-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2016 del 8 febbraio 2001
«Il principio secondo cui, per il fatto che le decisioni della Corte di Cassazione non possono essere riformate, è inammissibile l'individuazione di un nuovo giudice in sostituzione di quello designato dalla precedente sentenza di annullamento...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4829 del 27 febbraio 2009
«Nel giudizio di cassazione configura un ipotesi di colpa grave tale da legittimare l'irrogazione, a carico del soccombente, dell'ulteriore somma di cui all'art. 385, quarto comma, cod. proc. civ., aggiunto dalla legge n. 40 del 2006, il caso del...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 28166 del 26 novembre 2008
«Nel caso in cui la risoluzione di una questione di giurisdizione richieda la ricostruzione del contenuto di una convenzione accessoria ad una concessione di servizio pubblico, stipulata tra l'Amministrazione concedente ed il concessionario,...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17411 del 30 agosto 2004
«In tema di giudizio di cassazione, non si verifica consumazione del diritto di impugnazione, ai sensi dell'art. 387 c.p.c., qualora, dopo un primo ricorso non depositato nel termine di cui all'art. 369 del codice medesimo, venga proposto un...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13817 del 23 settembre 2002
«In tema di pluralità di ricorsi per cassazione successivamente proposti avverso la stessa decisione, il principio secondo il quale la proposizione di un primo atto inidoneo a dar vita ad un valido ricorso (per mancanza di alcuno degli elementi...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1441 del 17 febbraio 1997
«Il principio per cui la consumazione del diritto di impugnazione che determina l'improponibilità del ricorso per Cassazione si verifica soltanto se interviene una declaratoria di inammissibilità o di improcedibilità del precedente ricorso (art....»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9917 del 24 maggio 2004
«In caso di cassazione con rinvio la domanda di restituzione delle somme pagate in esecuzione della sentenza di appello, successivamente cassata, non costituisce domanda nuova in quanto la ripetizione — che non è inquadrabile nell'istituto della...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3695 del 14 marzo 2001
«Costituiscono elementi essenziali dell'atto di riassunzione il riferimento esplicito alla precedente fase processuale e la manifesta volontà di riattivare il giudizio attraverso il ricongiungimento delle due fasi in un unico processo; la mancanza...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14892 del 17 novembre 2000
«Il giudizio di rinvio instauratosi a seguito di annullamento, da parte della Corte di cassazione, della sentenza d'appello per i motivi di cui ai nn. 3 e 5 dell'art. 360 c.p.c. (nella specie, per vizio di motivazione) non si pone in parallelo con...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6828 del 13 luglio 1998
«Il giudizio di rinvio si caratterizza come giudizio rescissorio ai fini di colmare il vuoto aperto, nella controversia di merito, dalla pronuncia di cassazione, ed in esso le parti conservano la stessa posizione processuale del precedente...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3877 del 18 giugno 1980
«Poiché il giudizio di rinvio costituisce la prosecuzione del giudizio di primo o di secondo grado conclusosi con la pronuncia della sentenza cassata, la parte che riassume la causa davanti al giudice di rinvio non è tenuta a conferire una nuova...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10456 del 26 novembre 1996
«La tempestiva instaurazione di un giudizio d'impugnazione della sentenza arbitrale, ai sensi dell'art. 828 c.p.c., dà luogo ad una vicenda processuale non riconducibile al parametro dell'impugnazione di un atto negoziale, bensì ad un vero e...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5901 del 18 giugno 1994
«Il giudizio di rinvio conseguente alla cassazione della sentenza di secondo grado per motivi di merito (cosiddetto giudizio di rinvio proprio) non costituisce la prosecuzione della pregressa fase di merito che ha preceduto il giudizio di...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 514 del 5 febbraio 1977
«Il rimedio dell'opposizione di terzo ordinaria, che si inquadra tra i mezzi di impugnazione previsti dal vigente sistema processuale (art. 323 c.p.c.) ha carattere di azione rescissoria autonoma, distinta dall'azione che ha formato oggetto e...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6416 del 1 luglio 1998
«L'opposizione di terzo a norma dell'art. 404, primo comma, c.p.c., costituendo un'impugnazione della decisione contro la quale è proposta comporta il litisconsorzio necessario fra tutte le parti del giudizio conclusosi con la sentenza impugnata....»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4324 del 27 giugno 1988
«La sentenza che accoglie l'opposizione di terzo revocatoria ex art. 404, secondo comma, c.p.c., proposta da un avente causa o da un creditore di una delle parti avverso la sentenza passata in giudicato o comunque esecutiva (ovvero il decreto...»
