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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 34472 del 19 aprile 2012
«Le decisioni della Corte EDU che evidenzino una situazione di oggettivo contrasto - non correlata in via esclusiva al caso esaminato - della normativa interna sostanziale con la Convenzione EDU assumono rilevanza anche nei processi diversi da...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4395 del 2 febbraio 2007
«In caso di condanna pronunciata all'esito di un giudizio contumaciale giudicato non equo dalla Corte europea per i diritti dell'uomo, il condannato, onde ottenere la rinnovazione del giudizio, può avvalersi unicamente dell'istituto della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 35633 del 23 ottobre 2002
«La riabilitazione da misura di prevenzione, prevista dall'art. 15 della legge 3 agosto 1988, n. 327, è tuttora di competenza della corte d'appello, secondo quanto espressamente previsto (in conformità a quella che era, all'epoca, l'ordinaria...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1687 del 4 luglio 1995
«In tema di estinzione della pena, il provvedimento che dispone la riabilitazione è costituito da un'ordinanza e non da una sentenza, come stabilito dall'art. 180 c.p., in sintonia con l'art. 598 c.p.p. 1930. Ciò perché il vigente codice di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2057 del 31 maggio 1997
«In tema di applicazione dell'indulto a reati unificati con il vincolo della continuazione - sia nell'ipotesi in cui, in ragione del titolo, alcuni dei reati unificati siano esclusi e altri compresi nel provvedimento di clemenza, sia nella diversa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1251 del 6 maggio 1994
«Il procedimento per l'applicazione in sede di esecuzione della disciplina del reato continuato, previsto dall'art. 671 c.p.p., deve svolgersi secondo le forme stabilite dall'art. 666, terzo comma, c.p.p., che prevede la fissazione dell'udienza in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 217 del 8 marzo 1994
«Il procedimento per l'applicazione della disciplina del reato continuato, previsto dall'art. 671 c.p.p., deve svolgersi secondo le forme stabilite dall'art. 666, terzo comma, c.p.p., che, in quanto norma di carattere generale, deve trovare...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 118 del 3 marzo 1992
«La richiesta rivolta al giudice dell'esecuzione con la quale si instaura il procedimento disciplinato dall'art. 666 c.p.p. non ha natura di impugnazione e, pertanto, non può essere dichiarata inammissibile per il solo fatto che, a sostegno di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 42738 del 24 novembre 2001
«In tema di patteggiamento, qualora la sentenza abbia ad oggetto più reati uniti per continuazione, la riduzione di pena ai sensi dell'art. 444, comma 1, c.p.p. va operata sulla pena complessiva applicata per i detti reati, ivi compreso anche...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4953 del 14 dicembre 1998
«Il giudice della esecuzione che riconosca l'esistenza del vincolo della continuazione tra una pluralità di condanne, è tenuto a verificare se le pene inflitte siano state tutte o solo alcune condizionalmente sospese. Nel primo caso, il beneficio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 42724 del 24 novembre 2001
«In tema di riabilitazione, ove sia stata condonata la pena inflitta con la sentenza in relazione alla quale il condannato chiede di essere riabilitato, il termine previsto dall'art. 179 c.p. per la concessione del beneficio decorre - atteso il...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 24214 del 18 novembre 2011
«In tema di esdebitazione (istituto introdotto dal d.l.vo 9 gennaio 2006, n. 5), il beneficio della inesigibilità verso il fallito persona fisica dei debiti residui nei confronti dei creditori concorsuali non soddisfatti richiede, ai sensi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24395 del 1 dicembre 2010
«L'istituto dell'esdebitazione, previsto dagli artt. 142 a 144 della legge fall., nel testo novellato dal d.l.vo n. 5 del 2006 e dal d.l.vo n. 169 del 2007, trova applicazione, secondo quanto disposto dalla disciplina transitoria, quanto alle...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21864 del 25 ottobre 2010
«In tema di esdebitazione, istituto previsto dagli artt. 142 a 144 della legge fall., nel testo novellato dal d.l.vo n. 5 del 2006 e dal d.l.vo n. 169 del 2007, la domanda con cui il debitore chiede di essere ammesso a tale beneficio va notificata,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24121 del 13 novembre 2009
«L'istituto dell'esdebitazione, previsto dagli artt. 142 e 144 della legge fall., nel testo novellato dal D.L.vo n. 5 del 2006 e dal D.L.vo n. 169 del 2007, trova applicazione, secondo quanto disposto dalla disciplina transitoria, alle procedure...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 24215 del 18 novembre 2011
