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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3845 del 8 aprile 1995
«L'entità della pena applicata, in puntuale aderenza alla richiesta delle parti, può essere posta in discussione con il ricorso per cassazione solo sotto il profilo della congruità e, pertanto, non può essere sottoposta a critiche per valutazioni...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7984 del 24 agosto 1993
«Il «patteggiamento» è un meccanismo processuale in virtù del quale imputato e P.M. si accordano sulla qualificazione giuridica della condotta contestata, sulla concorrenza di circostanze, sulla comparazione fra le stesse e sull'entità della pena,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8314 del 23 luglio 1994
«La disposizione di cui all'art. 468 c.p.p. — che prevede l'onere per le parti di specificare le circostanze sulle quali si intendono escutere i testimoni — non è applicabile nel caso di giudizio direttissimo. Ed invero l'art. 451 c.p.p. — che...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5791 del 9 giugno 1993
«Né la mancanza dell'obbligo di specificare le circostanze sulle quali i testimoni «presentati» dovranno essere escussi realizza una lesione del diritto di difesa, posto che le parti si trovano in una posizione «paritaria» assicurata dall'eguale...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10504 del 3 settembre 1999
«Detto obbligo deve ritenersi rispettato non soltanto quando nella lista testimoniale le circostanze sono indicate con richiamo diretto al capo di imputazione, ma anche quando sia possibile dedurre per relationem che la persona indicata è tra i...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8612 del 24 luglio 1998
«Tale esigenza è soddisfatta quando la individuazione dell'oggetto dell'esame è idoneo a consentire il diritto alla controprova: il che avviene quando alla individuazione suddetta si possa pervenire attraverso il richiamo al fatto descritto in atti...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3654 del 10 gennaio 1996
«L'esercizio di facoltà processuali dell'imputato, quali quella di non consentire all'esame (artt. 208 e 503 c.p.p.) o quella di non rilasciare dichiarazioni contro sè stesso, non può essere valutato come parametro ai sensi dell'art. 133 c.p. per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32505 del 26 luglio 2004
«La relazione di servizio proveniente dalla polizia giudiziaria e finalizzata alla comunicazione della notizia di reato può essere acquisita al fascicolo del dibattimento qualora per circostanze obiettive debba essere qualificata come atto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 38682 del 1 ottobre 2004
«La lettura di atti per sopravvenuta impossibilità di ripetizione deve ritenersi consentita, in una interpretazione costituzionalmente orientata dell'art. 512 c.p.p., a condizione che i fatti o le circostanze da cui deriva detta impossibilità siano...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8004 del 18 luglio 1995
«Tale situazione ricorre in caso di sopravvenuta irreperibilità dei dichiaranti dei quali era stato sollecitato l'esame con richiesta di incidente probatorio respinta dal Gip, con conseguente accertamento dell'imprevedibilità della successiva...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6251 del 29 maggio 2000
«La lettera della norma non appare suscettibile di interpretazione estensiva e, per contro, una contestazione suppletiva di fatti già noti all'accusa viola il principio di difesa, sia sotto il profilo che si tratta di una imputazione “a sorpresa”...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6753 del 13 gennaio 1998
«L'imputato che in sede di appello lamenti che nel giudizio di primo grado, in violazione della norma dell'art. 197, lettere a) e b), c.p.p., sono stati escussi testimoni che rivestivano la qualità di imputati in un procedimento connesso e chieda...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9103 del 8 ottobre 1997
«Tale facoltà di riqualificazione riguarda, oltre al fatto per come descritto nell'imputazione, anche il fatto per come accertato nella sentenza impugnata, in ipotesi diverso, con la conseguenza che la correlazione tra l'imputazione e la decisione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7552 del 2 luglio 1994
«In tema di relazione fra sentenza ed accusa, il fatto di cui agli artt. 521 e 522 c.p.p. va definito come l'accadimento di ordine naturale dalle cui connotazioni e circostanze soggettive ed oggettive, geografiche e temporali, poste in correlazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21094 del 5 maggio 2004
«L'imputato non può essere giudicato e condannato per fatti relativamente ai quali non sia stato in condizioni di difendersi, fermo restando che la contestazione del fatto non deve essere ricercata soltanto nel capo di imputazione ma deve essere...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 34655 del 28 settembre 2005
