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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10739 del 18 ottobre 1994
«Quando, nello svolgimento di un'attività commerciale avente ad oggetto la vendita al minuto di prodotti surgelati destinati all'alimentazione umana, si effettui la sostituzione dell'etichetta originaria indicante la data di scadenza già superata,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1778 del 8 febbraio 1991
«In tema di violenza carnale, non esiste valido consenso alla congiunzione se il soggetto passivo abbia ceduto alle voglie dell'aggressore solo per porre fine ad una situazione divenuta angosciosa ed insopportabile a causa del comportamento...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5321 del 11 febbraio 2004
«I delitti contro la libertà sessuale commessi prima dell'entrata in vigore della Legge 15 febbraio 1996, n. 66, ai fini dell'applicabilità della circostanza aggravante di cui al capoverso dell'art. 520 c.p. (qualità di pubblico ufficiale), non è...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11541 del 11 ottobre 1999
«Ai fini della configurabilità del reato di violenza sessuale di gruppo l'espressione «più persone» contenuta nell'art. 609 octies c.p. comprende anche l'ipotesi che gli autori del fatto siano soltanto due.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8959 del 3 ottobre 1997
«Ai fini della distinzione tra i reati di cui agli artt. 527 e 726 c.p. le nozioni di osceno e di pudore non sono riferite ad un concetto considerato in sè, ma al contesto ed alle modalità in cui gli atti o gli oggetti sono compiuti o esposti ......»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 34417 del 6 luglio 2005
«La causa di non punibilità prevista dall'articolo unico della L. 17 luglio 1975, n. 355 è inapplicabile a coloro che detengono videocassette a contenuto osceno allo scopo di farne commercio, essendo tale mezzo di comunicazione diverso dalle...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 26925 del 4 luglio 2001
«L'art. un. della legge 17 luglio 1975, n. 355, nello stabilire la non punibilità di titolari e addetti alla rivendita di giornali e riviste per i reati di cui agli artt. 528 e 725 c.p. quando essi si limitino a detenere, rivendere ed esporre,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3419 del 19 marzo 1998
«La causa di non punibilità prevista dall'articolo unico della L. 17 luglio 1975, n. 355, è inapplicabile a coloro che detengono videocassette a contenuto osceno allo scopo di farne commercio, non essendo costoro equiparabili agli edicolanti ed ai...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2328 del 18 luglio 1992
«Il reato di rifiuto totale del servizio militare o del servizio civile sostitutivo (art. 8 comma secondo della L. 15 dicembre 1972 n. 772 e successive modificazioni), non ha carattere di irripetibilità, potendo al contrario esso configurarsi, dopo...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6369 del 18 maggio 1987
«Le misure di sicurezza conseguenti alla condanna per un delitto concernente lo sfruttamento della prostituzione non rientrano nel novero di quelle che possono essere ordinate in ogni tempo (art. 205 n. 3 c.p.), non essendo così stabilito...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 23249 del 27 maggio 2003
«Il reato di bigamia ha natura permanente. La permanenza si protrae per tutta la durata della coesistenza dei due matrimoni e cessa allorché, indipendentemente dalla causa estintiva costituita dalla dichiarazione di nullità del primo matrimonio o...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3579 del 3 aprile 1982
«L'erronea opinione dell'imputato di bigamia di essere libero di contrarre nuovo matrimonio, avendo ottenuto il divorzio all'estero, non costituisce errore su legge diversa da quella penale, ai sensi dell'art. 47 comma terzo c.p. bensì errore sulla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1121 del 30 giugno 1967
«Il pubblico scandalo, che l'art. 564 c.p. richiede per la perfezione del reato di incesto e che deve individuarsi nel profondo senso di turbamento e disgusto diffusosi in un numero indeterminato di persone e nella connessa reazione morale per il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1076 del 24 giugno 1966
«Il pubblico scandalo costituisce una condizione obiettiva di punibilità dell'incesto, indipendente dalla volontà dei colpevoli. Volontario deve essere il modo con cui è commesso l'incesto, e cioè il comportamento, anche incauto, dei soggetti, dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32854 del 12 agosto 2009
«Concorre nel reato di alterazione di stato mediante falso di cui all'art. 567, comma secondo, c.p., chiunque, pur senza rendere alcuna falsa dichiarazione di nascita, contribuisca, materialmente o moralmente, con adeguata efficienza causale,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16102 del 18 novembre 1989
