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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 104 del 9 gennaio 1997
«Ai sensi degli artt. 221 e 355 c.p.c., nel giudizio di appello la querela di falso può essere proposta anche all'udienza collegiale e il giudice dell'appello non è tenuto a interpellare la parte, che lo ha prodotto, sulla sua intenzione di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1683 del 13 marzo 1980
«Ai sensi dell'art. 355 c.p.c. il giudice d'appello dinanzi al quale sia proposta querela di falso deve limitarsi ad accertare se la querela sia stata ritualmente proposta a norma dell'art. 221 c.p.c. e se il documento è rilevante per la decisione...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 16402 del 25 luglio 2007
«Nel giudizio di cassazione non può essere proposta querela di falso concernente un verbale di udienza del giudizio di merito, anzitutto perché nella fase di legittimità la querela di falso può essere proposta solo quando concerna documenti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 405 del 14 gennaio 2004
«In ordine alle circostanze apprese da terzi, i rapporti ispettivi redatti dai funzionari degli istituti previdenziali, pur non facendo piena prova fino a querela di falso, per la loro natura hanno un'attendibilità che può essere infirmata solo da...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4811 del 19 settembre 1979
«Alla proroga del contratto a tempo determinato pattuita per l'ipotesi di mancata disdetta in un termine anteriore alla scadenza stabilita, la quale si attua (come la rinnovazione tacita) in difetto di una manifestazione espressa, è inapplicabile...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3148 del 24 maggio 1985
«I verbali redatti dai funzionari degli enti previdenziali o dell'ispettorato del lavoro (che, ex art. 2700 c.c., fanno piena prova, fino a querela di falso, della provenienza del documento dal pubblico ufficiale che lo ha formato, nonché delle...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5231 del 6 maggio 1993
«Mentre l'inesistenza giuridica della notificazione del decreto ingiuntivo può essere fatta valere, oltre che con l'ordinaria querela nullitatis o con il ricorso per declaratoria di inefficacia del provvedimento, ai sensi dell'art. 188 disp. att....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11565 del 23 novembre 1993
«Avverso un provvedimento di convalida di licenza o di sfratto per finita locazione o per morosità è inammissibile il ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost. sia nell'ipotesi in cui si è in presenza di una vera e propria ordinanza, dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9260 del 9 marzo 2005
«L'estradizione verso la Romania non può essere concessa se per il reato di truffa (art. 640, comma primo, c.p.), posto a fondamento della richiesta, non sia stata presentata querela, giacché l'art. 33, comma primo, lett. c) della Convenzione di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1850 del 8 luglio 2000
«Ai fini della estradizione del cittadino straniero dall'Italia Stato estero, il principio della necessità della doppia incriminazione va inteso nel senso che sono escluse dagli elementi oggetto di verifica le condizioni di procedibilità....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11890 del 18 dicembre 1997
«Può parlarsi di reato impossibile solo quando l'evento risulta impossibile in ragione della inidoneità dell'azione o della inesistenza dell'oggetto mentre in ogni altro caso in cui barriere o ostacoli di tipo materiale o giuridico impediscono...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4595 del 6 dicembre 2000
«n tema di diffamazione a mezzo stampa, la querela a carico del giornalista non si estende al direttore del giornale, ai sensi dell'art. 123 c.p., atteso che tale norma prevede l'estensione a tutti coloro che sono individuabili come autori del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10398 del 1 settembre 1999
«Nel caso in cui il querelante manifesti contestualmente la volontà di perseguire alcuni colpevoli e non altri, l'intento punitivo ha prevalenza, in quanto esso, in base all'art. 123 c.p., permane e si espande, mentre la rinuncia risulta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8773 del 6 agosto 1994
«Il principio dell'«indivisibilità» della querela, stabilito dall'art. 123 c.p., trova il limite nel fatto-reato in essa considerato ed opera, quindi, unicamente rispetto ai soggetti che quel fatto hanno commesso, anche se la loro individuazione...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6242 del 24 maggio 1988
«Ai fini dell'applicabilità dell'effetto estensivo della querela nel caso di delitti colposi, occorre distinguere l'ipotesi della cooperazione prevista dall'art. 113 c.p. da quella del concorso di azioni od omissioni colpose costituenti cause...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4318 del 7 maggio 1985
«La querela è condizione di procedibilità del reato nei confronti di chiunque ne risulta responsabile e conserva validità anche nel caso di erronea indicazione del colpevole fatta dalla persona offesa.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4434 del 24 aprile 1975
«La norma dell'art. 123 c.p. non può essere intesa nel senso che soltanto se viene accertata la colpevolezza del concorrente in seguito al giudizio deve ritenersi che esattamente la querela sia stata estesa anche a lui, ma nel senso che...»
