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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 144 del 11 aprile 1996
«Dalla complessa normativa risultante dagli artt. 238 e 511 bis c.p.p., si desume che le dichiarazioni rese dall'imputato in diverso procedimento penale, al di fuori dell'incidente probatorio o del dibattimento (nel qual caso costituiscono prova e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14807 del 18 aprile 2012
«La responsabilità dell'imputato - conformemente ai principi affermati dalla giurisprudenza europea, in applicazione dell'art. 6 della CEDU - non può basarsi unicamente o in misura significativa su dichiarazioni acquisite, seppure legittimamente,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 38682 del 1 ottobre 2004
«La lettura di atti per sopravvenuta impossibilità di ripetizione deve ritenersi consentita, in una interpretazione costituzionalmente orientata dell'art. 512 c.p.p., a condizione che i fatti o le circostanze da cui deriva detta impossibilità siano...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 18150 del 16 aprile 2003
«L'utilizzazione, ai sensi dell'art. 512 c.p.p., delle dichiarazioni accusatorie rese dal testimone irreperibile, qualora la sua irreperibilità non sia conseguenza di una scelta volontaria per sottrarsi all'esame da parte dell'imputato, rientra...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 37119 del 5 novembre 2002
«La regola contenuta nell'art. 526 comma 1 bis c.p.p., secondo cui la colpevolezza dell'imputato non può essere provata sulla base di dichiarazioni rese da chi, per libera scelta, si è sempre volontariamente sottratto all'esame da parte...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 23192 del 7 giugno 2001
«Ai fini dell'utilizzazione mediante lettura delle dichiarazioni di persona resasi irreperibile, anche l'evasione dallo stato di detenzione domiciliare di soggetto sottoposto a programma di protezione perché collaboratore di giustizia è da...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5495 del 31 maggio 1996
«La sopravvenuta impossibilità di rintracciare il testimone la quale, ove ricollegabile a fatti o circostanze imprevedibili, consente di dare lettura nel dibattimento delle dichiarazioni da questi rese alla polizia giudiziaria, al pubblico...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 27918 del 14 luglio 2011
«Ai fini dell'acquisizione mediante lettura dibattimentale, ex art. 512 bis c.p.p., delle dichiarazioni rese, nel corso delle indagini, da persona residente all'estero, è necessario preliminarmente accertare l'effettiva e valida citazione del teste...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11626 del 13 novembre 2000
«La regola stabilita dall'art. 111 della Costituzione, nel testo novellato dalla legge costituzionale 23 novembre 1999 n. 2, secondo cui le dichiarazioni accusatorie possono costituire valida prova a carico dell'imputato solo se sottoposte al...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8244 del 9 settembre 1997
«In tema di lettura delle dichiarazioni rese dall'imputato in procedimento connesso l'art. 513 c.p.p. stabilisce un identico regime probatorio con le dichiarazioni dell'imputato, richiedendo nell'uno e nell'altro caso che le dichiarazioni siano...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 16859 del 9 aprile 2004
«Nel giudizio di appello, le dichiarazioni rese, in fase di indagini preliminari, da coimputati o imputati di reato connesso ed inserite nel fascicolo del dibattimento nel giudizio di primo grado (celebratosi, come nel caso di specie, anteriormente...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 30121 del 9 agosto 2005
«L'acquisizione al fascicolo per il dibattimento, ai sensi dell'art. 513, comma 1, c.p.p., delle dichiarazioni predibattimentali dell'imputato, quando questi rifiuti di sottoporsi ad esame, deve ritenersi consentita anche nel caso di rifiuto di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 13090 del 14 dicembre 1998
«Nel giudizio di legittimità non è più consentito di richiedere il recupero dell'oralità e del contraddittorio sulle dichiarazioni accusatorie rilasciate nel corso delle indagini preliminari o nell'udienza preliminare, di cui sia stata data lettura...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 4265 del 7 aprile 1998
«In tema di istruzione dibattimentale, le disposizioni di cui all'art. 6, L. 7 agosto 1997, n. 267, che contengono la disciplina transitoria della nuova normativa posta dall'art. 513, c.p.p., in ordine alla lettura delle dichiarazioni rese...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 16632 del 2 maggio 2007
«Il giudice di appello, se accerta che il fatto è diverso da quello contestato, non potendo decidere in ordine allo stesso perché altrimenti sottrarrebbe all'imputato un grado di giudizio e ne violerebbe conseguentemente in maniera irreparabile il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 382 del 14 gennaio 2000
