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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1144 del 1 febbraio 1995
«...estintivo, giacché l'obbligo della resa dei conti dal momento in cui è sorta la comunione e l'esigenza dell'imputazione alla quota di ciascun comunista delle somme di cui è debitore verso i condividendi traggano origine, appunto, dalla divisione.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5861 del 23 maggio 1991
«Con riguardo ad una comunione la resa dei conti, così come il pagamento delle migliorie, oltre che operazioni inserite nel relativo procedimento di divisione possono costituire anche obblighi a sé stanti, sicché l'azione di rendiconto e quella di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13849 del 23 settembre 2002
«La continuità dell'apporto richiesto dall'art. 230 bis c.c. per la configurabilità della partecipazione all'impresa familiare non esige la continuità della presenza in azienda, richiedendo invece soltanto la continuità della presenza in azienda,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10654 del 13 maggio 2011
«Il genitore, autorizzato dal tribunale ai sensi dell'art. 320, quinto comma, c.c., alla continuazione dell'esercizio dell'impresa commerciale del minore, può compiere, senza necessità di specifica autorizzazione del giudice tutelare, anche i...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 832 del 26 febbraio 1977
«A questo riguardo il giudice deve considerare lo stato attuale del fondo con riguardo alle concrete possibilità di più intensivo sfruttamento ed utilizzazione, potendo eventualmente trarre la prova del carattere edificatorio del fondo stesso da...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 145 del 19 gennaio 1985
«Il limite della legittimazione processuale passiva dell'amministratore del condominio (nonché dei cosiddetti complessi residenziali ad esso assimilabili per la destinazione all'uso e servizio comune dei beni di edifici contigui), costituito, a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9226 del 4 maggio 2005
«In tema di conservazione del possesso o della detenzione solo animo è necessario che il possessore (o il detentore ) abbia la possibilità di ripristinare il contatto materiale con la cosa quando lo voglia, con la conseguenza che qualora tale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15013 del 21 novembre 2000
«Tale assunto non viene inficiato dal fatto che anche nel giudizio di regolamento di confini può proporsi la richiesta di rilascio di una zona di terreno compresa tra i due fondi contigui, poiché in tal caso il possesso di essa deriva da semplice...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11916 del 22 ottobre 1999
«In base agli artt. 1218 e 1256 c.c. la sospensione unilaterale del rapporto da parte del datore di lavoro è giustificata ed esonera il medesimo datore di lavoro dall'obbligazione retributiva soltanto quando non sia imputabile a fatto dello stesso,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13253 del 6 giugno 2006
«Nella disciplina della cessione di crediti, la legge prescinde dallo scopo per cui si attua il trasferimento di crediti e si interessa unicamente dei suoi effetti, di modo che la struttura e l'essenza del contratto non muta qualunque ne sia lo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1773 del 17 febbraio 2000
«Tale effetto si giustifica, sul piano del diritto positivo, considerando che il comportamento datoriale, tenuto con apprezzabile continuità nei confronti di settori più o meno ampi del personale, al pari del regolamento d'impresa, costituisce...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8204 del 29 aprile 2004
«...e finanziaria dell'impresa, con la conseguenza che esso è soggetto al corrispondente regime di impugnazione, pur con gli adattamenti necessariamente dovuti al fatto che detto bilancio non passa attraverso l'approvazione dell'assemblea dei soci.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14034 del 1 luglio 2005
«Pertanto, la gravità dell'inadempimento di una delle parti contraenti non va commisurata all'entità del danno, che potrebbe anche mancare, ma alla rilevanza della violazione del contratto con riferimento alla volontà manifestata dai contraenti,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4180 del 12 novembre 1976
«In tale ipotesi è sufficiente un'attività meramente dichiarativa per l'individuazione dei soci occulti e per riconoscere ad essi la contitolarità del bene acquistato per l'azienda comune, non occorrendo un successivo atto di trasferimento dal...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2269 del 26 luglio 1974
«In ipotesi di patto di prelazione relativo a prestazioni continuative di trasporto, sono applicabili, in quanto compatibili, le norme relative al contratto di somministrazione, giusta il disposto dell'art. 1570 c.c., e quindi anche la norma...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4366 del 27 febbraio 2006
