando questo abbia ad oggetto somme depositate presso istituti bancari, che si assumano qualificabili come «corpo di reato», in quanto costituenti profitto del reato per cui si procede, il dissequestro di tali...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2578 del 31 agosto 1995
«La persona offesa, in quanto tale non rientra tra i soggetti che a norma dell'art. 257, comma 1, c.p.p., possano proporre istanza di riesame contro il provvedimento di sequestro: essa pertanto non è destinataria dell'avviso dell'udienza previsto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3111 del 27 marzo 1996
«Il delitto di maltrattamenti non può ritenersi assorbito in quello di tentata violenza carnale: il carattere unitario, che è tipico del delitto di maltrattamenti, vale a distinguere la condotta di tale delitto da quella di tentata violenza carnale...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3757 del 16 aprile 1996
«La nullità del decreto di citazione a giudizio per la mancata enunciazione del fatto oggetto dell'imputazione, prevista dall'art. 429, comma 2, c.p.p., deve ritenersi sanata qualora non sia stata dedotta entro il termine posto, a pena di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1608 del 18 giugno 1997
«In tema di termini per la dichiarazione di ricusazione, in base all'art. 38, comma primo, c.p.p., la presentazione della dichiarazione, nel giudizio, può essere proposta fino a che non sia scaduto il termine previsto dall'art. 491, comma primo,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4245 del 14 maggio 1997
«I termini previsti dall'art. 19 L. fall. per l'impugnazione della sentenza resa nel giudizio di opposizione alla sentenza dichiarativa di fallimento si applicano in tutti i casi in cui sia consentita l'opposizione disciplinata dall'art. 18 L....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2163 del 20 febbraio 1998
«Il delitto di falso ideologico in atto pubblico commesso dal privato è ravvisabile quando la attestazione non veritiera del privato sia destinata ad essere riportata nell'atto pubblico e cioè a costituirne l'oggetto, e non già quando la formazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, ordinanza n. 2842 del 13 luglio 1998
«L'assorbimento della contravvenzione di cui all'art. 707 c.p. nel furto si verifica qualora il possesso ingiustificato degli strumenti indicati dall'art. 707 risulti strettamente collegato all'uso degli stessi fatto dall'agente per la commissione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3145 del 12 marzo 1998
«La sentenza pronunciata a seguito del dibattimento di primo grado — celebrato con il rito ordinario — con la quale il giudice, ritenendo che il processo potesse essere deciso allo stato degli atti, abbia applicato la diminuente per il rito...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2402 del 21 luglio 1999
«La c.d. pericolosità sociale, che giustifica l'adozione di una misura cautelare, va desunta sia dalle specifiche modalità e dalle circostanze del fatto sia dalla personalità dell'indagato oggettivamente valutata alla stregua dei precedenti penali...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4701 del 13 settembre 1999
«Una volta che il giudice, in presenza di leggi penali sostanziali succedutesi nel tempo, abbia individuato la norma più favorevole per il reo da applicare nel caso concreto, deve derivare da detta scelta tutte le implicazioni che ne conseguono in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13261 del 17 novembre 1999
«Poiché nel delitto di atti di libidine violenti la violenza viene in considerazione, secondo lo schema del reato complesso, in quanto elemento costitutivo della condotta, nel caso in cui il comportamento dell'agente, isolatamente considerato,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 440 del 6 maggio 2000
«La disciplina dettata dall'art. 656, comma 10, c.p.p. (secondo cui, sussistendo le condizioni indicate nel precedente comma 5, qualora il condannato si trovi agli arresti domiciliari per il fatto oggetto della condanna da eseguire, il pubblico...»