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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12990 del 11 dicembre 1998
«Rientra nella fattispecie della corruzione per un atto di ufficio (art. 318 c.p.) il comportamento dell'incaricato di pubblico servizio che, svolgendo compiti preparatori nella procedura di definizione dei rapporti tra privati proponenti e l'ente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11918 del 21 novembre 2000
«Ai fini della configurabilità del reato di concussione c.d. «ambientale» (e della sua differenziazione rispetto al reato di corruzione) non è sufficiente l'accertamento di una situazione ambientale in cui sia diffuso il mercanteggiamento dei...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9730 del 13 ottobre 1992
«L'art. 317 c.p. assume quale condotta rilevante penalmente non solo l'abuso dei poteri cioè l'esercizio delle attribuzioni in violazione delle regole giuridiche di legalità, imparzialità e buon andamento, ma anche l'abuso della qualità pubblica,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7509 del 26 giugno 1992
«Il mandato di pagamento non appartiene alla competenza esclusiva e diretta del capo dell'amministrazione comunale ovvero di chi è legittimamente autorizzato a sostituirlo, ma rientra anche nelle funzioni del segretario del comune, che concorre...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1425 del 11 giugno 1998
«In tema di corruzione in atti giudiziari, tenuto conto dello scopo della norma incriminatrice, consistente nel garantire che l'attività giudiziaria sia svolta imparzialmente, deve ritenersi che la qualità di «parte» in un processo penale, presa in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32594 del 24 luglio 2015
«Nel delitto di induzione indebita, previsto dall'art. 319 quater cod. pen., introdotto dalla L. n. 190 del 2012, la condotta si configura come persuasione, suggestione, inganno, pressione morale con più tenue valore condizionante - rispetto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15117 del 31 marzo 2003
«Ai fini della configurabilità del delitto di istigazione alla corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, il cui elemento oggettivo è compendiato nell'espressione onnicomprensiva della sollecitazione di promessa, dazione di danaro o altra...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5439 del 13 aprile 1990
«Per la configurabilità del delitto di cui all'art. 322 c.p. occorre, tra l'altro, che l'offerta o la promessa di denaro o di altra utilità sia idonea alla realizzazione dello scopo, cioè sia tale da indurre il destinatario al compimento di un atto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30966 del 30 luglio 2007
«In caso di pluralità di indagati, il sequestro preventivo funzionale alla confisca «per equivalente» di cui all'art. 322 ter c.p. non può eccedere per ciascuno dei concorrenti la misura della quota di prezzo o profitto del reato a lui...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 19662 del 21 maggio 2007
«Il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente è legittimamente adottato in caso di impossibilità transitoria e reversibile di reperimento dei beni costituenti profitto illecito, sempre che detta impossibilità sussista al...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 24633 del 17 luglio 2006
«La previsione di cui all'art. 322 ter cod. pen — introducendo la confisca per equivalente nel caso in cui i beni costituenti il profitto o il prezzo del reato non siano aggredibili per qualsiasi ragione — prevede che la confisca possa riguardare...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12977 del 11 dicembre 1998
«In tema di richiesta di accesso ai documenti amministrativi, ai sensi dell'art. 25 della legge 7 agosto 1990, n. 21, coincidendo il termine di trenta giorni dalla richiesta dell'interessato formulata ex art. 328, comma secondo, c.p. con il termine...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34471 del 12 settembre 2007
«Integra il delitto di rifiuto di atti d'ufficio il medico della guardia medica che, posto telefonicamente al corrente della grave sintomatologia riferita da una paziente, non si rechi al di lei domicilio per l'effettuazione di un accurato esame...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 27840 del 7 luglio 2009
«In tema di rifiuto di atti di ufficio, il carattere di urgenza dell'atto rifiutato ben può essere apprezzato tenendo conto del tenore e della provenienza delle richieste formulate al soggetto attivo. (Fattispecie relativa al rifiuto di un medico...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32705 del 23 luglio 2014
«Ai fini della consumazione del reato di cui all'art. 336 c.p., l'idoneità della minaccia posta in essere per costringere il pubblico ufficiale a compiere un atto contrario ai propri doveri deve essere valutata con un giudizio "ex ante", tenendo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 48538 del 18 dicembre 2003
