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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 11213 del 16 maggio 2007
«L'erede legittimo che non abbia partecipato al giudizio, promosso dagli altri eredi legittimi, diretto a far dichiarare la decadenza del (diverso soggetto) chiamato con testamento dal diritto di accettare l'eredità, qualora convenga in via...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5124 del 9 giugno 1997
«...si possa legittimamente ravvisare un inadempimento tale da giustificare la decisione di risoluzione ex art. 648, norma che prefigura una fattispecie di inadempimento assoluto, definitivo, e perciò diversa da quella del semplice ritardo.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14089 del 20 ottobre 2000
«Il danno da inadempimento dell'obbligazione pecuniaria è per qualsiasi creditore non inferiore alla misura dell'inflazione della moneta, che ne costituisce l'elementare dato probatorio, salvo che esso assuma un diverso, maggiore valore per il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18090 del 12 settembre 2005
«...con la conseguenza che, se il danneggiato rinuncia agli atti del giudizio nei confronti dell'assicuratore di uno dei danneggianti, viene meno ogni necessità di integrare il contraddittorio nei riguardi del danneggiante stesso, ove non citato.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 118 del 4 gennaio 1995
«L'illiceità ha dei connotati più gravi della semplice violazione di legge, comportando, come si ricava dagli artt. 1343 ss. c.c., la contrarietà a norme imperative, all'ordine pubblico od al buon costume, o la frode alla legge intesa come mezzo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 20623 del 24 settembre 2009
«L'accordo preliminare diretto alla cessione di cubatura - con cui una parte (proprietario cedente) si impegna a prestare il proprio consenso affinché la cubatura o parte di essa che, in base agli strumenti urbanistici, gli compete venga attribuita...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23315 del 8 novembre 2007
«In tema di contratti a prestazioni corrispettive, la diffida ad adempiere ha lo scopo di realizzare, pur in mancanza di una clausola risolutiva espressa, gli effetti che a detta clausola si ricollegano e, cioè, la rapida risoluzione del rapporto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4448 del 13 maggio 1996
«...ed obblighi delle parti, nessuna incidenza sulla validità ed efficacia del negozio può attribuirsi, al di fuori delle ipotesi previste dagli artt. 1971 e ss. c.c. all'accertamento ex post della assoluta infondatezza delle contrapposte pretese.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 20269 del 27 settembre 2010
«...tariffa. La prestazione d'opera del difensore può, infatti, essere gratuita - in tutto o in parte - per ragioni varie, oltre che di amicizia e parentela, anche di semplice convenienza. Sotto questo riflesso la retribuzione costituisce un...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1301 del 21 febbraio 1990
«Il consenso degli altri soci all'attività concorrenziale del singolo socio, ai sensi ed agli effetti dell'art. 2301 c.c., integrando rinuncia ad un diritto disponibile, opera a prescindere dalle ragioni che lo abbiano determinato, resta fermo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10135 del 2 maggio 2006
«In tema di società cooperative, il recesso convenzionale, contemplato dagli ant. 2518 e 2526 c.c. (nel testo anteriore alle modifiche introdotte dall'ari. 8 del D.L.vo 17 gennaio 2006, n. 6), in quanto previsto dall'atto costitutivo, costituisce...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 108 del 5 marzo 1996
«Nel procedimento relativo al giudizio abbreviato, peraltro, l'art. 441 c.p.p., che ne disciplina lo svolgimento, richiama, in quanto applicabili, solo le disposizioni previste per l'udienza preliminare, nella quale la fase preliminare attiene solo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3289 del 7 aprile 1994
«L'art. 75, primo comma, c.p.p., secondo cui l'esercizio della facoltà di trasferire nel processo penale l'azione civile proposta davanti al giudice civile a seguito della costituzione di parte civile, comporta rinuncia agli atti del giudizio...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 930 del 29 gennaio 1996
«L'assenza della parte civile nel giudizio di appello non può interpretarsi come comportamento equivalente a revoca tacita o presunta, non essendo riconducibile ad alcuna delle specifiche ipotesi previste dall'art. 82, comma 2, c.p.p.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 29731 del 16 luglio 2003
«...essere formulata dalla parte personalmente o a mezzo del difensore munito di procura speciale che, ai sensi dell'art. 122 c.p.p., deve contenere, tra l'altro, la determinazione dell'oggetto per cui è conferita e dei fatti ai quali si riferisce.»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 10251 del 9 marzo 2007
