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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2689 del 13 marzo 1996
«Bene è ipotizzabile il concorso materiale dei reati di patrocinio infedele e di truffa nell'ipotesi in cui il patrocinatore, con la sua condotta infedele, occultando notizie o comunicando notizie false sul corso del processo, oltre a recare danno...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8456 del 26 luglio 1995
«Mentre gli elementi caratterizzanti la condotta estorsiva sono la «violenza» e la «minaccia», quelli qualificanti il comportamento truffaldino — anche nell'ipotesi aggravata della prospettazione del «pericolo immaginario» — sono, pur sempre, gli...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5838 del 22 maggio 1995
«Ai fini dell'integrazione del reato di estorsione è indifferente che l'agente abbia effettivamente la possibilità di attuare il male minacciato, ma è invece necessario che la minaccia si presenti, nella sua rappresentazione, come certa e...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5845 del 22 maggio 1995
«Il criterio distintivo tra i due reati di truffa commessa ingenerando nella persona offesa il timore di un pericolo immaginario e di estorsione, va individuato nel diverso atteggiamento psicologico dei soggetti passivi nel sottomettersi...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4828 del 2 maggio 1995
«Il reato di fraudolenta distruzione della cosa propria (art. 642 c.p.) costituisce un'ipotesi criminosa speciale rispetto al reato di truffa (art. 640 c.p.); nel primo, infatti, sono presenti gli stessi elementi della condotta caratterizzanti il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11446 del 17 novembre 1994
«I delitti di truffa e di millantato credito si differenziano oltre che per la diversità dell'oggetto della tutela penale, che nella truffa è il patrimonio e nel millantato credito è il prestigio della pubblica amministrazione, anche per il mezzo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7663 del 26 maggio 1989
«È configurabile il concorso tra il reato di truffa e quello di falso di cui agli artt. 478 e 482 c.p. nell'ipotesi in cui venga alterato l'attestato di pagamento della cosiddetta tassa di circolazione (cosiddetto disco-contrassegno) ed esposto poi...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1807 del 8 febbraio 1989
«Perché possa configurarsi l'ipotesi criminosa prevista dall'art. 640 c.p. deve sussistere una conseguenzialità logica e cronologica tra l'attività di furto e raggiro, l'induzione in errore e il conseguimento del profitto sicché l'azione posta in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5785 del 10 maggio 1988
«L'aggravante di cui all'art. 61, n. 7, c.p., si configura quando il danno patrimoniale di rilevante gravità viene cagionato alla persona offesa dal reato, sia che su di essa incida direttamente e immediatamente l'azione del soggetto attivo sia che...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7761 del 27 giugno 1987
«È configurabile il concorso materiale fra il reato di corruzione ed il reato di truffa in danno della pubblica amministrazione.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5584 del 7 maggio 1987
«Il criterio distintivo tra i due reati di estorsione ex art. 629 e truffa aggravata ex art. 640 cpv. n. 2 seconda ipotesi, per aver l'agente ingenerato nella vittima il timore di un pericolo immaginario, risiede nelle modalità con cui viene...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5562 del 13 giugno 1986
«Il reato di ricorso abusivo al credito, previsto dall'art. 218 della legge fallimentare (R.D. 16 marzo 1942, n. 267) si distingue dal reato di truffa previsto dall'art. 640 c.p., perché per la sua sussistenza non è richiesto né il fine specifico...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9392 del 21 ottobre 1985
«Vi è concorso formale di reati fra la tentata truffa mediante l'artificio della notulazione di visita e prescrizioni non compiute e la falsità in atto pubblico per immutatio veri compiuta dal medico convenzionato con l'Inam nella redazione della...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6041 del 27 giugno 1984
«L'indebita percezione dell'indennità di disoccupazione per false dichiarazioni dell'interessato, punita dagli artt. 115 e 116 R.D.L. 4 ottobre 1935, n. 1827 e dall'art. 23 L. 4 aprile 1952, n. 218, e l'indebita riscossione degli assegni familiari,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13536 del 4 aprile 2011
«Integra gli estremi del reato di truffa la condotta del dipendente di un istituto di credito che crei una fittizia disponibilità bancaria a favore di un terzo, ed emetta assegni che poi sono pagati dall'istituto sull'erroneo presupposto...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5428 del 11 febbraio 2010
