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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2128 del 17 marzo 1986
«Sussiste il reato previsto dall'art. 473 c.p. quando un prodotto industriale venga presentato in una confezione diversa da quella originariamente indicata dal marchio depositato, anche se non ne siano alterate l'originalità e le qualità...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5610 del 5 maggio 1980
«Ai sensi dell'art. 473 comma terzo, c.p., l'applicazione delle disposizioni penali di cui ai primi due commi è subordinata all'osservanza delle norme delle leggi interne o delle convenzioni internazionali sulla tutela della proprietà intellettuale...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37553 del 2 ottobre 2008
«Integra reato di cui all'art. 473 c.p. la contraffazione o l'alterazione di segni distintivi di opere dell'ingegno o di prodotti industriali che siano tali da ingenerare confusione nei consumatori e da nuocere al generale affidamento, mentre...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4980 del 27 maggio 1981
«Il fatto della contraffazione del marchio presuppone un rapporto di comparazione con il marchio genuino, nella sua struttura emblematica e/o nominativa, e si concretizza nella riproduzione, nei suoi elementi essenziali, del segno distintivo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5245 del 15 maggio 1991
«Ai fini della tutela penale, l'autorizzazione provvisoria all'esercizio di un campeggio rilasciata dal comune va collocata non già nella categoria degli atti pubblici, bensì in quella delle autorizzazioni amministrative. (Applicazione in tema di...»
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Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 12280 del 6 settembre 1990
«Il falso in carta di identità rientra nell'ipotesi delittuosa di cui all'art. 477 c.p. e non in quella di cui all'art. 476 di tale codice, posto che la carta d'identità rientra tra i documenti tutelati da detta norma, in quanto trattasi di un...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 16010 del 28 aprile 2005
«In tema di falsità ideologica, l'incompetenza relativa del pubblico ufficiale — ravvisabile allorché l'atto sia compiuto da un pubblico ufficiale facente parte dell'organo cui la norma attribuisce il relativo potere, ma privo di specifiche...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11669 del 24 marzo 2005
«I delitti contro la fede pubblica offendono direttamente e specificamente l'interesse pubblico, costituito dalla tutela della genuinità materiale e della veridicità ideologica di certi documenti e solo di riflesso ledono l'interesse del singolo,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9950 del 21 novembre 1996
«Anche dopo che la L. 28 gennaio 1994, n. 84 ha disposto la trasformazione dei consorzi autonomi dei porti in società di diritto privato i responsabili continuano a rivestire la qualità di pubblici ufficiali nelle attestazioni e certificazioni...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11497 del 14 dicembre 1993
«In tema di falso documentale, la falsità non è punibile solo quando si riveli in concreto inidonea a ledere l'interesse tutelato dalla genuinità del documento, vale a dire quando non abbia la capacità di conseguire uno scopo antigiuridico ed...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8471 del 10 settembre 1993
«Poiché la norma che punisce la falsità ideologica in atti pubblici è diretta a tutelare la veridicità in astratto degli atti stessi, è irrilevante che il singolo atto affetto da falsità abbia determinato o meno un danno in concreto.»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 7299 del 17 settembre 1984
«Ai fini della configurabilità del delitto di falsità ideologica in atto pubblico, è irrilevante l'omessa menzione nell'atto medesimo del compimento da parte del pubblico ufficiale della attività di accertamento che costituisce indefettibile...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2076 del 20 gennaio 2009
«I delitti contro la fede pubblica tutelano direttamente non solo l'interesse pubblico alla genuinità materiale e alla veridicità ideologica di determinati atti, ma anche quello del soggetto privato sulla cui sfera giuridica l'atto sia destinato a...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11915 del 12 marzo 2004
«Integra il reato di falsità materiale in atto pubblico (art. 476 c.p.) - anche nell'ipotesi che il fatto sia stato commesso prima dell'introduzione nel codice penale dell'art. 491 bis, ad opera dell'art. 3 della legge 23 dicembre 1993, n. 547 - la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3363 del 15 marzo 1999
