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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 484 del 20 gennaio 1999
«I limiti del potere rappresentativo, stabiliti dagli artt. 2210 e 2211 c.c., collocano le mansioni del commesso in un ambito meramente esecutivo, con preclusione di attività partecipativa alla determinazione del contenuto negoziale, sicché il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4489 del 24 febbraio 2010
«In tema di contratto di prestazione d'opera professionale, titolare del rapporto è colui che conferisce l'incarico. in nome proprio, ovvero colui che, munito di procura, agisce in nome e per conto del mandante, sicché, ove difetti la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 22233 del 25 novembre 2004
«Nel contratto di prestazione di opera professionale la qualità di cliente può non coincidere con quella del soggetto a favore del quale l'opera del professionista deve essere svolta, di tal che chiunque può, per le più svariate ragioni, dare...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9237 del 17 settembre 1997
«Il contratto d'opera ha in comune con l'appalto l'obbligo verso il committente di compiere dietro corrispettivo un'opera o un servizio senza vincolo di subordinazione e con assunzione del rischio da parte di chi esegue, differenziandosene invece...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 933 del 26 gennaio 1995
«Nel contratto d'opera — caratterizzato dall'autonomia del prestatore d'opera nella scelta dei mezzi e nell'organizzazione della propria attività volta al conseguimento dell' opus — non trovano applicazione le norme speciali antinfortunistiche,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13351 del 8 giugno 2006
«In tema di contratto d'opera, la norma di cui all'art. 2224 c.c. costituisce applicazione specifica dell'obbligo di diligenza previsto in via generale dall'art. 1176 c.c. che, facendo riferimento alla figura media del buon padre di famiglia, detta...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21421 del 11 novembre 2004
«Il prestatore d'opera per adempiere esattamente l'obbligo assunto, deve eseguire l' opus a regola d'arte e secondo gli accordi intervenuti, ma, salvo il caso di una pattuizione dettagliata e completa dell'attività da svolgere, egli deve anche...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 682 del 16 gennaio 2006
«Nel contratto d'opera, la denuncia dei vizi dell'opera è valida ed efficace anche se ai vizi lamentati il committente colleghi conseguenze dannose non ascrivibili all'opera eseguita, purché comunque essi pregiudichino, in tutto o in parte,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3295 del 6 marzo 2003
«In tema di contratto d'opera ed in ipotesi di difformità e vizi dell'opera, ai sensi dell'art. 2226 c.c. ed al fine di individuare il termine di decadenza per la denunzia di essi, occorre distinguere i vizi noti al committente o facilmente...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1874 del 18 febbraio 2000
«In tema di esecuzione di contratto d'opera, la mancata denunzia dei vizi della stessa, da parte del committente, nel termine stabilito dall'art. 2226, secondo comma, c.c., ne determina la non incidenza sulla efficacia del contratto, con la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12820 del 1 dicembre 1992
«Mentre nella progettazione di un edificio è ravvisabile una obbligazione di risultato, risolvendosi l'attività del professionista nel mettere a disposizione del proprio cliente un determinato bene avente un'autonoma utilità, nella direzione dei...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2912 del 28 luglio 1975
«In caso di recesso del committente dal contratto d'opera, il prestatore d'opera ha diritto al compenso per «mancato guadagno», rappresentato dall'utile netto che egli avrebbe tratto dai lavori previsti e non eseguiti.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1312 del 15 marzo 1978
«Ricorre l'ipotesi di impossibilità sopravvenuta della prestazione, e quindi di risoluzione del contratto d'opera, con cui il prestatore d'opera si è obbligato a promuovere vendite presso grandi comunità per conto di un'impresa di produzione di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5873 del 9 maggio 2000
«La violazione delle norme imperative sui limiti dei poteri del professionista stabiliti dalla legge professionale (nella specie l'art. 16 R.D. 274/1929, che consente al geometra la progettazione, la direzione e la vigilanza di modeste costruzioni...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4705 del 25 febbraio 2011
«Il mandato professionale per l'espletamento di attività di consulenza e comunque di attività stragiudiziale non deve essere provato necessariamente con la forma scritta, "ad substantiam" ovvero "ad probationem", potendo essere conferito in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7309 del 2 giugno 2000
