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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3937 del 22 gennaio 2000
«In presenza di imputato che si trovi nelle condizioni di salute, particolarmente gravi, di cui all'art. 275, comma 4 bis, c.p.p., introdotto dalla L. 12 luglio 1999, n. 231, il giudice, per applicare o mantenere la custodia cautelare in carcere...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7530 del 26 febbraio 2002
«Il termine di durata massima della custodia cautelare relativamente alla fase del giudizio di primo grado va calcolato, qualora detta fase si sia conclusa con sentenza di assoluzione per il più grave dei reati per i quali l'imputato è stato tratto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4995 del 1 settembre 1998
«Le modalità di calcolo dei termini di durata massima di custodia cautelare variano a seconda che sia o meno intervenuta una sentenza di condanna. Nel primo caso, contemplato dagli artt. 278 e 303, comma primo, lettere a) e b) c.p.p., deve aversi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2172 del 21 settembre 1995
«Il principio dell'applicazione della legge più favorevole non trova attuazione nella fase dinamica preprocessuale delle indagini preliminari, ed in particolare nel procedimento incidentale de libertate ove al tribunale, in sede di riesame o di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2481 del 24 agosto 1995
«Il disposto dell'art. 278 c.p.p. sta a significare che, ai fini della determinazione della pena in vista dell'applicazione di una misura personale coercitiva, si debba far riferimento alla pena stabilita dalla legge per ciascun reato così come...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 48868 del 19 dicembre 2003
«È ammissibile il ricorso per cassazione avverso il provvedimento reso in tema di isolamento continuo dell'indagato detenuto ai sensi dell'art. 33 n. 3 della legge 26 luglio 1975 n. 354 (c.d. ordinamento penitenziario), trattandosi di provvedimento...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1919 del 2 ottobre 1995
«L'art. 649 c.p.p. (divieto di un secondo giudizio), al pari delle norme sui conflitti positivi di competenza (artt. 28 e ss. c.p.p.) e dell'art. 669 c.p.p. (che disciplina il caso in cui siano emesse più sentenze per il medesimo fatto contro la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2949 del 20 agosto 1992
«Poiché, a norma dell'art. 279 c.p.p, giudice competente ad applicare le misure cautelari è il giudice «che procede», nell'ipotesi di presentazione dell'imputato arrestato in flagranza davanti al giudice del dibattimento, per la convalida...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34796 del 25 settembre 2001
«In tema di procedura di estradizione, qualora in epoca successiva alla sentenza favorevole alla richiesta dello Stato estero si provveda con decreto ministeriale alla sospensione della consegna del cittadino e si chieda la revoca della misura...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2799 del 30 ottobre 1996
«...di giustizia dello Stato, pericolo cui la misura è diretta a porre rimedio, non appena si presenti la concreta possibilità di dare attuazione al divieto di espatrio a seguito della intervenuta presenza dell'indagato nel territorio dello Stato.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3372 del 15 settembre 1995
«In tema di espiazione della sanzione sostitutiva della libertà controllata, mentre è scomputabile dalla sua durata il periodo trascorso in custodia cautelare, non lo è quello in cui l'indagato od imputato è stato sottoposto alle misure coercitive...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2136 del 17 maggio 1996
«Non può essere considerata trasgressiva del divieto di dimora in un determinato luogo e dell'obbligo di presentazione ad un ufficio di polizia giudiziaria predeterminato, e non può, quindi, dar luogo al ripristino, ai sensi dell'art. 307, comma 2,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2260 del 23 febbraio 1994
«L'obbligo di dimora previsto dall'art. 283 c.p.p., per il suo contenuto, è in sostanza una misura di sicurezza, come tale incompatibile con il rito di cui all'art. 444 c.p.p. (Nella fattispecie, poiché non era stato adottato alcun provvedimento in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44767 del 20 novembre 2003
«La misura dell'obbligo di dimora prevista dall'art. 283 c.p.p. è una misura coercitiva e non una misura cautelare detentiva. Ne consegue che, non è ammissibile ipotizzare il delitto di evasione di cui all'art. 385 c.p. in caso di violazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4115 del 11 gennaio 2001
«In tema di arresti domiciliari, i criteri di particolare rigore che governano la concessione dell'autorizzazione ad allontanarsi dal domicilio per provvedere ad indispensabili esigenze di vita devono trovare applicazione anche nella valutazione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3649 del 23 febbraio 2000
«...(Fattispecie nella quale la S.C., nell'enunciare il principio di cui in massima, ha escluso che possano valere come termini di raffronto, i presupposti di ammissione al gratuito patrocinio o al patrocinio a spese dello Stato per i non abbienti).»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4298 del 4 gennaio 1995
«Ai fini dell'estradizione del cittadino straniero dall'Italia allo Stato estero il principio della necessità della doppia incriminazione va inteso nel senso che sono escluse dagli elementi oggetto di verifica le condizioni di procedibilità....»