«In tema di turbata libertà degli incanti, poiché le persone preposte dalla legge o dall'autorità ai pubblici incanti o alle licitazioni private per conto di pubbliche amministrazioni hanno il dovere giuridico di impedire che l'esito della gara sia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1934 del 15 gennaio 2010
«La circostanza attenuante speciale del reato di turbata libertà degli incanti, data dal riferimento della condotta alle licitazioni private per conto di privati, resta estranea ai casi di licitazione dipendente da una disposizione di legge o da un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12889 del 19 dicembre 1991
«Il reato di inadempimento di contratti di pubbliche forniture, previsto dall'art. 355 c.p., appartiene alla categoria dei reati propri, configurabili solo se il loro autore rivesta quella particolare qualificazione o si trovi in quella particolare...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 249 del 9 marzo 1992
«La L. 26 aprile 1990, n. 86, ha ampliato la nozione di incaricato di pubblico servizio, correlandola all'attività in concreto espletata dall'agente, indipendentemente dal suo ruolo giuridico e di un effettivo rapporto di subordinazione con l'ente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7972 del 26 agosto 1997
«La qualifica di pubblico ufficiale, secondo l'attuale formulazione dell'art. 357 c.p., va riconosciuta a tutti i soggetti che, pubblici dipendenti o privati, possono e debbono, nell'ambito di una potestà regolata dal diritto pubblico, formare e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1265 del 18 gennaio 2007
«Sussiste la qualità di persona incaricata di pubblico servizio in capo al tecnico di laboratorio dell'ANAS, quando l'attività sia espletata per conto della stazione appaltante nell'ambito di procedimenti amministrativi relativi all'appalto di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7722 del 23 febbraio 2004
«Ai fini della configurabilità del reato di calunnia, la falsa accusa può anche realizzarsi sottacendo artatamente alcuni elementi della fattispecie, così da fornire una rappresentazione del fatto fuori del suo contesto e far apparire quindi come...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30968 del 16 settembre 2002
«La falsa denuncia di smarrimento di un assegno del quale si sia invece fatto uso dandolo a taluno in pagamento costituisce calunnia indiretta in danno del prenditore del titolo nei confronti del quale, per effetto di detta denuncia, vengono ad...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6574 del 2 giugno 2000
«Per la configurabilità del reato di calunnia non è indispensabile un'espressa attribuzione di fatti costituenti reato a carico di una persona attraverso una formale denuncia, essendo sufficiente che l'agente porti a conoscenza dell'autorità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8253 del 6 ottobre 1984
«Non esorbita dai limiti del diritto di difesa l'imputato che, in sede d'interrogatorio di polizia giudiziaria a suo carico, definisca falso il rapporto soltanto per quanto attiene alla veridicità della denunzia in esso contenuta. Egli, pertanto,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1255 del 14 gennaio 2014
«Integra il delitto di calunnia la denuncia con la quale si rappresentino circostanze vere, astrattamente riconducibili ad una determinata figura criminosa, celando, però, consapevolmente la concorrenza di una causa di giustificazione. (In...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 32006 del 28 settembre 2006
«La circostanza aggravante di aver adoperato sevizie o di aver agito con crudeltà verso la persona ricorre quando le modalità della condotta esecutiva di un delitto rendono evidente la volontà di infliggere alla vittima un patimento ulteriore...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4819 del 16 aprile 1999
«Il motivo è futile quando la spinta al reato manca di quel minimo di consistenza che la coscienza collettiva esige per operare un collegamento accettabile sul piano logico con l'azione commessa. La futilità, così intesa, appartiene, dunque, alla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 27339 del 12 luglio 2007
«Sussiste l'esimente dell'esercizio del diritto di critica politica (art. 51 c.p.) nel caso in cui — con lettera recapitata al Consiglio comunale — siano rivolte aspre critiche ad un consigliere concernenti fatti risultati veri, relativi al cumulo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10811 del 21 ottobre 2000
«In tema di reato continuato, l'esclusione, a determinati fini, del carattere unitario (in senso normativo) dell'illecito deve essere specificamente prevista dalla legge, valendo in mancanza di tassative esclusioni, il principio della unitarietà....»