«Il delitto di violazione degli obblighi di assistenza familiare è reato permanente, in quanto si protrae nel tempo a causa del perdurare della condotta del reo e cessa con il compimento dell'azione che interrompe tale illecita condotta oppure con...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5478 del 12 giugno 1986
«La permanenza del delitto di violazione degli obblighi di assistenza familiare previsto dall'art. 570 c.p. viene a cessare non solo quando l'imputato adempie spontaneamente all'obbligo ma anche nel caso in cui tale obbligo venga meno per una...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44614 del 17 novembre 2004
«In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare, la condotta tipica di abbandono del domicilio domestico è equiparata ad ogni altra che «comunque» offenda l'ordine o la morale delle famiglie, ed è dunque integrata solo quando...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10539 del 20 novembre 1997
«Ai fini della sussistenza del reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare, di cui all'art. 570 cpv. n. 2 c.p., per avere il soggetto fatto mancare i mezzi di sussistenza alle persone indicate dalla norma, devono concorrere, oltre...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8417 del 2 ottobre 1985
«In tema di sottrazione agli obblighi di assistenza inerente alla potestà parentale sui figli minori concretantesi nell'omesso versamento alla moglie separata di quanto disposto dal tribunale nella causa di separazione, l'eventuale esclusione della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5431 del 28 maggio 1985
«Il dolo del reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare, nell'ipotesi di omessa prestazione dei mezzi di sussistenza, non richiede la qualificazione specifica espressa dal preciso fine di far mancare quei mezzi all'avente diritto,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4171 del 31 marzo 1999
«In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare, la prescrizione del reato decorre dal compimento dell'azione che interrompe la condotta illecita oppure con la pronuncia della sentenza di primo grado, trattandosi di reato permanente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11064 del 28 settembre 1999
«In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare, l'abbandono della casa coniugale è giustificato — e, quindi, non idoneo ad integrare la fattispecie criminosa di cui all'art. 570 c.p. — non soltanto quando segua la proposizione della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7442 del 26 giugno 1992
«In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare, non costituisce circostanza idonea a far ritenere cessati gli effetti della separazione tra i coniugi ex art. 157 c.c., e, conseguentemente, sufficiente a far venire meno l'obbligo di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16491 del 3 maggio 2005
«In tema di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina, la nozione di malattia nella mente (il cui rischio di causazione implica la rilevanza penale della condotta) è più ampia di quelle concernenti l'imputabilità o i fatti di lesione personale,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7803 del 2 luglio 1998
«Il delitto di maltrattamenti in famiglia, di cui all'art. 572 c.p., non viene meno, quale reato abituale, se nel periodo considerato, tra una serie e l'altra di episodi di violenza, venga ripristinata la convivenza ad opera della persona offesa,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15098 del 31 marzo 2003
«Perché sia configurabile l'aggravante di cui all'art. 61, n. 4 c.p. occorre che le modalità della condotta esecutiva di un delitto, ad esempio quello di maltrattamenti, siano caratterizzate dalla volontà di infliggere un patimento, ulteriore...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3103 del 3 marzo 1990
«Ai fini della configurabilità del delitto di maltrattamenti in famiglia non assume rilievo il fatto che gli atti lesivi si siano alternati con periodi di normalità e che siano stati, a volte, causati da motivi contingenti. Il delitto in questione,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4566 del 31 maggio 1986
«Per la sussistenza del nesso di causalità tra maltrattamenti e lesioni (o morte) non è necessario che i fatti di maltrattamento costituiscano la causa unica ed esclusiva degli eventi più gravi, trovando applicazione il principio recepito nel primo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 39228 del 28 ottobre 2011
«In tema di maltrattamenti in famiglia, l'intervenuta prescrizione degli autonomi illeciti eventualmente integrati da alcune delle condotte che concorrono a realizzare il reato non ne determina l'irrilevanza ai fini della sussistenza di...»