«In tema di responsabilità conseguente a vizi o difformità dell'opera appaltata, l'attività del direttore dei lavori per conto del committente si concreta nell'alta sorveglianza delle opere, che, pur non richiedendo la presenza continua e...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11149 del 16 luglio 2003
«...di olio da mandorle, in quanto la committente si era dimostrata a conoscenza dell'inesperienza dell'appaltatrice ed aveva collaborato alla risoluzione dei problemi tecnici esercitando un continuo controllo preventivo nel corso della lavorazione).»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3380 del 12 febbraio 2008
«In tema di domanda di rivendica, proposta da una cassa di previdenza degli agenti verso la compagnia assicuratrice in liquidazione coatta amministrativa, per la restituzione delle somme dei conti individuali riferibili agli agenti e costituenti il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24060 del 10 novembre 2006
«In tema di fideiussione, la decadenza di cui all'art. 1957 c.c. — per il caso in cui il creditore non abbia proposto e diligentemente continuato le proprie istanze contro il debitore principale entro sei mesi dalla scadenza dell'obbligazione non è...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9102 del 6 giugno 2003
«Gli elementi identificativi dell'impresa commerciale, ai sensi dell'art. 2082 c.c., sono la professionalità e l'organizzazione, intese come svolgimento abituale e continuo dell'attività e sistematica aggregazione di mezzi materiali e immateriali,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 18278 del 5 agosto 2010
«Il potere organizzativo del datore di lavoro comprende senz'altro la predisposizione di regole finalizzate ad una migliore coesistenza delle diverse realtà operanti all'interno dei luoghi di lavoro e ad evitare conflittualità ma non può tradursi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2842 del 26 febbraio 2002
«Ai fini della distinzione fra rapporto di lavoro subordinato e rapporto di lavoro autonomo, assume comunque valore determinante — anche a voler accedere ad una nozione più ampia della subordinazione, con riferimento a sistemi di organizzazione del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9167 del 6 luglio 2001
«Ai fini della distinzione tra rapporto di lavoro subordinato e rapporto di lavoro autonomo il vincolo di soggezione del lavoratore al potere direttivo del datore di lavoro inteso come sottoposizione ad ordini specifici e al diretto e costante...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 224 del 9 gennaio 2001
«Per la qualificazione del contratto di lavoro come autonomo o subordinato — ai fini della quale il nomen iuris attribuito dalle parti al rapporto può rilevare solo in concorso con altri validi elementi differenziali o in caso di non concludenza...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12214 del 2 dicembre 1998
«La legge 13 maggio 1985, n. 190, che ha introdotto la nuova categoria dei «quadri nella classificazione dei prestatori di lavoro di cui all'art. 2095 c.c., pur non contenendo una precisa definizione della medesima e prevedendo che i relativi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11536 del 17 maggio 2006
«L'affermazione della continuità del lavoro straordinario reso per un certo tempo non può fondarsi sull'accertamento di una semplice reiterazione delle prestazioni eccedenti l'orario normale ma deve basarsi sul carattere costante e sistematico di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3517 del 20 marzo 1992
«Ove le reiterate assenze del lavoratore risultino riconducibili ad un'unica affezione che trovi la sua causa, ancorché non esclusiva, nelle particolari modalità di esecuzione della prestazione, sì che la prosecuzione del lavoro espletato negli...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 21278 del 15 ottobre 2010
«L'art. 2112 c.c., nel testo modificato dall'art. 47, legge 29 dicembre 1990, n. 428, che ha recepito la direttiva comunitaria 77/187/CE (successivamente modificato dall'art. 1, d.l.vo 2 febbraio 2001, n. 18, in applicazione del canone...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3469 del 11 marzo 2002
«Ai fini della configurabilità del trasferimento di azienda ex art. 2112 c.c. (nel testo modificato dall'art. 47 legge n. 428 del 1990, attuativo della direttiva del Consiglio CEE n. 187 del 1977), è necessario accertare, oltre che i dati...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8617 del 23 giugno 2001
«Ai sensi dell'art. 2119, secondo comma, c.c., la cessazione del rapporto di lavoro non deriva automaticamente dal fallimento dell'imprenditore o dalla liquidazione coatta amministrativa dell'azienda, ma può aversi o per effetto del licenziamento...»