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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9730 del 28 febbraio 2017
«Sussiste l'aggravante dell'abuso di relazioni di prestazione d'opera, di cui all'art. 61 n. 11 cod. pen. nel caso di reato commesso quando l'agente non sia più alle dipendenze della persona offesa ove si accerti che l'autore del reato abbia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7110 del 20 marzo 2017
«Ai fini del risarcimento del danno non patrimoniale quale conseguenza di un reato, il giudice civile deve procedere all’accertamento “incidenter tantum” dell'esistenza del reato non solo nel suo elemento materiale, ma anche nell’elemento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 43133 del 20 settembre 2017
«Integra l'appropriazione necessaria a configurare il delitto di peculato la vendita di un bene a un prezzo irrisorio, e non semplicemente di favore, del tutto sproporzionato al suo valore, compiuta nel contesto di procedure funzionali a gestioni...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35683 del 19 luglio 2017
«Non è configurabile il delitto di peculato nel caso in cui non sia fornita giustificazione in ordine al contributo erogato per l'esercizio delle funzioni di gruppo consiliare regionale, non potendo derivare l'illiceità della spesa da tale...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 15788 del 29 marzo 2017
«Non integra il delitto di appropriazione indebita la condotta di colui che trattenga un bene altrui legittimamente detenuto in ragione di un pregresso rapporto obbligatorio, a meno che egli non compia sulla cosa atti di disposizione che rivelino...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 54945 del 7 dicembre 2017
«Integra il delitto di appropriazione indebita la condotta del promissario venditore che, in esecuzione di un contratto preliminare di compravendita immobiliare, si impossessa dell'importo corrisposto a titolo di "deposito cauzionale infruttifero"...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 40870 del 7 settembre 2017
«Il delitto di appropriazione indebita è reato istantaneo che si consuma con la prima condotta appropriativa, e cioè nel momento in cui l'agente compia un atto di dominio sulla cosa con la volontà espressa o implicita di tenere questa come propria....»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 36113 del 21 luglio 2017
«Non è configurabile la circostanza aggravante dell'abuso di prestazione d'opera in relazione all'appropriazione indebita di un bene noleggiato, in quanto a tal fine deve sussistere un rapporto negoziale che sia caratterizzato dall'attività...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 49489 del 27 ottobre 2017
«Integra il reato di appropriazione indebita, ai sensi dell'art. 40, comma secondo, cod. pen., la condotta dell'amministratore di società di capitali che non abbia impedito la distrazione di somme del patrimonio sociale a favore di terzi che non...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 18710 del 14 aprile 2017
«La ricettazione di bene proveniente dal reato presupposto di cui all'art. 647 cod. pen. conserva rilevanza penale anche dopo la depenalizzazione, ad opera del D.Lgs. 15 gennaio 2016, n. 7, del reato di appropriazione di cosa smarrita, atteso che...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 7938 del 30 maggio 2002
«L’efficacia riflessa che il giudicato, in quanto affermazione oggettiva di verità, può spiegare anche nei confronti di terzi rimasti estranei al processo non si estende ai terzi titolari di un diritto autonomo rispetto al rapporto giuridico in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2271 del 4 febbraio 2005
«La lesione dell'onore e della reputazione altrui non si verifica quando la diffusione a mezzo stampa delle notizie costituisce legittimo esercizio del diritto di cronaca, condizionato all'esistenza dei seguenti presupposti: la verità oggettiva...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 481 del 19 febbraio 1971
«Per cosa mobile, ai sensi e per gli effetti dell'art. 624 c.p., si intende qualsiasi oggetto corporeo, qualsiasi entità materiale, suscettibile di detenzione, sottrazione ed impossessamento, facente parte del patrimonio altrui, inteso in senso...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 25 del 9 gennaio 1974
«Nei supermercati e nei grandi magazzini, dove vige il sistema del cosiddetto self-service (cioè il prelievo diretto degli oggetti esposti sui banchi di vendita), il cliente acquista la disponibilità degli oggetti direttamente prelevati soltanto...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8125 del 6 ottobre 1984
«Ai fini dell'elemento soggettivo del reato di furto non è richiesta l'intenzione dell'agente diretta ad un'appropriazione definitiva della cosa altrui. Tale delitto, invero, consiste nell'impossessamento della cosa altrui a scopo di profitto, a...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4397 del 7 maggio 1985