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Corte costituzionale, sentenza n. 440 del 18 ottobre 1995
«È costituzionalmente illegittimo l'art. 724, primo comma, del codice penale, limitatamente alle parole «o i simboli o le persone venerati nella religione dello Stato».»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5556 del 11 maggio 2000
«Ai fini del computo dei termini di durata massima, la misura cautelare degli arresti domiciliari è compatibile con la espiazione di una pena, poiché in entrambe le situazioni la persona risulta privata della libertà di locomozione,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4063 del 4 dicembre 1991
«La norma di cui all'art. 127 c.p.p. regola in via generale, e quindi, salvo le specifiche eccezioni, tutti i procedimenti in camera di consiglio non afferenti alla fase esecutiva. Se, pertanto, è detenuto colui che si trova nello stato di custodia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4123 del 9 agosto 1996
«Ai fini di cui all'art. 47, comma terzo, dell'ordinamento penitenziario, secondo il quale «l'affidamento in prova al servizio sociale può essere disposto senza procedere alla osservazione in istituto quando il condannato, dopo un periodo di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2691 del 6 luglio 1992
«L'affidamento in prova al servizio sociale, disciplinato dall'art. 47 ord. penit. (L. 26 luglio 1975 n. 354, mod. art. 11 L. 10 ottobre 1986 n. 663), dopo gli interventi della Corte costituzionale (sent. n. 569/89 e ord. n. 309/90) può essere...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 47017 del 18 dicembre 2008
«Lo stato di custodia cautelare in carcere per causa diversa da quella relativa al titolo in esecuzione non è di per sé preclusivo della valutazione nel merito e, qualora ne ricorrano i presupposti, dell'ammissione a una misura alternativa alla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3403 del 11 aprile 1997
«Gli enti fieristici hanno una base ordinamentale espressa da normative dello Stato e delle regioni, da regolamenti, da provvedimenti generali nonché da provvedimenti di autorizzazione e di controllo; d'altro canto svolgono attività contrassegnate...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1922 del 8 giugno 1993
«È ammissibile la reiterazione di un provvedimento impositivo della custodia cautelare in carcere anche se basato sugli stessi fatti quando il precedente provvedimento sia stato annullato dalla Cassazione per vizi di motivazione e non per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1824 del 20 luglio 1992
«Il decreto con il quale il giudice dà atto dell'assoluto impedimento a procedere all'interrogatorio della persona in stato di custodia cautelare (art. 294, comma ottavo, c.p.p.) va ritenuto inoppugnabile in base al principio di tassatività dei...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 8388 del 24 febbraio 2009
«L'ammissibilità della richiesta di applicazione di misure cautelari personali, presentata dal magistrato dell'ufficio del pubblico ministero, assegnatario del procedimento non implica l'assenso scritto del procuratore della Repubblica, previsto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5271 del 4 febbraio 1997
«Ai fini del ripristino della custodia cautelare in carcere nel caso previsto dall'art. 307, comma secondo, lett. b) c.p.p., l'indebita valutazione fatta dal giudice anche delle esigenze cautelari previste dall'art. 274, lett. c) stesso codice, non...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2147 del 6 marzo 1997
«In materia di misure cautelari l'obbligo di una motivazione organica, anche se sintetica ed essenziale, non è adempiuto con la cosiddetta motivazione per relationem - generalmente legittima - qualora essa si traduca nel riferimento ad atti non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1923 del 21 ottobre 1993
«La motivazione dei provvedimenti che impongono la misura cautelare della custodia in carcere, necessariamente sommaria, non può trasformarsi in una pronuncia anticipatoria del conclusivo giudizio finale, anche se deve, comunque, sempre fondarsi su...»