«Non può essere nuovamente promossa l'azione penale per un fatto e contro una persona per i quali un processo già sia pendente (anche se in fase o grado diversi) nella stessa sede giudiziaria e su iniziativa del medesimo ufficio del P.M., di talché...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2389 del 14 ottobre 1992
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 548 c.p.p., per asserito contrasto con l'art. 24 Cost., nella parte in cui non prevede la notificazione della sentenza al difensore nominato dall'imputato dopo la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 12613 del 5 novembre 1999
«Poiché l'art. 576 c.p.p. limita il potere di impugnazione della parte civile ai capi delle sentenze di condanna che riguardano l'azione civile nonché alle sentenze di proscioglimento pronunciate nel giudizio, è inammissibile — per il principio di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 25624 del 24 luglio 2006
«In tema di estradizione dall'estero, il principio di specialità previsto dall'art. 14 della Convenzione europea di estradizione opera anche con riferimento al procedimento di prevenzione, e pertanto non è consentita l'applicazione di misure di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2876 del 21 gennaio 2003
«In tema di estradizione dall'estero, il principio di specialità previsto dall'art. 14 della Convenzione Europea di estradizione opera anche con riferimento al procedimento di prevenzione, e pertanto non è consentita la applicazione di misure di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4242 del 24 marzo 2003
«Il giudice non può procedere alla liquidazione del danno biologico secondo i principi di cui all'art. 4 del D.L. n. 857 del 1976, conv. nella legge n. 37 del 1977, che si riferisce, nell'ambito dell'azione diretta contro l'assicuratore, al...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 14594 del 21 agosto 2012
«Gli eredi del debitore defunto, qualora, ingiunti in via monitoria di pagare il debito ereditario, eccepiscano, con l'atto di citazione in opposizione a decreto ingiuntivo, l'incompetenza per territorio del giudice adito, per essere competente il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7505 del 2 luglio 1994
«Il principio di legalità della pena è vincolante non solo quando venga applicata una pena non prevista o diversa da quella contemplata dalla legge, ma anche quando venga applicata una pena che esula dalle singole fattispecie legali penali perché...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 5690 del 8 giugno 1981
«Il principio di legalità della pena (art. 1 c.p.) è violato qualora venga applicata una pena non prevista o diversa da quella prevista dalla legge per un determinato reato. Rientra, tuttavia, nel concetto di legalità anche la pena comminata dalle...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3362 del 5 dicembre 1996
«Alla stregua di tale criterio, più reati possono considerarsi omogenei per comunanza di caratteri fondamentali quando siano simili le circostanze oggettive nelle quali si sono realizzati, quando le condizioni di ambiente e di persona nelle quali...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 26239 del 14 giugno 2013
«In tema di colpa specifica, nell'ipotesi della violazione di una norma cautelare cosiddetta "elastica" - che indica, cioè, un comportamento determinabile in base a circostanze contingenti - è comunque necessario che l'imputazione soggettiva...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 36595 del 22 settembre 2009
«In tema di reati fallimentari, non sussistono gli estremi della bancarotta fraudolenta documentale nel caso in cui l'amministratore di una società finanziaria invii ai clienti rendiconti trimestrali contraffatti - in quanto rappresentativi di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14745 del 29 dicembre 1999
«In tema di bancarotta, mentre, dal punto di vista oggettivo, non è dubbio che l'amministratore di diritto risponde unitamente all'amministratore di fatto per non avere impedito l'evento che aveva l'obbligo giuridico di impedire, dal punto di vista...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12530 del 4 novembre 1999
«In tema di associazione per delinquere, mancando di norma un atto “costitutivo” del sodalizio, la prova dell'esistenza di un'associazione con finalità illecite ben può essere desunta, in via indiretta, da “facta concludentia”, tra i quali assumono...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1149 del 7 febbraio 1997
«Le circostanze attenuanti, soggettive ed oggettive, sono sempre applicabili alla persona alla quale si riferiscono, anche se non conosciute, mentre le circostanze aggravanti sono applicabili soltanto se conosciute; nel caso di concorso di persone...»