«...dall'interessato. (Nell'enunciare tale principio, la Corte ha affermato che l'eventuale incompletezza di una delle versioni linguistiche dei suddetti atti potrebbe unicamente rilevare ai fini delle nullità previste dagli artt. 142 e 429 c.p.p.).»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 32678 del 3 ottobre 2006
«La Corte europea — investita del ricorso di Somogyi dopo che questi aveva inutilmente esperito i rimedi interni — ha evidenziato che dagli atti non era dato desumere che il ricorrente avesse avuto effettiva conoscenza del procedimento e avesse...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2733 del 5 febbraio 2013
«In tema di appalto, il riconoscimento da parte dell'appaltatore dei vizi e delle difformità dell'opera, agli effetti dell'art. 1667, secondo comma, c.c., non richiede la confessione giudiziale o stragiudiziale della sua responsabilità, né formule...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 335 del 23 febbraio 1993
«...di quello principale, nulla rilevando l'eventualità (facilmente scongiurabile con opportuni accorgimenti organizzatori) che di detta rinuncia il giudice del procedimento incidentale possa non venire a conoscenza dagli atti a lui trasmessi.»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 45276 del 24 novembre 2003
«In detta evenienza al giudice di legittimità spetta verificare, senza possibilità di accesso agli atti, ma attraverso il raffronto tra la richiesta di valutazione della prova e il provvedimento impugnato che abbia omesso di dare ad essa risposta,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1445 del 30 maggio 2000
«In tema di patteggiamento la procedura dettata dagli artt. 444 e ss. c.p.p. è tale per cui la stipulazione del patto fra l'imputato, personalmente (o a mezzo di procuratore speciale), e il pubblico ministero, comporta implicitamente la rinuncia a...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 5777 del 15 maggio 1992
«In negativo, nella delibazione, della insussistenza di alcuna tra le ipotesi previste dall'art. 129 c.p.p., con obbligo di specifica motivazione, sul punto, solo nel caso in cui dagli atti o dalle dichiarazioni delle parti risultino elementi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6545 del 26 febbraio 1998
«Ed invero, anche per la parte pubblica l'interesse ad impugnare deve essere collegato alla condotta processuale prefigurata dalle norme relative allo speciale rito del patteggiamento, sicché esso va correlato non solo agli interessi coordinati...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 18 del 25 ottobre 1995
«Il giudice per le indagini preliminari il quale, richiesto dell'emissione di decreto penale di condanna o dell'applicazione della pena a norma dell'art. 444 c.p.p., ritenga che dagli atti, pur non risultando la prova positiva dell'innocenza della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 430 del 24 marzo 1992
«Infatti, posto che, l'opposizione a decreto penale deve inquadrarsi nel più generale istituto delle impugnazioni, tanto più che nel nuovo codice di procedura penale non è stata riprodotta la previsione della esecutività del decreto penale...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3428 del 29 marzo 1995
«La norma di cui all'art. 507 c.p.p. costituisce lo strumento di controllo da parte del giudice rispetto all'inerzia, agli errori o alla rinuncia del pubblico ministero. In proposito la legge delega 16 febbraio 1987, n. 81, al punto 73, ultima...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 30347 del 26 luglio 2007
«...di merito o di legittimità, con l'individuazione, in tali sedi, delle effettive ragioni dell'insufficienza o inidoneità sulla base di atti del processo diversi dal decreto del pubblico ministero e da quelli che lo integrano per relationem.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10167 del 12 marzo 2010
«...ne caratterizzano la motivazione, il giudice, quantomeno ai fini di accertare o escludere l'esistenza dei presupposti per la pronuncia della sentenza ex art. 129, comma secondo, c.p.p., deve tener conto di tutti gli elementi emergenti dagli atti.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 398 del 16 gennaio 1999
«...si realizza tra l'altro qualora nel primo giudizio sia intervenuta rinuncia agli atti ritualmente accettata, posto che ai sensi dell'art. 306 c.p.c. l'effetto dell'estinzione non è subordinato ad una espressa declaratoria ma opera di diritto.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24376 del 1 dicembre 2010
«Tale situazione si verifica nel caso in cui nel primo giudizio sia intervenuta rinuncia agli atti prima ancora che la controparte si sia costituita, così da determinare l'estinzione del giudizio medesimo - che, in quanto operante di diritto ai...»