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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4883 del 3 febbraio 2003
«È abnorme il provvedimento con il quale il G.I.P., dopo avere rigettato la richiesta di emissione di decreto penale di condanna e avere disposto la restituzione degli atti al Pubblico Ministero, dichiari inammissibile la subordinata richiesta di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9898 del 4 marzo 2003
«L'art. 460, comma 5 c.p.p., nel testo introdotto dall'art. 37 comma 2, lett. b), della L. 16 dicembre 1999, n. 479 — in base al quale nel caso di condanna inflitta con decreto penale divenuto esecutivo il reato è estinto se, entro i termini...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 23717 del 8 giugno 2009
«È abnorme il provvedimento con cui il giudice delle indagini preliminari, emesso un decreto penale di condanna per imputazioni plurime e accolta l'istanza di oblazione avanzata dall'imputato in riferimento ad una di esse, senza la contestuale...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7140 del 22 luglio 1997
«La mancata revoca espressa del decreto penale prima di procedere al giudizio conseguente all'opposizione non è causa di nullità del procedimento, in quanto la revoca è un antecedente immancabile del giudizio stesso, che si verifica per il solo...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 37503 del 7 novembre 2002
«Ai fini della configurabilità del delitto di subornazione, nella fase del giudizio la qualità di «persona chiamata a rendere dichiarazioni davanti all'autorità giudiziaria» si assume nel momento dell'autorizzazione del giudice alla citazione della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12014 del 23 dicembre 1997
«L'inappellabilità della sentenza predibattimentale di proscioglimento, pronunciata a norma dell'art. 469 c.p.p., è subordinata alla duplice condizione: 1) che la decisione venga adottata nelle tassative ipotesi di palese estinzione del reato e...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3027 del 25 gennaio 2002
«La sentenza di proscioglimento predibattimentale di cui all'art. 469 c.p.p. può essere emessa solo ove ricorrano i presupposti in esso previsti (mancanza di una condizione di procedibilità o proseguibilità dell'azione penale ovvero presenza di una...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 20115 del 29 aprile 2004
«Il giudice delle indagini preliminari investito di opposizione a decreto penale di condanna non può emettere de plano sentenza di non luogo a procedere ai sensi dell'art. 129 c.p.p., in quanto l'esigenza di immediatezza nella declaratoria di una...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 176 del 5 gennaio 2006
«Il reato di falsità ideologica in atti pubblici è configurabile anche con riguardo ad atti dispositivi o negoziali della pubblica amministrazione. Tuttavia, quando la loro adozione risulta rimessa dalla legge ad apprezzamento discrezionale della...»
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Cassazione penale, Sez. III, ordinanza n. 1095 del 3 maggio 1996
«L'ordinanza emessa in dibattimento con la quale viene respinta la richiesta di sospensione del processo a causa della pendenza della procedura di sanatoria di un illecito urbanistico non è autonomamente impugnabile e deve essere impugnata insieme...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1470 del 12 febbraio 1992
«L'art. 483 c.p.p. 1988 non considera come causa di nullità del verbale di dibattimento l'omissione della sottoscrizione da parte del giudice, ma anzi prevede solo l'apposizione da parte di questi di un semplice «visto» meramente certificativo di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3550 del 29 gennaio 2004
«Il certificato medico prodotto in udienza, con cui si attesta lo stato di malattia (nella specie faringite, con uno stato febbrile a 39 gradi), è atto idoneo a comprovare l'impossibilità a comparire dell'imputato se non è contraddetto da una...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11193 del 9 novembre 1994
«Il giudice, prima di procedere in contumacia dell'imputato, poiché ha l'obbligo di controllare la regolare costituzione delle parti, prima di dar inizio al dibattimento, deve accertare la causa della mancata comparizione dell'imputato, anche se...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4420 del 30 aprile 1996
«Il mancato rinvio del procedimento di appello, svolgentesi col rito della Camera di consiglio ai sensi dell'art. 599 c.p.p., pur in presenza di un impedimento assoluto del difensore, non costituisce causa di nullità: invero il suddetto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7161 del 19 giugno 2000
«L'imputato già citato a giudizio in stato di libertà e successivamente tratto in arresto e detenuto per altra causa versa in stato di legittimo impedimento solo se tale nuova condizione sia stata tempestivamente comunicata. Solo se la detenzione...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 4708 del 24 aprile 1992
