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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10693 del 12 novembre 1982
«L'operazione concettuale del giudice di merito, nel ricercare la causale di un omicidio volontario senza premeditazione, deve essere rivolta anche all'identificazione o coordinazione delle ragioni di contrasto, risentimento, rivalità ecc. che,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2519 del 25 settembre 2000
«L'art. 601 c.p.p. indica, tra i requisiti del decreto di citazione per il giudizio di appello, quelli previsti dall'art. 429, comma primo, lett. a), f) e g), e cioè le generalità delle parti e dei difensori, la data e il luogo di comparizione (con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6544 del 11 maggio 2001
«In tema di liquidazione coatta amministrativa, nel caso di esercizio da parte del commissario liquidatore dell'azione revocatoria di cui all'art. 67, comma secondo, l. fall., al fine di vedere revocati i pagamenti intervenuti nell'anno precedente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3315 del 16 marzo 2000
«Ai fini della decorrenza del termine perentorio della querela occorre che l'offeso abbia avuto conoscenza precisa, certa e diretta del fatto delittuoso, in maniera da possedere tutti gli elementi di valutazione onde determinarsi. Invero, per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13597 del 21 luglio 2004
«L'atto di riassunzione del processo non introduce un nuovo procedimento, ma espleta esclusivamente la funzione di consentire la prosecuzione di quello già pendente, con la conseguenza che, per la sua validità — direttamente controllabile in sede...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5895 del 24 marzo 2004
«Il ricorso per riassunzione del processo interrotto per la morte di una delle parti deve contenere, ai sensi dell'art. 303, secondo comma, c.p.c., gli «estremi della domanda», per esigenze di conoscenza da parte degli eredi (e ciò a differenza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 25548 del 20 ottobre 2008
«La forma di notificazione agevolata agli eredi della parte defunta prevista dall'art. 303, comma secondo, c.p.c. - che costituisce una rilevante deroga ai principi della esatta identificazione nominativa della parte citata in giudizio e del luogo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10080 del 12 ottobre 1998
«L'art. 303, comma 2, c.p.c., al fine di superare le difficoltà di individuazione degli eredi nell'imminenza della morte della parte, consente di notificare il ricorso collettivamente e impersonalmente agli eredi nell'ultimo domicilio del defunto....»
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Cassazione civile, Sez. VI-5, ordinanza n. 13276 del 28 maggio 2013
«Quando successivamente alla pubblicazione di una sentenza di merito (e quindi nel periodo intercorrente tra la fase processuale del relativo giudizio e quella dell'eventuale giudizio di impugnazione), si verifica la morte (o la perdita della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5367 del 13 aprile 2002
«Quando si verifica, tra una fase processuale e l'altra e dopo la pubblicazione della sentenza, la morte o la perdita della capacità di agire della parte persona fisica (o l'estinzione della persona giuridica), il problema della notificazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6630 del 24 marzo 2006
«In tema di processo di appello, in ossequio al principio del tantum devolutum quantum appellatum di cui all'articolo 342 c.p.c., il quale importa non solo la delimitazione del campo del riesame della sentenza impugnata ma anche l'identificazione,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4035 del 21 febbraio 2007
«L'erronea indicazione nell'atto di appello della data di nascita della parte appellata non determina la configurazione di un valido motivo di nullità o addirittura di inesistenza dell'atto stesso e della relativa notificazione trattandosi di una...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9733 del 29 settembre 1998
«Per nullità della sentenza impugnata, in riferimento all'art. 372, primo comma, c.p.c. sul deposito in cassazione di atti e documenti non prodotti nei precedenti gradi del giudizio, deve intendersi non soltanto quella derivante dai vizi propri...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8344 del 3 maggio 2004
«L'accertamento, in sede di legittimità, della nullità della citazione in primo grado (nella specie, per errata identificazione del soggetto passivo della vocatio in ius) comporta la Cassazione senza rinvio della sentenza d'appello, ai sensi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3529 del 27 aprile 1990
«Una volta decorso il termine di sei mesi dalla cessazione o dal trasferimento dell'azienda (o della sua dipendenza), il foro del luogo di origine del rapporto di lavoro, alternativamente previsto dall'art. 413 c.c., continua ad essere operante e a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23816 del 16 novembre 2007
