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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2312 del 17 febbraio 2012
«A norma dell'art. 382 c.p.c. e a seguito dell'entrata in vigore delle norme che attuano il principio della "translatio iudicii" - segnatamente l'art. 59 della legge 18 giugno 2009, n. 69, e l'art. 11 del d.l.vo 2 luglio 2010, n. 104 - la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8344 del 3 maggio 2004
«L'accertamento, in sede di legittimità, della nullità della citazione in primo grado (nella specie, per errata identificazione del soggetto passivo della vocatio in ius) comporta la Cassazione senza rinvio della sentenza d'appello, ai sensi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 24100 del 10 novembre 2006
«Il potere di proporre impugnazione avverso la sentenza del giudice del lavoro non sorge in conseguenza della semplice lettura del dispositivo in udienza (salva l'eccezionale ipotesi prevista dall'art. 433, secondo comma, c.p.c.), ma postula che la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 460 del 13 gennaio 2009
«La rinuncia ad un diritto, se pure non può essere presunta, può tuttavia desumersi da un comportamento concludente, che manifesti, in quanto incompatibile con l'intenzione di avvalersi del diritto, la volontà di rinunciare. La valutazione in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14892 del 17 novembre 2000
«Il giudizio di rinvio instauratosi a seguito di annullamento, da parte della Corte di cassazione, della sentenza d'appello per i motivi di cui ai nn. 3 e 5 dell'art. 360 c.p.c. (nella specie, per vizio di motivazione) non si pone in parallelo con...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11517 del 4 novembre 1995
«La disposizione di cui al secondo comma dell'art. 431 c.p.c. nel testo modificato dalla L. 11 agosto 1973, n. 533, la quale riconosce al lavoratore la facoltà di procedere ad esecuzione «con la sola copia del dispositivo in pendenza del termine...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 20153 del 18 ottobre 2005
«Il quarto comma dell'art. 7 della legge n. 604 del 1966 - che disponeva la sospensione del termine di sessanta giorni, di cui all'art. 6, dal giorno della richiesta del tentativo di conciliazione all'ufficio provinciale del lavoro e della massima...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6778 del 15 giugno 1991
«Il giudice, anche nel rito del lavoro, deve preliminarmente esaminare la sussistenza o no dei requisiti di validità del ricorso introduttivo, ai fini dell'ammissibilità della domanda, rispetto al merito delle pretese esposte nel ricorso stesso e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3126 del 8 febbraio 2011
«Nel rito del lavoro, per aversi nullità del ricorso introduttivo del giudizio di primo grado per mancata determinazione dell'oggetto della domanda o per mancata esposizione degli elementi di fatto e delle ragioni di diritto su cui si fonda la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1629 del 22 gennaio 2009
«Nel rito del lavoro la nullità del ricorso introduttivo del giudizio di primo grado per mancata determinazione dell'oggetto della domanda o per mancata esposizione delle ragioni, di fatto e di diritto, non ricorre ove si deducano pretesi errori di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6714 del 1 luglio 1999
«Nel rito del lavoro, il ricorso privo dell'esatta determinazione dell'oggetto della domanda o dell'esposizione dei fatti e degli elementi di diritto è affetto da nullità ai sensi degli artt. 414, 164 e 156 c.p.c., sempre che non si tratti di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3480 del 21 luglio 1989
«Nel nuovo rito del lavoro, per aversi nullità del ricorso introduttivo del giudizio di primo grado per mancata determinazione dell'oggetto della domanda o per mancata esposizione degli elementi di fatto e delle ragioni di diritto su cui si fonda...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24188 del 25 ottobre 2013
«In tema di poteri istruttori d'ufficio del giudice del lavoro l'emanazione di ordine di esibizione (nella specie di documenti) è discrezionale e la valutazione di indispensabilità non deve essere neppure esplicitata nella motivazione; ne consegue...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 310 del 15 gennaio 1998
«Nel rito del lavoro, dove, per la particolare natura dei rapporti controversi il principio dispositivo va contemperato con quello della ricerca della verità materiale mediante una rilevante ed efficace azione del giudice nel processo, quando le...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12717 del 25 maggio 2010
«Nel rito del lavoro, l'esercizio di poteri istruttori d'ufficio, nell'ambito del contemperamento del principio dispositivo con quello della ricerca della verità, involge un giudizio di opportunità rimesso ad un apprezzamento meramente...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 209 del 9 gennaio 2007
