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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11864 del 28 ottobre 1986
«Né è dato superare, per escludere l'illiceità di tali atti penalmente vietati nei luoghi indicati dall'art. 527 c.p., (atti osceni) la (irrinunciabile) distinzione tra finzione e realtà, poiché il pubblico, accedendo nelle predette sale...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1368 del 24 novembre 1970
«Il delitto di atti osceni è un delitto di pericolo e non di danno; alla sua realizzazione concorrono l'oscenità degli atti — ravvisabile nella loro idoneità oggettiva all'offesa della morale e del sentimento di pudore altrui, in relazione alle...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5513 del 13 maggio 1978
«Ai fini del delitto di atti osceni la cella carceraria è luogo aperto al pubblico. Infatti, per luogo aperto al pubblico deve intendersi quell'ambiente anche ad accessibilità non generalizzata e libera per tutte le persone che vogliano...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11541 del 11 ottobre 1999
«Il reato di atti osceni in luogo pubblico o aperto al pubblico è un reato di pericolo presunto per la cui realizzazione è sufficiente - a differenza di quel che accade nell'ipotesi di atti osceni in luogo esposto al pubblico - l'astratta...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1901 del 24 maggio 1996
«Il reato di atti osceni in luogo pubblico è reato di pericolo concreto e richiede perciò che la visibilità del luogo in cui gli atti vengono compiuti sia valutabile ex ante tenendo conto della natura del luogo, del momento del fatto e delle...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 314 del 18 febbraio 1971
«Nel reato di atti osceni non è configurabile il tentativo poiché, escludendosi la possibilità dell'offesa al pubblico pudore — bene protetto dalla norma — verrebbe a mancare l'oggettività del reato.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 26388 del 11 giugno 2004
«Il criterio di distinzione tra il reato di atti osceni e quello di atti contrari alla pubblica decenza va individuato nel contenuto più specifico del delitto di atti osceni che si richiama alla verecondia sessuale, rispetto al contenuto del reato...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10657 del 24 novembre 1997
«Il toccamento di parti intime del corpo (nella specie: seni e glutei), sia pure al di sopra degli abiti, sono caratteristiche espressioni di concupiscenza su minori (non ancora pervenuti alla maturità sessuale e dunque non in grado di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8959 del 3 ottobre 1997
«Il criterio discretivo va individuato nel contenuto più specifico del delitto di «atti osceni», che si richiama alla «verecondia sessuale», rispetto a quel complesso di regole etico-sociali, che impongono a ciascuno di astenersi da tutto quanto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 45025 del 4 dicembre 2007
«Il compimento di atti osceni in luogo pubblico o esposto al pubblico, punibile ai sensi dell'art. 527 c.p., non comporta anche la configurabilità del reato di violenza privata in danno dei soggetti che si trovino ad assistere agli stessi, senza...»
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