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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2964 del 5 aprile 1997
«I canali di gronda ed i loro sostegni rientrano nella categoria tecnico-giuridica degli sporti, per cui, ai sensi dell'art. 873 c.c., non si tiene conto di essi nella misurazione della distanza tra fabbricati. Qualora invece si controverta della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 593 del 25 gennaio 1988
«La norma del cpv. dell'art. 889 c.c. nello stabilire per i «tubi d'acqua pura o lurida» la distanza minima di un metro dal confine, non distingue, anzi specificamente equipara le acque pure a quelle luride (come ai gas e simili), onde la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1625 del 4 marzo 1983
«L'art. 889, secondo comma, c.c. — il quale stabilisce che per i tubi di acqua pura o lurida, per quelli di gas e simili deve osservarsi la distanza di almeno un metro dal confine — in quanto lex specialis rispetto alle norme regolanti l'uso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4286 del 22 febbraio 2011
«Gli impianti di riscaldamento per uso domestico, alimentati a nafta, non sono assoggettabili alla disciplina prevista dall'art. 889 c.c. in tema di distanze delle cisterne, ma a quella prevista dall'art. 890 c.c., il quale stabilisce il regime...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14354 del 3 novembre 2000
«In tema di distanze legali, la norma dell'art. 890 c.c. volta a preservare il vicino da ogni possibile danno insito nella destinazione della costruzione, contiene una elencazione meramente esemplificativa sicché la disciplina ivi prevista deve...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8055 del 8 agosto 1990
«Il rispetto della distanza, prevista per fabbriche e depositi nocivi o pericolosi dall'art. 890 c.c., è collegato ad una presunzione assoluta di nocività o pericolosità, che prescinde da ogni accertamento concreto nel caso in cui vi sia un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1049 del 8 febbraio 1983
«Accertato un pericolo per la solidità, la salubrità e la sicurezza dei fondi vicini — a prescindere da qualsiasi pericolo di danno all'incolumità delle persone — derivante dall'impianto di macchinari pericolosi, riguardati con riferimento al loro...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2423 del 19 aprile 1982
«In tema di distanze ex art. 890 c.c. per fabbriche di materie esplodenti, le norme dettate dal R.D. 6 maggio 1940, n. 635 (regolamento di esecuzione del T.U. delle leggi di pubblica sicurezza), all. b, cap. II, n. 1, cap. III, n..4 — là dove...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4488 del 10 aprile 2000
«L'art. 891 c.c. (distanze fra canali, i fossi ed il confine) è ispirata all'esigenza di scongiurare il pericolo di franamento che tali opere possono cagionare nei confronti del fondo deI vicino. Pertanto, la disposizione in esame non prevedendo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10061 del 12 ottobre 1993
«L'art. 891 c.c., attinente alle distanze dal confine di canali e fossi, si applica anche alle escavazioni non provvisorie eseguite per l'estrazione di materiale di qualunque specie, con la conseguenza che, nell'esercizio delle cave, debbono...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5687 del 19 maggio 1993
«L'art. 891 c.c. il quale prescrive una distanza minima dal confine per canali e fossi postula la realizzazione di uno scavo, non meramente temporaneo, che presenti un fondo più basso per ambedue i fianchi rispetto al piano di campagna, come tale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 19936 del 25 settembre 2007
«Qualora due fondi siano separati da un fosso, non è possibile parlare di fondi tra loro confinanti, dal che deriva l'inapplicabilità dell'art. 892 c.c. in riferimento agli alberi che uno dei due proprietari abbia piantato, all'interno del proprio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3289 del 6 marzo 2003
«Le regole dettate dall'art. 892 c.c. in materia di distanze per gli alberi dai confini, pur essendo sostanzialmente finalizzate ad impedire l'occupazione del fondo altrui da parte delle radici degli alberi posti in prossimità del confine, sono...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2865 del 26 febbraio 2003
«Il divieto di tenere alberi di alto fusto a meno di tre metri dal confine, stabilito dall'art. 892, comma primo, n. 1, c.c., riguarda anche gli alberi che abbiano alcuni tronchi di altezza inferiore ai tre metri, purché gli altri si diramino ad...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1412 del 19 febbraio 1999
«Gli alberi di alto o medio fusto, possono costituire siepe, come si desume dall'art. 892 c.c., secondo comma, pur se appartengano a specie non contemplate espressamente dalla norma - come i cipressi - ancorché non recisi periodicamente vicino al...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7896 del 6 agosto 1990
