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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3785 del 17 febbraio 2009
«In tema di responsabilità del datore di lavoro per mancato rispetto dell'obbligo di prevenzione di cui all'art. 2087 cod. civ è necessario che l'evento dannoso sia riferibile a sua colpa, non potendo esso essere ascritto al datore medesimo a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23162 del 7 novembre 2007
«L'art. 2087 c.c., il quale fa carico al datore di lavoro di adottare le misure necessarie a tutelare l'integrità del dipendente, introduce un dovere che trova fonte immediata e diretta nel rapporto di lavoro e la cui inosservanza, ove sia stata...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 22893 del 9 settembre 2008
«La condotta vessatoria consapevolmente posta in essere dal datore di lavoro finalizzata ad isolare od espellere il dipendente dal contesto lavorativo (cosiddetto "mobbing") si differenzia, pur potendola ricomprendere, da quella discriminatoria per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4774 del 6 marzo 2006
«L'illecito del datore di lavoro nei confronti del lavoratore consistente nell'osservanza di una condotta protratta nel tempo e con le caratteristiche della persecuzione finalizzata all'emarginazione del dipendente (c.d. mobbing) — che rappresenta...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5221 del 7 marzo 2007
«In tema di danno esistenziale dedotto dal lavoratore nei confronti del datore di lavoro — di natura non meramente emotiva ed interiore, ma oggettivamente accertabile, provocato sul fare areddituale del soggetto, che alteri le sue abitudini e gli...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5 del 2 gennaio 2002
«Ai fini della individuazione di un rapporto causale fra la condotta del datore di lavoro e l'infortunio lavorativo, necessario a configurare la responsabilità del primo ai sensi dell'art. 2087 c.c., assumono rilevanza non soltanto gli eventi che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16253 del 19 agosto 2004
«In tema di responsabilità per gli infortuni sul lavoro, deve escludersi la responsabilità del datore di lavoro in tutti i casi in cui il comportamento abnorme del lavoratore sia di per sè solo sufficiente a determinare l'evento, essendo necessaria...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12253 del 20 agosto 2003
«La responsabilità dell'imprenditore per la mancata adozione delle misure idonee a tutelare l'integrità fisica del lavoratore discende sia da norme specifiche, sia dalla norma di ordine generale dell'art. 2087, c.c., che impone all'imprenditore...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7272 del 30 marzo 2011
«La prescrizione del diritto al risarcimento del danno alla salute patito dal lavoratore in conseguenza della mancata adozione da parte del datore di adeguate misure di sicurezza delle condizioni di lavoro, ai sensi dall'art. 2087 c.c., decorre dal...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12214 del 2 dicembre 1998
«La legge 13 maggio 1985, n. 190, che ha introdotto la nuova categoria dei «quadri nella classificazione dei prestatori di lavoro di cui all'art. 2095 c.c., pur non contenendo una precisa definizione della medesima e prevedendo che i relativi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7379 del 9 agosto 1996
«Per la determinazione della giusta retribuzione ex art. 36 Cost. i contratti collettivi postcorporativi, non direttamente applicabili al rapporto, possono essere utilizzati soltanto quale parametro e quindi con esclusione dell'automatica...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19750 del 17 luglio 2008
«Il cosiddetto superminimo, ossia l'eccedenza della retribuzione rispetto ai minimi tabellari, che sia stato individualmente pattuito, è normalmente soggetto al principio generale dell'assorbimento nei miglioramenti contemplati dalla disciplina...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4524 del 8 luglio 1988
«La legittimità o meno di un accordo aziendale in tema di cottimo e di determinazione delle relative tariffe deve essere dal giudice del merito verificata mediante una compiuta analisi dell'accordo stesso in relazione ai parametri normativi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 692 del 27 gennaio 1988
«La prefissazione dei ritmi di cottimo costituisce materia di contrattazione collettiva in relazione alla quale le organizzazioni sindacali svolgono una funzione di tutela delle condizioni di lavoro e di salvaguardia delle condizioni di salute dei...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19785 del 17 settembre 2010
«In tema di risarcimento del danno non patrimoniale derivante da demansionamento e dequalificazione, il riconoscimento del diritto del lavoratore al risarcimento del danno professionale, biologico o esistenziale, non ricorre automaticamente in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2352 del 2 febbraio 2010