«Non si ha insufficiente indicazione dell'enunciazione del fatto, delle circostanze aggravanti e di quelle che possono comportare l'applicazione di misure di sicurezza, qualora si abbia l'individuazione dei tratti essenziali del fatto di reato...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6374 del 2 luglio 1997
«Le norme disciplinanti le nuove contestazioni (artt. 516-522 c.p.p.) hanno lo scopo di assicurare il contraddittorio sul contenuto dell'accusa e, quindi, il pieno esercizio del diritto di difesa dell'imputato. Ne consegue che le dette norme non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10196 del 4 marzo 2013
«La modifica in udienza del capo di imputazione, consistente nella diversa indicazione della data del commesso reato, non sempre comporta una alterazione avente incidenza sulla identità sostanziale e sulla identificazione dell'addebito, atteso che,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10820 del 20 marzo 2012
«È ammissibile la richiesta di applicazione della pena, proposta a seguito di modifica dell'imputazione, ex art. 516 cod. proc. pen. - nella specie da tentata estorsione aggravata in esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10640 del 15 settembre 1999
«Deve assegnarsi valore esclusivamente processuale e non di inversione dell'onere della prova alla regola secondo cui, qualora la contestazione di un reato permanente (nella specie, costruzione senza l'osservanza delle disposizioni tecniche...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 44709 del 18 novembre 2004
«La contestazione suppletiva prevista dall'art. 517 c.p.p., effettuabile tanto prima quanto nel corso della istruzione dibattimentale, può avere ad oggetto anche fatti già acquisiti dal pubblico ministero nel corso delle indagini preliminari, fermo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10394 del 1 settembre 1999
«In tema di nuove contestazioni di circostanze aggravanti emerse nel corso dell'udienza, deve ritenersi che il termine ultimo entro il quale esse possono essere effettuate debba farsi coincidere con la chiusura del dibattimento e che, dunque, possa...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5072 del 29 aprile 1998
«Il reato concorrente suscettibile di contestazione da parte del P.M. a norma dell'art. 517 c.p.p. deve emergere per la prima volta dalla istruttoria dibattimentale perché, se era già a conoscenza del P.M. nella fase degli atti di indagine...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1431 del 15 gennaio 2002
«La contestazione in dibattimento di un reato connesso a norma dell'art. 12, comma 1, lett. b), c.p.p., o di una circostanza aggravante di cui non vi sia menzione nel decreto che dispone il giudizio, è ammessa solo quando si fondi su elementi...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6443 del 3 giugno 1998
«Per la legittimità della contestazione di un reato connesso non è richiesto, in base al disposto dell'art. 517 c.p.p. anche il consenso dell'imputato, essendo sufficiente la sussistenza di un reato contestato in via principale, un rapporto di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 40449 del 29 novembre 2002
«A norma dell'art. 518 c.p.p., per «fatto nuovo» deve intendersi la circostanza dotata di intrinseca autonomia strutturale rispetto al fatto per il quale si è proceduto, che possa costituire presupposto idoneo all'instaurazione di un procedimento...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3325 del 4 aprile 1996
«In materia di tutela delle acque dall'inquinamento costituisce nuova contestazione ai sensi dell'art. 520 c.p.p. e non correzione dell'imputazione l'integrazione del capo di imputazione con il riferimento al superamento dei parametri fissati dalla...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 41478 del 24 ottobre 2012
«Il principio di correlazione tra imputazione e sentenza non può ritenersi violato da qualsiasi modificazione rispetto all'accusa originaria, ma solo nel caso in cui la contestazione venga mutata in relazione ai suoi elementi essenziali, in modo da...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6487 del 17 febbraio 2012
«È nulla la sentenza d'appello con la quale sia stata attribuita al fatto contestato una diversa qualificazione giuridica senza che l'imputato abbia preventivamente avuto modo di interloquire sul punto.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4132 del 15 gennaio 1997
«Il reato di falso ideologico postula che il documento, attestante l'immutatio veri, sia perfetto nel suo tenore letterale, giuridico e nella sua funzione probatoria. Un atto incompleto, firmato in bianco o non contenente tutte le indicazioni...»