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Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 39184 del 23 settembre 2013
«La stipula di un contratto di transazione in ordine al danno subito non costituisce, di per sé, atto incompatibile con la volontà di presentare querela e non configura, pertanto, un'ipotesi di rinuncia tacita della persona offesa alla proposizione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 29378 del 9 luglio 2013
«Il contenuto della querela può essere integrato successivamente alla presentazione dell'atto a condizione che l'istanza di punizione, relativa ai reati commessi in danno del querelante, sufficientemente specificati nei loro elementi costitutivi,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 28036 del 26 giugno 2013
«Il termine per la proposizione della querela per il reato di appropriazione indebita ad oggetto le somme consegnate all'agente a scopo di investimento decorre non dal momento della consegna delle stesse o da quello della scadenza dell'obbligo di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3214 del 22 gennaio 2013
«La tardività della querela, ai fini della sua rilevabilità in sede di legittimità, deve risultare dalla sentenza impugnata ovvero da atti da cui risulti immediatamente e inequivocabilmente il vizio denunciato, senza necessità di una specifica...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21889 del 8 giugno 2010
«Il "dies a quo" del termine di proposizione della querela per reati commessi in danno di una società per azioni si individua nel momento in cui il consigliere delegato o l'amministratore unico, a cui spetta il potere di querela, sono in grado di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 25986 del 22 giugno 2009
«Il termine per la proposizione della querela decorre, per la parte lesa che sia già in possesso di elementi oggettivi per l'identificazione dell'autore del reato, non già dal momento in cui la stessa decida di pervenire a detta, concreta,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 42891 del 18 novembre 2008
«In tema di condizioni di procedibilità, il diritto di querela decorre, in caso di reato continuato, dal momento in cui la persona offesa ha conoscenza certa del fatto reato e non dall'ultimo momento consumativo della continuazione. (Fattispecie in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 33466 del 14 agosto 2008
«Ai fini della tempestiva presentazione della querela, grava sulla persona offesa, nell'ipotesi dei cosiddetti «ignoti identificabili » un onere di accertamento in ordine all'identità del soggetto attivo del reato (In motivazione, la S.C. ha...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 13938 del 3 aprile 2008
«Il termine per proporre la querela per il reato di lesioni colpose determinate da colpa medica inizia a decorrere non già dal momento in cui la persona offesa ha avuto consapevolezza della patologia contratta, bensì da quello, eventualmente...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 183 del 7 gennaio 2008
«In caso di reato continuato, da considerarsi quale fenomeno unitario solo per i limitati fini previsti espressamente dalla legge, il termine per proporre querela decorre autonomamente dalla data di consumazione di ogni singolo reato.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 15853 del 8 maggio 2006
«È onere dell'imputato farsi carico di indicare al giudice elementi e circostanze tendenti a dimostrare la tardività della querela. (Fattispecie nella quale la Corte ha annullato con rinvio la sentenza in quanto, a fronte dell'allegazione da parte...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5944 del 16 febbraio 2006
«In presenza di una diffamazione «a formazione progressiva» il termine per proporre querela decorre dal momento in cui il denigrato può avere ed ha cognizione dell'offesa, a nulla rilevando che ciò derivi dal coordinamento dell'ultima espressione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40274 del 8 novembre 2005
«Il termine per proporre la querela è di tre mesi, e non di novanta giorni, decorrente, ex art. 124, comma primo, c.p., dal giorno della notizia del fatto che costituisce il reato.»