«In materia di falsità in atti, il delitto previsto dall'art. 489 c.p. (uso di documento falsificato, senza concorso nella falsificazione) tutela l'interesse dell'autore apparente del documento, comunque leso dalla sua utilizzazione, che ne rende...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16687 del 29 novembre 1989
«Scopo della norma posta dall'art. 490 c.p. è la tutela della fede pubblica attraverso la conservazione di atti pubblici o scritture private per il loro insostituibile valore documentale. Ne consegue che la lesione o messa in pericolo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9080 del 3 luglio 1989
«Ai fini della configurabilità del dolo del reato di soppressione, distruzione e occultamento di atti veri, è sufficiente la sola consapevolezza che l'atto non sarà in grado di adempiere più a quella funzione probatoria di cui era dotato.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3518 del 17 aprile 1985
«Ai fini della configurabilità del delitto di cui agli artt. 476 e 490 c.p. non occorre alcun dolo specifico, essendo sufficiente la consapevolezza che l'atto soppresso non sarà in condizioni di adempiere alla funzione di prova che gli è propria,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 465 del 21 gennaio 1982
«I documenti menzionati dall'art. 491 c.p. sono equiparati agli atti pubblici ai soli effetti della pena, mentre conservano i caratteri intrinseci della scrittura privata agli effetti dell'integrazione degli elementi costitutivi del reato.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10265 del 13 novembre 1981
«La legge penale tutela il documento non per il suo contenuto ma per la sua attitudine probatoria. Pertanto, l'invalidità del rapporto giuridico rappresentato nel documento non esclude il delitto di falso. Tale delitto può venir meno soltanto se si...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6940 del 15 luglio 1981
«La tutela penale predisposta dall'art. 491 c.p. in relazione alla falsità in titoli di credito, ha per oggetto anzitutto la fede pubblica, che rispetto alla norma si pone come interesse primario, ed ha anche per oggetto il diritto di credito che...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4790 del 20 aprile 1988
«Il falso in titoli di credito è reato di pericolo che ha per oggetto la mera possibilità della lesione giuridica dell'oggetto della tutela penale, tant'è che non è configurabile neppure l'ipotesi del tentativo.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13301 del 12 dicembre 1980
«L'alterazione della cambiale consiste nella sostituzione della data di scadenza originaria con altra più lontana, effettuata dal debitore senza il consenso di tutti i firmatari del titolo al fine di conseguire una proroga del termine di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9447 del 13 luglio 1978
«L'equiparazione quoad poenam dei titoli di credito trasmissibili per girata agli atti pubblici trova la sua giustificazione nella necessità di rafforzare la tutela di documenti che per loro natura sono destinati alla circolazione. Se, pertanto,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6873 del 9 giugno 1976
«L'autenticità dei titoli di credito trasferibili mediante girata è tutelata penalmente in vista del pericolo che la loro irregolare circolazione possa ledere anche diritti diversi da quelli dei loro originari negoziatori. Pertanto non vale ad...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3564 del 23 gennaio 2008
«Sussiste il falso innocuo quando esso si riveli in concreto inidoneo a ledere l'interesse tutelato dalla genuinità dei documenti e ciò quando non abbia la capacità di conseguire uno scopo antigiuridico, nel senso che l'infedele attestazione o la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7531 del 29 luglio 1997
«La valutazione di innocuità del falso commesso dal privato in atto pubblico, di cui all'art. 483 c.p., non può essere rapportata alla funzione che l'atto assume, quale elemento o requisito di valutazione per un diverso procedimento amministrativo,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3331 del 16 marzo 2000
«Il bene tutelato dal reato ex art. 485 c.p., è costituito dalla fiducia che i consociati ripongono nella sicurezza della circolazione dei documenti e nella protezione degli specifici interessi connessi con la loro genuinità ed integrità; ne...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 256 del 15 febbraio 1971
«Il fotomontaggio rientra nella tutela dell'art. 485 c.p., poiché la nozione di scrittura privata, ai fini penali, è più ampia di quella prevista dall'art. 2702 c.c. ed il successivo art. 2712 dello stesso codice dispone che ogni rappresentazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1763 del 15 marzo 1986
«La tutela del diritto alla reputazione che, nell'ampia previsione normativa degli artt. 10 cod. civ. e 96 L. 22 aprile 1941, n. 633, comprende quella del decoro della persona, può essere fatta valere per inibire la reiterata riproduzione di...»