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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3234 del 11 maggio 1983
«L'art. 41 secondo comma c.p.c., il quale conferisce alla pubblica amministrazione, che non sia parte in causa, il potere di chiedere che sia dichiarato dalle Sezioni Unite della Corte di cassazione il difetto di giurisdizione del giudice...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3377 del 16 maggio 1983
«L'inammissibilità del ricorso per cassazione sancita dall'art. 366 n. 2 c.p.c., per la mancata indicazione della sentenza impugnata, va limitata all'ipotesi in cui l'indicazione del provvedimento impugnato difetti del tutto o sia talmente incerta...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1517 del 5 marzo 1984
«La deroga alla competenza pretorile in materia possessoria, prevista per ragioni di connessione dall'art. 704 c.p.c., non si configura quando, non essendo più pendente in primo grado la controversia petitoria, i due procedimenti (petitorio e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4597 del 2 agosto 1984
«Qualora l'opposizione a decreto ingiuntivo sia accolta solo in parte — come avviene allorché l'accoglimento concerna soltanto l'elemento quantitativo della domanda originaria — pur essendo il titolo esecutivo costituito esclusivamente dalla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5123 del 13 ottobre 1984
«Nel rito del lavoro, al convenuto, che, ritualmente evocato in giudizio, sia rimasto contumace, non deve essere notificato o comunicato il provvedimento che rinvii ad altra data l'udienza di discussione, tenuto conto che anche in tale rito, in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1882 del 18 marzo 1986
«Anche nel rito del lavoro, nonostante gli ampi poteri istruttori d'ufficio conferiti al giudice dall'art. 421 c.p.c., devono essere rispettate le regole dettate in materia di istruzione probatoria dall'art. 420 e dalle disposizioni, in quanto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4496 del 10 luglio 1986
«Con riguardo ad una sentenza di condanna al pagamento di somme di denaro, la posizione della P.A. non è diversa da quella di ogni altro debitore, con conseguente ammissibilità dell'azione esecutiva per espropriazione; tuttavia, rispetto ai beni...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 766 del 6 febbraio 1986
«In tema di competenza per materia del giudice del lavoro, l'art. 409 c.p.c. contempla ogni controversia nella quale la pretesa fatta valere in giudizio si ricolleghi ad un rapporto di lavoro in atto, ovvero estinto, oppure anche soltanto da...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6492 del 27 luglio 1987
«È nullo per mancanza di causa il contratto a prestazioni corrispettive nel quale non vi sia una equivalenza, almeno approssimativa o tendenziale, delle prestazioni, come quando una delle parti si obblighi ad una prestazione senza che, in cambio,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2472 del 16 marzo 1988
«Il risarcimento del danno mediante reintegrazione in forma specifica può esplicarsi nella eliminazione di quanto illecitamente fatto e che risulti identificato con la fonte esclusiva o concorrente di un danno attuale, continuo e destinato a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3637 del 8 agosto 1989
«L'irregolare composizione del collegio arbitrale per difetto in taluno dei componenti di una condizione pattiziamente prevista (nella specie, secondo il capitolato di appalto non potevano essere nominati arbitri coloro che in qualsiasi modo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 158 del 16 gennaio 1990
«In tema di impresa familiare, la cognizione del giudice del lavoro, ex art. 409 c.p.c., non è circoscritta all'accertamento del diritto alla remunerazione dei soggetti indicati dall'art. 230 bis c.c., ma comprende la domanda con la quale un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4174 del 15 maggio 1990
«L'equiparazione del cosiddetto detentore qualificato al possessore vero e proprio ai fini della legittimazione all'azione di reintegrazione (art. 1168 c.c.), non trova deroga con riguardo alla disciplina disposta negli artt. 703 e ss. c.p.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8342 del 17 agosto 1990
«Ai fini dell'impugnazione per revocazione, ai sensi dell'art. 395 n. 3 c.p.c., è decisivo il documento, trovato dopo la sentenza, che, se acquisito agli atti, sarebbe stato in astratto idoneo a formare un diverso convincimento del giudice, e...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8621 del 23 agosto 1990
«Anche nell'ipotesi di cosiddetto noleggio di bene mobile (nella specie, macchina fotocopiatrice), trovano applicazione le regole della locazione, circa la revocabilità, pure tacitamente, della precedente disdetta alla scadenza, con la...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 9213 del 6 settembre 1990