«Il reato di truffa si perfeziona nel momento in cui alla realizzazione della condotta tipica abbiano fatto seguito la "deminutio patrimonii" del soggetto passivo e la "locupletatio" dell'agente, sicché, qualora l'oggetto materiale del reato sia...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6695 del 22 febbraio 2006
«Non sussiste il concorso formale tra il reato previsto dall'art. 12 D.L. 3 maggio 1991, n. 143, conv. con modificazioni in legge 5 luglio 1991, n. 197 (uso indebito di carte di credito o di pagamento) ed il reato di truffa (art. 640 c.p.); infatti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 26300 del 10 giugno 2004
«Il reato di truffa non è assorbito da quello di indebita utilizzazione, a fine di profitto proprio o altrui, da parte di chi non ne sia titolare, di carte di credito o analoghi strumenti di prelievo o pagamento (art. 12 D.L. 12 maggio 1991 n. 143,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1136 del 29 gennaio 1998
«Il momento consumativo della truffa va fissato all'atto della effettiva, concreta e definitiva lesione del bene tutelato, che non si verifica con l'assunzione, a seguito degli artifici o raggiri, dell'obbligazione della dazione di un bene...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4467 del 15 maggio 1997
«Il delitto di truffa si perfeziona non nel momento in cui il soggetto passivo assume un'obbligazione per effetto degli artifici o raggiri subiti, bensì in quello in cui si verifica l'effettivo conseguimento del bene economico da parte dell'agente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1221 del 6 luglio 1995
«Il reato di cui all'art. 12 della L. 5 luglio 1991, n. 197 (indebita utilizzazione di carte di credito o di pagamento) concorre materialmente con quello di truffa (art. 640 c.p.). L'elemento oggettivo del primo, infatti, è costituito dall'uso...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 610 del 4 aprile 1995
«Le norme di cui all'art. 640 c.p. (truffa) e 12 della L. 5 luglio 1991, n. 197 (indebita utilizzazione o falsificazione di carte di credito o di pagamento) non costituiscono un'ipotesi di concorso apparente, né di reato complesso, bensì di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 39314 del 9 ottobre 2009
«La condotta di chi, inducendo in errore il giudice in un processo civile o amministrativo mediante artifici o raggiri, ottenga una decisione favorevole non integra il reato di truffa, per difetto dell'elemento costitutivo dell'atto di disposizione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6244 del 17 febbraio 2004
«È configurabile il reato di falso di cui all'art. 483 c.p. (falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico) nelle valutazioni estimative — contenute nella perizia giurata dinanzi al cancelliere — che attribuisca al bene da stimare un...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3135 del 22 gennaio 2003
«La cosiddetta truffa processuale consistente nel fatto di chi, inducendo in errore il giudice in un processo civile o amministrativo mediante artifici o raggiri, ottenga una decisione favorevole non integra il reato di cui all'art. 640 c.p., in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1074 del 6 febbraio 1997
«Con riferimento al reato di truffa, pur nella ipotesi della distinzione tra soggetto ingannato e soggetto danneggiato, è costitutivo che il primo di detti soggetti si ponga in una prospettiva di gestione degli interessi patrimoniali del secondo,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7346 del 20 luglio 1996
«La cosiddetta truffa processuale consistente nel fatto di chi, inducendo in errore il giudice in un processo civile mediante artifici o raggiri, ottenga una decisione favorevole e, dunque, un profitto ingiusto in danno della controparte non...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 12795 del 29 marzo 2011
«Il delitto di truffa si consuma nel momento del conseguimento, da parte dell'agente, del profitto della propria attività criminosa. (In applicazione del principio, la Corte, in fattispecie di truffa consistita nell'importazione, senza versamento...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 28928 del 8 luglio 2003
«Il delitto di truffa si perfeziona non nel momento in cui il soggetto passivo assume un'obbligazione per effetto degli artifici o raggiri subiti, bensì in quello in cui si verifica l'effettivo conseguimento del bene economico da parte dell'agente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37409 del 17 ottobre 2001
«Non integra il delitto di tentata truffa la condotta costituita dalla produzione di falsa documentazione a sostegno di un ricorso al prefetto avverso l'ordinanza-ingiunzione di pagamento di una sanzione amministrativa per violazione delle norme...»