«Ai fini della distanza dal confine, l'art. 892 c.c. distingue le siepi formate da arbusti, da piante basse, da canneti, ecc., con esclusione degli alberi di alto e medio fusto, che così individuate per la loro composizione morfologica vanno tenute...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6348 del 28 novembre 1981
«Ai fini della determinazione della distanza ex art. 892 c.c., ove sorga controversia sulla rilevanza da attribuire all'altezza di una pianta quale constatata in giudizio, occorre accertare se essa sia stata determinata da un sistema di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10041 del 27 aprile 2010
«In tema di limitazioni legali della proprietà, ove due fondi siano delimitati da un muro comune, la linea di confine non si identifica con la linea mediana del muro medesimo, giacché su di esso, e sull'area di relativa incidenza, i proprietari...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15236 del 9 giugno 2008
«In base all'interpretazione costituzionalmente orientata degli artt. 892, 893 e 894 c.c., il proprietario del fondo può chiedere l'estirpazione degli alberi posti nel fondo del vicino a distanza minore di quella di legge, a prescindere dalla...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14455 del 22 dicembre 1999
«Chi pianti alberi in violazione delle distanze dal confine previste dall'art. 892 c.c. non può invocare, per impedire la loro estirpazione, le leggi speciali che tutelano, nell'interesse pubblico, il paesaggio e l'ambiente, perché il relativo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1898 del 16 maggio 1975
«La deroga al divieto di ripiantare alberi a distanza non legale presuppone l'esistenza di «un filare», cioè di una serie unitaria di alberi — piantati o seminati dalla mano dell'uomo, ovvero germinati spontaneamente — che si incorporino nel suolo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1305 del 9 aprile 1975
«Quando, in base al combinato disposto degli artt. 843 e 896 c.c., i frutti caduti dai rami protesi sul fondo del vicino appartengono, a norma degli usi locali, al proprietario dell'albero, al quale il proprietario del fondo, sul quale sono caduti...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1017 del 20 marzo 1976
«Il primo comma dell'art. 897 c.c., secondo cui ogni fosso interposto tra due fondi si presume comune, si riferisce così ai fondi rustici come ai fondi urbani. La prima parte del cpv. dell'art. 897 c.c., secondo cui il fosso interposto tra due...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8752 del 12 aprile 2006
«La panoramicità del luogo consiste in una situazione di fatto derivante dalla bellezza dell'ambiente e dalla visuale che si gode da un certo posto che può trovare tutela nella servitù altius non tollendi , non anche nella servitù di veduta, che...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 27 del 21 febbraio 2000
«Il bilancio d'esercizio di una società di capitali, che violi i precetti di chiarezza e precisione dettati dall'art. 2423, comma secondo c.c. (anche nel testo anteriore alle modificazioni apportate dal D.L.vo n. 127 del 9 aprile 1991), è illecito,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13751 del 9 dicembre 1999
«Per la sussistenza di una veduta è necessario che l'apertura abbia una normale e permanente destinazione alla vista e all'affaccio sul fondo altrui, veduta che non deve subire limitazioni nemmeno a piombo sicché la visione, a carico del vicino,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6406 del 6 dicembre 1984
«L'esistenza di un'opera muraria munita di parapetti e di muretti dai quali sia obiettivamente possibile guardare e affacciarsi comodamente verso il fondo del vicino, ancorché trattisi di opera che abbia pure funzione divisoria, è sufficiente a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6820 del 16 novembre 1983
«Può essere qualificata veduta e prospetto una finestra che consente non soltanto una comoda inspectio sul fondo vicino senza l'impiego di mezzi artificiali, ma anche una comoda perspectio e cioè la possibilità di affacciarsi con lo sporgere il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2097 del 20 maggio 1977
«L'art. 900 c.c. — che definisce vedute, o prospetti, quelle aperture che permettono di affacciarsi e di guardare di fronte, obliquamente o lateralmente — non fissa un comportamento rigidamente tipico per l'atto di affacciarsi ipotizzato, sicché è...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2084 del 5 aprile 1982
«L'assenza di parapetto su una terrazza di copertura di un edificio posta a distanza inferiore a quella legale, che sia di normale accessibilità e praticabilità da parte del proprietario, costituisce elemento decisivo per escludere che l'opera...»