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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 26052 del 30 ottobre 2008
«...ripetutamente consentiti dagli organi sociali, in caso di persona giuridica sì da far sorgere nel debitore un ragionevole affidamento, esente da colpa, sulla effettiva sussistenza della facoltà apparente dell' accipiens di ricevere il pagamento.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17484 del 9 agosto 2007
«L'art. 1189 c.c., che riconosce efficacia liberatoria al pagamento effettuato dal debitore in buona fede a chi appare legittimato a riceverlo, si applica, per identità di ratio sia all'ipotesi di pagamento effettuato al creditore apparente, sia...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17742 del 3 settembre 2005
«Il pagamento fatto al rappresentante apparente, al pari di quello fatto al creditore apparente, libera invece il debitore di buona fede, ai sensi dell'art. 1189 c.c., ma a condizione che il debitore, che invoca il principio dell'apparenza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3893 del 30 marzo 2000
«In tema di pagamento al creditore apparente, al fine di escludere la buona fede del debitore e la conseguente applicabilità del principio sancito — a tutela dell'affidamento del debitore stesso —dalla norma di cui all'art. 1189 c.c., qualora...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4637 del 20 maggio 1996
«Ne consegue che, determinando il pagamento al creditore apparente una estinzione dell'obbligazione, per cui viene meno la configurabilità di un adempimento civilmente sanzionabile — non opera, in tale ipotesi, la normativa in materia di sanzioni...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7860 del 19 luglio 1995
«Poiché il pagamento eseguito al rappresentante apparente del creditore libera il debitore in buona fede, ai sensi dell'art. 1189 c.c., (al pari del pagamento fatto al creditore apparente) solo se l'apparenza sia giustificata da circostanze...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6859 del 21 giugno 1993
«Il debitore che in origine versa in una situazione di buona fede nei confronti del creditore apparente non può, nel corso del rapporto, sottrarsi ai suoi obblighi in considerazione di una sua soggettiva diversa rappresentazione della realtà...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10133 del 26 maggio 2004
«Il concorso del fatto colposo del creditore è inconciliabile con le situazioni nelle quali operi il principio dell'apparenza del diritto, atteso che quest'ultimo, riconducibile al più generale principio dell'affidamento incolpevole (che può essere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 676 del 12 marzo 1973
«L'art. 1415 c.c. sancisce l'inopponibilità della simulazione ai terzi acquirenti in buona fede di diritti dal titolare apparente. Ai fini dell'esercizio dell'azione di simulazione, la figura di terzo è particolarmente ampia, in quanto comprende...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3843 del 6 giugno 1983
«La vendita fiduciaria a scopo di garanzia si distingue dalla vendita con patto di riscatto dissimulante un mutuo con patto commissorio perché nel negozio fiduciario la proprietà si trasferisce al compratore che, però, assume l'obbligo, derivante...»