«In tema di esdebitazione, il decreto con cui il tribunale decide sulla relativa istanza del debitore, ai sensi dell'art. 143 legge fall., è reclamabile avanti alla corte d'appello entro novanta giorni, decorrenti dalla data di deposito in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10937 del 7 novembre 1997
«L'azione di responsabilità contro amministratori e sindaci, esercitata dal curatore del fallimento, ex art. 146 L. fall., compendia in sé le azioni ex artt. 2393 e 2394 c.c., ed è diretta alla reintegrazione del patrimonio della società fallita,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4669 del 23 maggio 1990
«È ammissibile la proposta di concordato che preveda la chiusura del fallimento di una società in nome collettivo con esclusione del fallimento di uno dei soci nel rapporto con i suoi creditori personali, tenuto conto della riserva contenuta...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16213 del 23 luglio 2007
«In caso di estensione del fallimento di una società di persone al socio illimitatamente responsabile, che sia anche titolare di un'impresa individuale, quest'ultimo risponde con tutto il suo patrimonio sia delle obbligazioni contratte in qualità...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2156 del 8 giugno 1994
«I benefici della sospensione condizionale della pena e della non menzione possono essere concessi solo dal giudice della cognizione con la sentenza o con il decreto di condanna, salvo il caso eccezionale, previsto dall'art. 671, comma 3, c.p.p.,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 17029 del 10 aprile 2003
«La declaratoria di inammissibilità di istanza di affidamento in prova al servizio sociale adottata de plano dal Presidente del tribunale di sorveglianza sul rilievo che l'entità della pena residua da espiare è superiore al limite massimo previsto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 20240 del 23 maggio 2002
«La definizione del reclamo del detenuto al magistrato di sorveglianza avverso il provvedimento del direttore dell'istituto penitenziario in materia di colloqui e conversazioni telefoniche deve avvenire con provvedimento de plano e non all'esito...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4071 del 4 novembre 1994
«L'assegnazione di condannati a una specifica sezione di istituto di pena appositamente istituita e connotata da un più severo regime carcerario non può essere assimilata a un provvedimento di sottoposizione del condannato al regime della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 949 del 16 marzo 1994
«Nel procedimento di sorveglianza, qualora l'avviso della data di udienza sia dato senza il rispetto del termine di dieci giorni previsto dall'art. 666, terzo comma, c.p.p., richiamato dall'art. 678, deve ritenersi verificata una nullità di ordine...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 40897 del 18 ottobre 2012
«In tema di giudizio di appello, la violazione del termine a comparire, stabilito in venti giorni dall'art. 601, comma terzo, cod. proc. pen., comporta una nullità di ordine generale a regime intermedio che, se non sanata ai sensi dell'art. 184...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 578 del 12 gennaio 2007
«Dopo l'ammissione alla procedura del concordato preventivo non sono consentiti pagamenti lesivi della par condicio creditorum nemmeno se realizzati attraverso compensazione di debiti sorti anteriormente con crediti realizzati in pendenza della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 567 del 24 gennaio 1981
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 168 legge fall., in riferimento all'art. 24 Cost., nella parte in cui dispone che, dalla data della presentazione del ricorso per l'ammissione alla procedura di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6166 del 17 aprile 2003
«In tema di effetti dell'ammissione alla procedura di concordato preventivo, il divieto per i creditori, stabilito dall'art. 168, terzo comma, della legge fallimentare, di acquistare diritti di prelazione con efficacia rispetto ai creditori...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 24427 del 2 ottobre 2008
«In tema di ammissione del contribuente alla procedura di concordato preventivo, l'art. 168 legge fall., nel vietare l'inizio ovvero la prosecuzione di azioni esecutive sul patrimonio del debitore sino al passaggio in giudicato della sentenza di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10638 del 4 giugno 2004
«In tema di amministrazione controllata, i decreti di ammissione al voto o di esclusione dal voto, emessi dal giudice delegato all'udienza di adunanza dei creditori, sono immediatamente reclamabili al tribunale, ex artt. 188, ultimo comma, e 26...»