«Nel rito del lavoro, l'acquisizione di nuovi documenti o l'ammissione di nuove prove da parte del giudice di appello rientra tra i poteri discrezionali allo stesso riconosciuti dagli artt. 421 e 437 c.p.c., e tale esercizio è insindacabile in sede...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14731 del 26 giugno 2006
«Nel rito del lavoro, ai sensi di quanto disposto dagli artt. 421 e 437 c.p.c., l'uso dei poteri istruttori da parte del giudice non ha carattere discrezionale, ma costituisce un potere-dovere del cui esercizio o mancato esercizio il giudice è...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10128 del 26 maggio 2004
«In una controversia in materia di locazioni iniziata dopo il 30 aprile 1995, nella quale, in virtù di quanto disposto dall'art. 447 bis c.p.c., il giudice delle locazioni può avvalersi dei poteri d'ufficio di cui agli artt. 421 e 437 dello stesso...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6204 del 15 marzo 2010
«Le informazioni e osservazioni, che, ai sensi dell'art. 425 c.p.c., possono essere fornite in giudizio dall'associazione sindacale indicata dalla parte, sono inidonee, anche in considerazione del loro carattere unilaterale, ad identificare la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 737 del 14 febbraio 1985
«L'esercizio, da parte del giudice del lavoro, del potere di richiedere informazioni alla pubblica amministrazione (art. 213 c.p.c.) non può considerarsi esaurito nel caso di risposta assolutamente inconcludente dell'amministrazione medesima,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1198 del 12 febbraio 1985
«Ai fini dell'accertamento del diritto a pensione d'invalidità, il giudice del merito, quando si trovi in presenza di due consulenze tecniche, di primo e di secondo grado, contrastanti tra loro, può condividere le conclusioni dell'una o dell'altra,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11464 del 19 giugno 2004
«Le informazioni e osservazioni che, ai sensi dell'art. 425 c.p.c., vengono fornite in giudizio dall'associazione sindacale, salva l'ipotesi in cui siano suffragate da elementi aventi un'intrinseca valenza probatoria, hanno la funzione di fornire...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 589 del 20 gennaio 1983
«Le informazioni ed osservazioni rese da rappresentanti di associazioni sindacali, pure con riguardo al contenuto ed alla portata di un contratto collettivo, secondo la previsione dell'art. 425 c.p.c., sono soggette ai principi generali in tema di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10401 del 6 maggio 2009
«Nel rito del lavoro il potere, conferito al giudice dall'art. 432 c.p.c., di liquidare con valutazione equitativa la somma dovuta al lavoratore quando sia certo il relativo diritto, può essere esercitato dal giudice del merito soltanto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 50 del 7 gennaio 2009
«Quando è certo il diritto alla prestazione spettante al lavoratore, ma non sia possibile determinare la somma dovuta, sicché il giudice la liquida equitativamente ai sensi dell'art. 432 c.p.c., l'esercizio di tale potere discrezionale non è...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 458 del 14 gennaio 2003
«Il ricorso del giudice, ai sensi dell'art. 432 c.p.c., alla liquidazione equitativa della prestazione dovuta implica un giudizio di merito, censurabile in sede di legittimità solo per insussistenza dei presupposti o per vizio di motivazione,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11210 del 22 agosto 2001
«Nel rito del lavoro il potere, conferito al giudice dall'art. 432 c.p.c., di liquidare con valutazione equitativa la somma dovuta al lavoratore quando sia certo il relativo diritto, può essere esercitato dal giudice del merito soltanto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7827 del 8 giugno 2001
«La valutazione equitativa delle prestazioni, prevista dall'art. 432 c.p.c., consente al giudice del lavoro di liquidare secondo equità il valore economico di un diritto del lavoratore che sia certo nella sua esistenza, una volta indicati, con...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2846 del 5 aprile 1990
«Il ricorso alla valutazione equitativa ex art. 432 c.p.c. è consentito al fine di determinare la «giusta retribuzione» ex art. 36 Cost. dovuta al lavoratore (anche nel caso in cui questi sia stato compensato in parte in natura ed in parte in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 118 del 11 gennaio 1986
«In tema di riserva di gravame differito avverso la sentenza non definitiva, anche nel rito del lavoro opera l'art. 340 c.p.c. anche se, rispetto al rito ordinario, il termine iniziale decorre, anziché dalla comunicazione del deposito della...»