«Cliente del professionista non è necessariamente il soggetto nel cui interesse viene eseguita la prestazione d'opera intellettuale, ma colui che, stipulando il relativo contratto, ha conferito l'incarico al professionista ed è, conseguentemente,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1244 del 4 febbraio 2000
«Il rapporto di prestazione d'opera professionale la cui esecuzione sia dedotta dal professionista come titolo del diritto al compenso, postula l'avvenuto conferimento del relativo incarico in qualsiasi forma idonea a manifestare inequivocabilmente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14085 del 11 giugno 2010
«L'esecuzione di una prestazione d'opera professionale di natura intellettuale effettuata da chi non sia iscritto nell'apposito albo previsto dalla legge dà luogo, ai sensi degli artt. 1418 e 2231 c.c., a nullità assoluta del rapporto tra...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21495 del 12 ottobre 2007
«Nel caso di prestazione d'opera professionale di natura intellettuale effettuata da chi non sia iscritto nell'apposito albo previsto dalla legge, il fatto che l'attività svolta non integri eventualmente una fattispecie di rilevanza penale — come,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11947 del 2 dicembre 1993
«Per il disposto dell'art. 2231 c.c. l'esecuzione di una prestazione d'opera professionale di natura intellettuale effettuata da chi non sia iscritto nell'apposito albo previsto dalla legge, dà luogo a nullità assoluta del rapporto tra...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5248 del 27 agosto 1986
«In tema di prestazione d'opera intellettuale, la facoltà per il professionista di servirsi, ai sensi dell'ari. 2232 c.c., della collaborazione di sostituti od ausiliari non comporta mai che costoro diventino parti del rapporto di clientela,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6170 del 16 marzo 2011
«Il prestatore d'opera intellettuale che receda dal contratto in presenza di una giusta causa ha diritto al compenso per le prestazioni già eseguite, a condizione che provi l'esistenza del suo credito e, dunque, anche il risultato utile derivato al...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24367 del 1 ottobre 2008
«In tema di contratto d'opera, risponde ad interessi meritevoli di tutela per entrambe le parti, "ex" art. 1322 cod. civ., la pattuizione di predeterminazione della durata in deroga alla regolamentazione legale del recesso dal contratto, con la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3062 del 4 marzo 2002
«L'art. 2230 c.c., relativo alla prestazione d'opera intellettuale, stabilisce che il relativo contratto è disciplinato dalle norme contenute nel capo secondo del titolo terzo del libro quinto del codice civile, nonché, se compatibili, da quelle...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5738 del 6 maggio 2000
«La previsione della possibilità di recesso ad nutum del cliente nel contratto di prestazione d'opera intellettuale, quale contemplata dall'art. 2237, comma primo, c.c., non ha carattere inderogabile e quindi è possibile che per particolari...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5775 del 11 giugno 1999
«L'art. 2237 c.c. nel consentire al cliente di recedere dal contratto di prestazione di opera intellettuale ammette, in senso solo parzialmente analogo a quanto stabilito dall'art. 2227 c.c. per il contratto d'opera, la facoltà di recesso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3145 del 25 marzo 1998
«Le parti di un contratto di opera professionale, pur subordinando la facoltà di recesso a determinate condizioni, non perciò rinunciano alla generale facoltà di recesso stabilita dall'art. 2237 c.c., dovendo invece tale rinuncia esser inequivoca,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4501 del 15 maggio 1996
«Il carattere fiduciario del rapporto avente ad oggetto una prestazione d'opera intellettuale comporta, stante il principio del recesso ad nutum da parte del cliente di cui all'art. 2237 c.c., che la pattuizione di una scadenza contrattuale debba...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7753 del 24 giugno 1992
«La semplice apposizione di un termine finale al contratto di prestazione d'opera professionale non implica rinuncia alla facoltà di recesso a norma dell'art. 2237 c.c. — applicabile anche all'attività degli spedizionieri doganali — a meno che la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11896 del 7 agosto 2002
«Gli studi professionali in genere, ed in particolare quelli in cui venga esercitata l'attività medica (nella specie, odontoiatrica), possono anche essere organizzati sotto forma di azienda c.d. professionale tutte le volte in cui, al profilo...»