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Cassazione civile, Sez. II, ordinanza n. 17665 del 2 settembre 2004
«In tema di regolamento di competenza, nel caso in cui, nel procedimento davanti al tribunale in composizione monocratica, il giudice abbia ordinato, ai sensi dell'art. 281 sexies c.p.c., la discussione orale della causa e abbia pronunciato...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2459 del 21 marzo 1996
«La sospensione feriale ai sensi della legge n. 742 del 1969 trova applicazione anche con riguardo al termine per proporre l'istanza di regolamento di competenza, sempreché la decisione impugnata sia stata pronunciata alla stregua del rito ordinario.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18795 del 6 settembre 2007
«L'art. 47, comma quarto, c.p.c. dispone che il regolamento di competenza d'ufficio sia richiesto con ordinanza, senza dettare alcuna precisazione sui requisiti di contenuto che tale provvedimento deve avere. Ne discende che tali requisiti vanno...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15939 del 17 luglio 2007
«In tema di capacità processuale del curatore fallimentare, l'autorizzazione del giudice delegato a stare in giudizio ai sensi dell'art. 25 comma 1 n. 6 legge fall. può essere concessa anche dopo la decorrenza del termine per proporre impugnazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15369 del 22 luglio 2005
«La eccezionale legittimazione processuale suppletiva del fallito sussiste nel caso di inerzia dell'amministrazione fallimentare; ne consegue che tale legittimazione è ammissibile solo quando l'inerzia sia stata determinata da un totale...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 924 del 7 febbraio 1985
«Il procedimento prefallimentare, che si apre con la richiesta di fallimento del debitore proposta a norma dell'art. 6 del R.D. 16 marzo 1942, n. 267, pur se soggetto al rito camerale, e presentante peculiari caratteristiche rispetto al processo...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1521 del 23 gennaio 2013
«Impugnati separatamente, dalla medesima società, il decreto di rigetto del reclamo, ex art. 183 legge fall., avverso il diniego di omologazione di un concordato preventivo da essa proposto e la sentenza di rigetto del reclamo, ex art. 18 legge...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12422 del 20 maggio 2010
«In tema di associazione temporanea di imprese, il potere di rappresentanza, anche processuale, di cui all'art. 23, comma 9, del d.l.vo 19 dicembre 1991, n. 406 ("ratione temporis" vigente), spetta all'impresa mandataria, o "capogruppo",...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 6622 del 19 marzo 2009
«L'autorizzazione ad agire e a contraddire in giudizio in rappresentanza di un ente pubblico (nella specie, un Comune) è riferita al titolare della carica (nella specie, il Sindaco) al momento in cui l'atto deve essere compiuto, e non alla persona...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7107 del 20 luglio 1998
«La preventiva autorizzazione ad agire o resistere in giudizio o a proporre impugnazione, rilasciata dall'organo deliberativo al presidente, è richiesta, in via generale, solamente per gli enti pubblici territoriali; e l'autorizzazione a resistere...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6062 del 16 giugno 1990
«Quando il competente organo dell'ente pubblico sia stato debitamente autorizzato a resistere in giudizio per opporsi, senza limitazione alcuna, ad una domanda proposta contro l'ente medesimo, non è necessaria un'ulteriore autorizzazione per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2210 del 16 febbraio 2012
«L'autorizzazione della giunta municipale al sindaco di un comune a proporre una domanda o a resistere in giudizio, non contenente alcuna limitazione al primo grado, abilita implicitamente il sindaco anche alla proposizione dell'appello, ove il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12109 del 23 maggio 2006
«L'autorizzazione della giunta municipale al sindaco di un comune a proporre una domanda o a resistere in giudizio, senza alcuna limitazione al giudizio di primo grado, abilita il sindaco implicitamente anche alla proposizione dell'appello ove il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 560 del 19 gennaio 2000
«Per gli enti pubblici, la mancanza della deliberazione autorizzativa a stare in giudizio incide in via generale sulla legittimazione processuale, ed è rilevabile in ogni stato e grado del giudizio. Con particolare riferimento agli Istituti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12446 del 16 maggio 2008
«Nel caso in cui al momento della decisione il giudice non rinvenga in atti un documento, ritualmente depositato, dal quale risulti la legittimazione ad agire di una delle parti, egli non può ritenere insussistente tale legittimazione, ma è tenuto...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 10045 del 11 ottobre 1993