«Non sussiste la nullità dell'atto introduttivo del giudizio nel rito del lavoro per violazione dell'art. 414, n. 2, c.p.c. qualora il nome dell'attore (nella specie la denominazione della persona giuridica attrice) non risulti totalmente omesso o...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 30 del 3 gennaio 1986
«L'omessa indicazione dell'organo rappresentativo di una società nel ricorso al pretore secondo il rito del lavoro (art. 414 c.p.c.), non è causa di nullità dell'atto a meno che non renda assolutamente dubbia l'individuazione del soggetto evocato...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3100 del 19 maggio 1984
«Non sussiste la nullità di cui all'art. 164 c.p.c. — le cui disposizioni si applicano anche al ricorso ex art. 414 c.p.c. — allorché l'omessa indicazione specifica della denominazione della persona giuridica nei cui confronti è proposto l'atto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 344 del 15 gennaio 1981
«La circostanza che nel ricorso introduttivo di un processo del lavoro sia indicata, quale datore di lavoro, una determinata persona fisica quale titolare della ditta individuale costituita dal suo nome anziché la società in accomandita semplice,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1086 del 3 febbraio 1994
«La mancata indicazione della residenza dell'attore nel ricorso proposto ai sensi dell'art. 414 c.p.c. non determina alcuna nullità dell'atto introduttivo se non si traduce nella impossibilità di identificare con certezza la parte ricorrente; in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15966 del 18 luglio 2007
«Nel rito del lavoro l'inesatta e incompleta indicazione, nel ricorso introduttivo, dell'oggetto della domanda e degli elementi di diritto tale da non impedire l'identificazione dell'oggetto e dei motivi in diritto della pretesa, può essere...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23929 del 23 dicembre 2004
«Nel rito del lavoro, la nullità del ricorso introduttivo per mancata indicazione degli elementi di fatto e di diritto posti alla base della domanda è sanabile alla stregua dell'art. 164, quinto comma, c.p.c., ed in caso di mancata fissazione, da...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4714 del 12 aprile 2000
«Alla parte che invoca in giudizio l'applicazione di un contratto collettivo post-corporativo incombe l'onere di produrlo, con la conseguenza che, in caso di mancata produzione di esso e di contestazione della controparte in ordine all'esistenza e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 22746 del 3 dicembre 2004
«In tema di ricorso in appello nel processo del lavoro, il richiamo contenuto nell'art. 434 c.p.c. alle indicazioni contenute nell'art. 414 dello stesso codice non ne equipara totalmente la disciplina al ricorso introduttivo, in quanto la «ratio»...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8576 del 9 aprile 2013
«Un titolo esecutivo giudiziale che, nel dispositivo, si limiti a condannare al pagamento di accessori "dal dì del dovuto", senza altra specificazione e senza espressa o implicita menzione di tale decorrenza nel corpo della motivazione, in quanto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12230 del 25 maggio 2007
«Il precetto deve contenere, a pena di nullità, l'indicazione degli elementi che permettano l'esatta identificazione del titolo esecutivo, in quanto requisito formale indispensabile perché il precetto stesso possa raggiungere lo scopo, che è quello...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5377 del 3 giugno 1994
«L'opposizione a precetto non impedisce di per sé al creditore di dare inizio all'esecuzione, in quanto l'art. 481 c.p.c. ad essa ricollega soltanto l'effetto di sospendere il termine di efficacia del precetto stesso, non già quello della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10865 del 28 giugno 2012
«Nella procedura di esecuzione per consegna o rilascio, posto che scopo della medesima è il trasferimento del potere di fatto sul bene indicato nel titolo dall'esecutato all'esecutante, di talché il suo effetto consiste in una modificazione della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9696 del 16 novembre 1994
«L'identificazione del mezzo di impugnazione esperibile contro un provvedimento giurisdizionale deve essere fatta in base al principio dell'«apparenza», cioè con riferimento esclusivo alla qualificazione dell'azione data dal giudice nel...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7402 del 24 giugno 2000
«Il datore di lavoro deve ispirare la sua condotta alle acquisizioni della migliore scienza ed esperienza per fare in modo che il lavoratore sia posto nelle condizioni di operare con assoluta sicurezza. Pertanto, non è sufficiente che una macchina...»