-
Cassazione civile, Sez. VI-lav., ordinanza n. 768 del 15 gennaio 2013
«Il lavoratore che, essendo stato alle dipendenze di un datore di lavoro per contratti a termine seguiti da contratto a tempo indeterminato, agisca nei confronti del datore stesso e del cessionario del contratto di lavoro per sentirli condannare...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6177 del 6 luglio 1996
«Nel caso di fusione (anche per incorporazione) fra società (a seguito della quale si verifica una situazione del tutto analoga a quella della successione universale), qualora l'attività imprenditoriale continui a svolgersi nel medesimo luogo in...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6842 del 23 luglio 1994
«In ipotesi di trasferimento (o di usufrutto o affitto) di azienda, ai sensi dell'art. 2112 c.c. (modificato dall'art. 47 della L. 29 dicembre 1990, n. 428), la continuazione, in capo al cessionario (che subentra ex lege nella stessa posizione del...»
-
Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 29039 del 27 dicembre 2011
«Qualora il lavoratore agisca nei confronti di più datori di lavoro, addebitando loro una attività coordinata di dequalificazione e "mobbing" chiedendo, quale effetto della condotta materia, al risarcimento dei danni, sussiste tra le domande una...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3114 del 3 marzo 2001
«Nel rito del lavoro, al ricorso per ingiunzione è applicabile l'onere per il creditore procedente di indicare gli elementi essenziali dell'azione, ossia il fondamento o titolo causa petendi e l'oggetto petitum della pretesa azionata...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17513 del 30 agosto 2005
«Nel rito del lavoro deve essere esclusa la decadenza a carico della parte che, nel ricorso introduttivo del giudizio o nella memoria difensiva di costituzione, abbia omesso di dedurre il mezzo di prova riguardante una circostanza, anche se di...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12884 del 19 novembre 1999
«Nel processo del lavoro, è legittima l'utilizzazione delle prove — ritualmente acquisite agli atti — assunte in un precedente giudizio tra le stesse parti e inerenti allo stesso contenzioso sostanziale, considerato l'ampio potere di ammissione di...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3537 del 24 marzo 1993
«Nel rito del lavoro, il potere del giudice di disporre d'ufficio mezzi istruttori — mentre può essere esercitato, in presenza di significativi dati d'indagine e per superare l'incertezza sui fatti costitutivi dei diritti in contestazione, anche se...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 428 del 19 gennaio 1987
«Qualora il giudice disponga la trasformazione del rito ai sensi dell'art. 426 c.p.c., l'ordinanza di fissazione dell'udienza di discussione e di concessione di termine perentorio per la integrazione degli atti deve essere comunicata solo alla...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4615 del 6 marzo 2004
«Nei procedimenti ai quali si applica il rito del lavoro non è ammissibile l'appello contenente l'articolazione dei motivi proposto prima del deposito della sentenza di primo grado, essendo consentito prima di tale momento, ex art. 433 comma 2,...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4829 del 13 maggio 1998
«La competenza del giudice d'appello è funzionale ed inderogabile ai sensi dell'art. 341 c.p.c. e del successivo art. 433 c.p.c. relativo alle controversie di lavoro e previdenziali, in considerazione della peculiarità del giudizio di impugnazione...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6170 del 5 luglio 1996
«Nel rito del lavoro l'appellante non ha l'onere di riproporre le istanze istruttorie, ritualmente proposte in primo grado, sulle quali il pretore abbia omesso di provvedere per aver ritenuto diversamente provate le circostanze di fatto allegate a...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7096 del 26 giugno 1993
«Nel rito del lavoro, l'indicazione nel ricorso in appello del nome del primo di più soggetti, nei cui confronti venga proposta l'impugnazione, e del numero complessivo di questi ultimi, seguita dalla dichiarazione di voler impugnare la sentenza...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 25097 del 28 novembre 2005
«Nell'ipotesi in cui la sentenza impugnata abbia pronunciato su cause legate da uno stretto rapporto di dipendenza, è applicabile la disciplina delle cause inscindibili; ne consegue, in materia di impugnazione, l'applicabilità del principio in base...»