«Nell'ipotesi di furto di sabbia o ghiaia dal greto o dal letto di un fiume (o dal lido del mare) non è applicabile la circostanza aggravante dell'esposizione alla pubblica fede sia perché detta esposizione avviene per naturale destinazione e non...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6609 del 27 giugno 1985
«Colui che detiene materialmente una cosa per ragioni di custodia, senza poterne disporre in alcun modo, come si verifica nel caso di un impiegato di Istituto di credito, che è semplice detentore dei moduli e dei libretti di assegni, a lui affidati...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5454 del 12 giugno 1986
«La cosa rubata e poi abbandonata dal ladro non costituisce res derelicta, la cui appropriazione sia consentita a chiunque, poiché non vi è abbandono senza la volontà dell'avente diritto e tale non può certamente ritenersi quella del ladro e poiché...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2439 del 23 febbraio 1991
«In tema di appropriazione di denaro della P.A. mediante falso, la distinzione tra peculato e truffa non va ravvisata nella precedenza cronologica dell'appropriazione rispetto al falso o viceversa, ma nel modo in cui il pubblico ufficiale viene in...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10144 del 22 ottobre 1992
«Nel caso di appropriazione indebita consumata ai danni di una società in accomandita semplice, è pienamente valida la querela presentata dal socio accomandatario, legittimato a sensi dell'art. 2318 c.c., senza che sia necessaria l'indicazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9920 del 17 ottobre 1992
«Quando ricorrano i presupposti per ritenere la continuazione nel reato, l'art. 81, cpv., c.p., può trovare applicazione anche in riferimento a reati per i quali siano previste rispettivamente la pena detentiva per il reato più grave ed una pena...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4853 del 29 aprile 1994
«Ai fini della delimitazione dei confini tra il reato di furto e quello di appropriazione indebita, possono rientrare nella nozione di possesso vari casi di detenzione, ma deve comunque trattarsi di detenzione nomine proprio e non in nomine alieno,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5446 del 12 maggio 1995
«L'onere imposto dall'art. 337, terzo comma c.p.p., secondo cui la dichiarazione di querela proposta dal legale rappresentante di una persona giuridica, di un ente o di un'associazione deve contenere la indicazione specifica della fonte dei poteri...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1798 del 19 agosto 1996
«Il cassiere di un'agenzia bancaria non ha la disponibilità neanche provvisoria della provvista dei conti correnti dei clienti dell'istituto. Egli, nel momento in cui effettua il pagamento degli assegni, non esercita un libero atto di disponibilità...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2869 del 2 marzo 1999
«In tema di titolarità del diritto di querela, e dunque di individuazione della persona offesa, cui tale diritto compete, deve intendersi tale il soggetto passivo del reato, ossia colui che subisce la lesione dell'interesse penalmente protetto....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1905 del 17 gennaio 2002
«La c.d. «corruzione propria» prevista dall'art. 319 c.p. non è ravvisabile in relazione al compimento di atti nei quali non esiste alcuno spazio di discrezionalità suscettibile di essere usato per favorire il corruttore, in quanto gli atti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 42887 del 3 novembre 2004
«Il reato di peculato militare mediante profitto dell'errore altrui si può configurare esclusivamente nel caso in cui l'agente profitti dell'errore in cui il soggetto passivo già spontaneamente versi e nel caso in cui l'errore sia stato determinato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25811 del 14 luglio 2007
«Al personale militare partecipante alla missione in Iraq si applica anche per i reati commessi prima della sua entrata in vigore, a norma dell'art. 2 comma 4 c.p., sopravvenuta e più favorevole disciplina dettata dal codice penale militare di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30154 del 24 luglio 2007
«Integra il reato di peculato di cui all'art. 314 c.p. la condotta del pubblico ufficiale che abbia ad oggetto cose che, pur essendo prive di valore intrinseco, possono acquistare o riacquistare rilevanza economica per la utilizzazione che ne...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32543 del 9 agosto 2007
«Risponde del reato di furto aggravato e non di appropriazione indebita, il dipendente di una banca che si impossessi, mediante movimentazioni effettuate con i terminali dell'ufficio, di somme di danaro di clienti depositate in conti correnti....»