«L'autorizzazione a stare in giudizio, necessaria perché un ente pubblico possa agire o resistere in causa, attiene alla legitimatio ad processum, ossia all'efficacia e non alla validità della costituzione dell'ente medesimo; essa, pertanto, può...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12286 del 5 luglio 2004
«Il difetto di legittimazione attiva o passiva è rilevabile, anche d'ufficio, in ogni stato e grado del giudizio - e, dunque, anche in sede di legittimità, - salvo che sul punto non si sia formato il giudicato, atteso che esso attiene alla regolare...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21811 del 11 ottobre 2006
«Qualora la società in liquidazione promuova il giudizio per mezzo del precedente amministratore, ormai privo di poteri rappresentativi, il vizio che ne consegue concerne la capacità processuale della medesima società, in quanto relativo alla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8421 del 4 maggio 2004
«Nel quadro del principio per cui non può essere attribuita la rappresentanza processuale quando non risulti conferita al medesimo soggetto anche la rappresentanza sostanziale in ordine al rapporto dedotto in giudizio, deve escludersi che il...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9331 del 26 ottobre 1996
«Poiché l'elemento oggettivo caratterizzante il reato di cui all'art. 707 c.p. è costituito dall'attualità del possesso degli strumenti atti allo scasso, il quale non presuppone un rapporto di contiguità fisica costante con gli stessi, l'elemento...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12225 del 20 agosto 2003
«L'art. 1945 c.c., se consente al fideiussore di opporre contro il creditore tutte le eccezioni che spettano al debitore principale, non gli riconosce tuttavia, per ciò solo, una legittimazione sostitutiva in ordine al proponimento delle azioni che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12048 del 7 novembre 1992
«Nelle procedure speciali, in cui è consentito alle parti di proporre e di svolgere personalmente le loro difese, come il procedimento per la liquidazione delle competenze professionali degli avvocati e procuratori ex artt. 28 e ss. della L. 13...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1026 del 10 aprile 2000
«In tema di sequestro probatorio, il fatto che il P.M. ritenga di disporre una consulenza tecnica per approfondire nel merito la sussistenza del reato ipotizzato, appartiene alla normale dialettica processuale e non può essere considerato come...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11013 del 27 settembre 1999
«In tema di partecipazione a giochi d'azzardo, il gioco si considera tenuto (e di conseguenza il giocatore è «colto» mentre vi prende parte) anche nell'ipotesi in cui vi sia una momentanea sospensione o interruzione, eventualmente derivante...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4006 del 29 aprile 1997
«Nei giochi d'azzardo la flagranza costituisce condizione oggettiva di punibilità. Essa è quella propria e non la cosiddetta «quasi flagranza», che si verifica quando il soggetto è colto con cose, dalle quali appaia che poco prima ha partecipato al...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10832 del 10 novembre 1985
«L'art. 721 c.p. deferisce al giudice la qualificazione del giuoco d'azzardo nei suoi elementi essenziali dell'aleatorietà e del fine di lucro, a nulla rilevando che il giuoco non sia inserito negli elenchi formati dall'autorità ai sensi dell'art....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1777 del 17 maggio 1996
«In materia di esercizio di cave in zone sottoposte a vincolo ai sensi della L. 8 agosto 1985, n. 431 il fatto che la cava sia in attività da lungo tempo (nel caso di specie dal 1961) non è sufficiente ad escludere di per sè la sussistenza delle...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 28700 del 1 luglio 2004
«Secondo la disposizione di cui all'art. 727 c.p., applicabile anche agli animali da allevamento, la condotta di incrudelimento consiste non solo nel cagionare all'animale delle sofferenze senza alcuna necessità, ma anche nel sottoporre lo stesso...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11281 del 21 ottobre 1986
«Ai fini della configurabilità del reato di maltrattamenti di animali, la «necessità», richiesta perché sia lecito sottoporre gli animali a fatiche eccessive o a tortura, deve essere intesa come necessità non assoluta ma relativa, cioè determinata...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 218 del 15 marzo 1996
«Il carattere di unitarietà della procedura fallimentare esclude la coesistenza di più procedure concorsuali nei confronti del medesimo imprenditore, con la conseguenza che nelle ipotesi di conflitto positivo di competenza il curatore può proporre...»