«Nel rapporto gerarchico professionale tra il primario di un reparto ospedaliero e l'aiuto anziano operante nel reparto, l'accertamento del demansionamento di fatto per oltre cinque anni di quest'ultimo, determinato dalla condotta del primario che,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1023 del 28 gennaio 1995
«Nell'ipotesi di successive applicazioni di uno o più lavoratori ad un posto di lavoro che implichi lo svolgimento di mansioni superiori, ipotesi caratterizzata dal fatto che ciascuna applicazione ha durata inferiore al termine contrattuale o...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2474 del 1 febbraio 2008
«Ai fini della configurabilità di una violazione dell'obbligo di fedeltà previsto dall'art. 2105 c.c., che si specifica nel divieto di concorrenza nei confronti del prestatore di lavoro subordinato — divieto che riguarda non già la concorrenza che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9056 del 19 aprile 2006
«Il dovere di fedeltà, sancito dall'art. 2105 c.c., si sostanzia nell'obbligo del lavoratore di tenere un comportamento leale verso il datore di lavoro e di tutelarne in ogni modo gli interessi; pertanto, rientra nella sfera di tale dovere il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2949 del 4 aprile 1997
«I comportamenti posti in essere dal lavoratore licenziato (il quale richieda la reintegrazione nel posto di lavoro) nel periodo intermedio tra il licenziamento e l'ordine di reintegrazione possono avere rilievo sotto il profilo dell'eventuale...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15781 del 16 luglio 2007
«E del tutto legittima perché non si pone in contrasto né con l'art. 36 Cost. né con l'art. 2108 c.c. la condotta del datore di lavoro che — in presenza della contrattazione che predetermini, nell'esercizio dell'autonomia delle organizzazioni...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8820 del 28 giugno 2001
«In relazione a prestazioni lavorative comportanti turni di lavoro di sette o — entro limiti di ragionevolezza — più giorni consecutivi con riposo compensativo, ove il lavoratore chieda maggiori compensi di quelli già corrisposti in conformità al...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1699 del 25 gennaio 2011
«In tema di licenziamento per giusta causa, la mancata prestazione lavorativa in conseguenza dello stato di malattia del dipendente trova tutela nelle disposizioni contrattuali e codicistiche - in ispecie, nell'ara. 2110 c.c. - in quanto questo non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3512 del 9 marzo 2001
«L'istituto del trasferimento di azienda, cui consegue la tutela dei lavoratori, ai sensi dell'art. 2112 c.c. e secondo le finalità protettive indicate dalla Direttiva del Consiglio delle comunità europee 14 febbraio 1977, n. 187, presuppone che, a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13930 del 16 giugno 2006
«Attesa la natura previdenziale dell'obbligazione a carico del Fondo di garanzia, in caso di insolvenza del, datore di lavoro, ricondotta l'attività svolta dai lavoratore nel regime del rapporto di lavoro subordinato, deve farsi applicazione del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 27197 del 20 dicembre 2006
«Il dirigente che, in conseguenza della risoluzione del rapporto con il suo datore di lavoro causata dal recesso ingiustificato di quest'ultimo, rivendica il risarcimento del danno biologico riconducibile alla condotta datoriale è tenuto a provare...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16864 del 24 luglio 2006
«In tema di licenziamento individuale per giusta causa o per giustificato motivo soggettivo (che ha natura ontologicamente disciplinare e al cui procedimento sono applicabili le garanzie procedurali in materia di pubblicità della normativa, di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1558 del 11 febbraio 2000
«Nel licenziamento disciplinare, la gravità del fatto va valutata, al fine di verificare il rispetto della regola codicistica della proporzionalità della sanzione, sulla base di una serie di elementi che non possono esaurirsi nelle dirette...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12484 del 4 dicembre 1995
«Con riguardo all'obbligo di valutazione delle proporzionalità — rispetto alla gravità della mancanza del lavoratore — della sanzione del licenziamento, la negazione, da parte del giudice del merito, dello stato di necessità (reale o putativo)...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19232 del 14 settembre 2007
«In tema di licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo, allorquando vengano contestati al dipendente diversi episodi rilevanti sul piano disciplinare, il giudice di merito deve esaminarli non partitamente, ma globalmente al...»