«Ad integrare la fattispecie del dolo processuale revocatorio ex art. 395 n. 1 c.p.c., non basta la semplice violazione del dovere di lealtà e di probità, richiedendosi, invece, un'attività intenzionalmente fraudolenta, concretantesi in artifizi o...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10320 del 3 ottobre 1991
«Qualora l'immobile aggiudicato, in esito ad esecuzione per espropriazione forzata, risulti difforme o privo delle qualità indicate negli atti della procedura, senza che l'aggiudicatario sia a conoscenza della situazione reale, deve riconoscersi a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2503 del 9 marzo 1991
«In tema di esecuzione del contratto (o del rapporto obbligatorio) la buona fede si atteggia come un impegno od obbligo di solidarietà, che impone a ciascuna parte di tenere quei comportamenti che, a prescindere da specifici obblighi contrattuali e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3680 del 8 aprile 1991
«Ai sensi dell'art. 400 c.p.c., nel procedimento di revocazione relativo a sentenze in materia di lavoro e di previdenza ed assistenza obbligatorie si osservano, in quanto non derogate da quelle dettate in tema di revocazione, le norme per il rito...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7487 del 18 giugno 1992
«La procura speciale al difensore, rilasciata in primo grado «per il presente giudizio» (o processo, causa, lite ecc.), senza alcuna limitativa indicazione, esprime la volontà della parte di estendere il mandato all'appello, quale ulteriore grado...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8786 del 21 luglio 1992
«La disposizione dell'art. 3 della L. 7 ottobre 1969, n. 742, che per le cause considerate urgenti, tra cui quelle di lavoro, sancisce la non operatività della sospensione nel periodo feriale, manifestamente non contrasta né con l'art. 3 Cost.,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 782 del 22 gennaio 1993
«La costituzione in giudizio di più parti, per mezzo di uno stesso procuratore cui sia stato conferito il mandato con unico atto da tutte sottoscritto è valida solo quando fra le medesime parti non vi sia conflitto di interessi – che può essere non...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 386 del 18 gennaio 1994
«L'ordinanza con la quale, in sede di conversione del pignoramento, il giudice dell'esecuzione determina, con le modalità di cui all'art. 495 c.p.c., l'entità della somma da versare in sostituzione delle cose pignorate è provvedimento che,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8418 del 15 ottobre 1994
«La disposizione (art. 276 c.p.c.) che impone la partecipazione, alla deliberazione della decisione, degli stessi giudici che componevano il collegio all'udienza di discussione — da osservarsi anche con riguardo al procedimento (disciplinato dalla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12061 del 22 novembre 1995
«Nel rito del lavoro, la lettura in udienza del dispositivo della sentenza, costituente un adempimento distinto e successivo rispetto alla deliberazione della decisione, deve essere compiuta, se il giudice è collegiale, alla contestuale presenza di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2719 del 8 marzo 1995
«Nel comodato di un immobile, stipulato senza la espressa fissazione di un termine, questo, mentre non è desumibile dalla generica destinazione che l'immobile può avere per sua propria natura, trattandosi di destinazione ad uso generico ed...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4721 del 28 aprile 1995
«La morte o la perdita della capacità di una parte costituita, che sopravvengono nel corso del giudizio di appello, prima della chiusura della discussione, trovano specifica e compiuta regolamentazione nelle disposizioni dell'art. 300 c.p.c., senza...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5738 del 25 maggio 1995
«L'obbligazione solidale, pur avendo ad oggetto una medesima prestazione, si configura come una pluralità di rapporti giuridici di credito-debito tra loro distinti. Ne deriva che, quando le cause concernenti i diversi rapporti siano state...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9105 del 29 agosto 1995
«L'appello, essendo volto, quale mezzo di gravame, non alla mera eliminazione di un atto illegittimo, bensì alla rinnovazione del giudizio di merito, non realizza la sua funzione tipica se non è articolato in modo da riproporre al secondo giudice,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9407 del 7 settembre 1995
«Qualora venga dichiarato il fallimento di una società di capitali che derivi dalla trasformazione di una società di persone e solo in sequenza temporale dei soci che nella precedente forma sociale avevano assunto l'illimitata responsabilità per le...»