«L'attenuante della partecipazione di minima importanza al reato, di cui all'art. 114 c.p., non è ravvisabile in caso di acquisto a scopo edificatorio di lotti di una lottizzazione abusiva, non potendosi ritenere che tale acquisto abbia avuto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7542 del 2 luglio 1994
«Nel caso di rinvio del dibattimento per impedimento del difensore di fiducia per malattia, in presenza delle condizioni previste dall'art. 486, comma 5, c.p.p., l'omessa notifica al difensore stesso della data di fissazione della nuova udienza dà...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4226 del 9 gennaio 1998
«In tema di ricusazione, qualora la causa idonea a giustificare la dichiarazione di ricusazione divenga nota durante la udienza dibattimentale, la eventuale contumacia dell'imputato non rileva ai fini di impedire la decadenza dalla facoltà di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8915 del 2 ottobre 1997
«Nel caso in cui il dibattimento sia rinviato a causa dell'adesione del difensore d'ufficio dell'imputato allo sciopero della categoria, tale attività di rinvio del dibattimento de plano deve assolutamente precedere la dichiarazione di contumacia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9721 del 8 ottobre 1992
«L'imputato, già citato a giudizio in stato di libertà e successivamente tratto in arresto e detenuto per altra causa, versa in stato di legittimo impedimento qualora non ne sia stata ordinata la traduzione, per cui non può procedersi in sua...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25239 del 21 giugno 2001
«Il concorso di persone nell'omicidio seguito a una rapina a mano armata in danno del titolare di una gioielleria è, ai sensi dell'art. 110 c.p., pieno e non anomalo (art. 116 c.p.) atteso che l'evento omicidiario verificatosi non può considerarsi...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4721 del 30 gennaio 2008
«In tema di esame testimoniale, il divieto di porre domande suggestive riguarda l'esame condotto dalla parte che ha un interesse comune al testimone e non invece il controesame o l'esame condotto direttamente dal giudice per il quale non vi è il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 724 del 24 gennaio 1994
«In tema di ammissione di nuove prove (art. 507 c.p.p.), non sussiste l'obbligo del giudice di disporre d'ufficio tutte le prove astrattamente pertinenti e rilevanti, bensì il potere-dovere di disporre nuovi mezzi di prova quando risulti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12496 del 4 novembre 1999
«Il controllo della logicità della motivazione va esercitato sulla coordinazione delle proposizioni e dei passaggi attraverso i quali si sviluppa il tessuto argomentativo del provvedimento impugnato, senza la possibilità di verificare se i...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8542 del 17 settembre 1993
«In conseguenza delle modifiche apportate all'art. 500 c.p.p. con la L. 7 agosto 1992, n. 359 in tema di esame testimoniale, debbono ritenersi acquisibili, anche in grado di appello, le dichiarazioni rese dai testi nella fase delle indagini...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1723 del 10 febbraio 1994
«La violazione dell'obbligo, previsto dall'art. 511 c.p.p., di dar lettura degli atti contenuti nel fascicolo per il dibattimento, ovvero di indicare quelli utilizzabili ai fini della decisione, non può essere considerata come causa di nullità, non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 382 del 14 gennaio 2000
«Non si ha insufficiente indicazione dell'enunciazione del fatto, delle circostanze aggravanti e di quelle che possono comportare l'applicazione di misure di sicurezza, qualora si abbia l'individuazione dei tratti essenziali del fatto di reato...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5072 del 29 aprile 1998
«Il reato concorrente suscettibile di contestazione da parte del P.M. a norma dell'art. 517 c.p.p. deve emergere per la prima volta dalla istruttoria dibattimentale perché, se era già a conoscenza del P.M. nella fase degli atti di indagine...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34879 del 14 settembre 2007
«La violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza sussiste solo quando, nella ricostruzione del fatto posta a fondamento della decisione, la struttura dell'imputazione sia modificata quanto alla condotta, al nesso causale ed...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7583 del 11 giugno 1999
«In tema di bancarotta fraudolenta, concorrono alla consumazione del delitto tutti coloro che abbiano, con la loro attività, apportato un concreto contributo causale alla produzione del dissesto dell'azienda; pertanto, pur rappresentando la...»