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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3602 del 25 maggio 1983
«L'art. 1385, secondo comma, c.c. — il quale riconosce alla parte non inadempiente la facoltà di recedere dal contratto ritenendo la caparra (confirmatoria) o esigendo il doppio di essa — disciplina il caso in cui tale parte si avvale della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8630 del 29 agosto 1998
«In tema di caparra confirmatoria, il principio di cui al secondo comma dell'art. 1385 c.c. (in forza del quale la parte non inadempiente ha facoltà di recedere dal contratto ritenendo la caparra ricevuta o esigendone il doppio rispetto a quella...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11267 del 15 novembre 1993
«Nell'ipotesi di pattuizione di caparra confirmatoria, la richiesta di restituzione della caparra non può trovare giustificazione nel fatto che la parte non inadempiente abbia richiesto ai sensi dell'art. 1385 comma terzo c.c. la risoluzione del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4241 del 21 giugno 1983
«Nell'ipotesi di rilascio di caparra confirmatoria, qualora la parte non inadempiente chieda ed ottenga la pronuncia di risoluzione del contratto, con condanna dell'altra parte al risarcimento dei danni, da liquidarsi in separato giudizio, la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6217 del 21 novembre 1981
«Anche in caso di risoluzione del contratto, il diritto del contraente non inadempiente di trattenere la caparra confirmatoria fino alla liquidazione dei danni pretesi, comporta pur sempre a carico di detta parte l'onere di provare i danni...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1980 del 13 ottobre 1970
«Nel caso che le parti contraenti abbiano concordato il diritto di recesso, mediante la corresponsione della caparra o del doppio di questa (caparra penitenziale), il contratto si risolve per semplice volontà di una delle parti, senza che occorra...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9395 del 27 aprile 2011
«La rilevabilità d'ufficio della nullità del contratto in ogni stato e grado del processo opera solo se da parte dell'attore se ne richieda l'adempimento, essendo il giudice tenuto a verificare l'esistenza delle condizioni dell'azione e a rilevare...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2956 del 7 febbraio 2011
«Il giudice può rilevare d'ufficio la nullità di un contratto, a norma dell'art. 1421 c.c., anche se sia stata proposta la domanda di annullamento (o di risoluzione o di rescissione del contratto, senza incorrere nel vizio di ultrapetizione, atteso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21632 del 6 ottobre 2006
«La rilevabilità d'ufficio della nullità del contratto opera quando si chieda l'adempimento del contratto, in considerazione del potere del giudice di verificare la sussistenza delle condizioni dell'azione, e non quando la domanda sia diretta a far...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18540 del 20 agosto 2009
«Sebbene sia consentito al giudice rilevare d'ufficio la nullità del contratto anche quando ne sia stata domandata la risoluzione per inadempimento, tale rilievo resta precluso quando sulla questione della validità del contratto si sia formato il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23674 del 15 settembre 2008
«Nei caso in cui le parti di un contratto, ascrivendosi reciproci inadempimenti, chiedano ciascuna nei confronti dell'altro la risoluzione ai sensi dell'art. 1453 cod. civ., il giudice può rilevare d'ufficio la nullità del contratto stesso (niella...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6170 del 22 marzo 2005
«A norma dell'art. 1421 c.c. il giudice deve rilevare d'ufficio le nullità negoziali, non solo se sia stata proposta azione di esatto adempimento, ma anche se sia stata proposta azione di risoluzione o di annullamento o di rescissione del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 123 del 8 gennaio 2000
«Il potere del giudice di dichiarare d'ufficio la nullità di un contratto ex art. 1421 c.c. deve essere coordinato con il principio della domanda ex artt. 99 e 112 c.p.c., cosicché solo se sia in contestazione l'applicazione o l'esecuzione di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5313 del 4 aprile 2003
«...in base al principio logico di non contraddizione. Ne consegue che la scelta tra l'azione di annullamento e quella di risoluzione di un contratto o anche del loro esercizio alternativo nel processo rientra nel potere discrezionale della parte.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16031 del 19 luglio 2007
«Pertanto, le carenze o i vizi relativi alle caratteristiche e al valore dei beni ricompresi nel patrimonio sociale — e, di riverbero, alla consistenza economica della partecipazione — possono giustificare l'annullamento del contratto per errore o,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 98 del 10 gennaio 1975
«Poiché il requisito dell'essenzialità dell'errore deve essere determinato con criteri oggettivi, non è causa di annullamento del negozio l'eventuale errato apprezzamento soggettivo, in contrasto con la realtà oggettiva, di un elemento contrattuale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3176 del 14 maggio 1981
«Nella controversia vertente sull'annullamento del contratto per dolo determinante (art. 1439 c.c.), ovvero sulla risoluzione del medesimo per inadempimento, non può essere dedotta per la prima volta con ricorso per cassazione l'esistenza di un...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6733 del 30 marzo 2005
«Ne consegue che, in tema di azione costitutiva non necessaria (quale deve ritenersi quella avanzata ai sensi dell'art. 1453 c.c., in relazione alla quale l'effetto giuridico della risoluzione del rapporto negoziale non necessariamente deve...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11179 del 20 novembre 1990
«Le norme dell'art. 1447 (contratto concluso in istato di pericolo) e dell'art. 1448 (azione generate di rescissione per lesione) c.c. non sono applicabili, neppure in via analogica, alle dimissioni, che costituiscono un atto unilaterale del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6488 del 16 luglio 1997
«Quanto al vincolo che si costituisce fra il falsus procurator ed il terzo contraente esso è limitato alla responsabilità di natura aquiliana dell'uno, per il danno sofferto, dall'altro, per avere confidato, senza sua colpa, nella validità del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3378 del 20 febbraio 2004
«Anche quando la parte convenuta in giudizio per la risoluzione di un contratto per inadempimento risulti, con riferimento all'epoca della domanda giudiziale, non essere adempiente per inesigibilità, a quella data, della prestazione dedotta in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2992 del 17 febbraio 2004
«Nel valutare la sussistenza o meno di un inadempimento contrattuale, occorre interpretare le clausole contrattuali e valutare il comportamento delle parti nell'esecuzione del contratto anche in relazione al rispetto da parte dei contraenti dei...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6906 del 22 giugno 1993
«La domanda di risoluzione di un contratto, costituendo legittimo esercizio del potere di chiedere al giudice la tutela giurisdizionale di una situazione giuridica nascente dal contratto stesso, non manifesta, di per sé, il proposito della parte di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2500 del 10 aprile 1986
«Al fine della risoluzione del contratto a norma dell'art. 1453 c.c., la costituzione in mora della parte inadempiente, mentre può essere necessaria, in presenza di un inadempimento temporaneo, per escludere una presunzione di tolleranza della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4089 del 2 dicembre 1975
«La dichiarazione del debitore di non volere adempiere equivale a inadempimento e giustifica la risoluzione del contratto, l'immediatezza della quale evita un aggravio della posizione del debitore stesso. Tale principio opera anche quando...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 16291 del 19 novembre 2002
«Ai fini della risoluzione del contratto, l'art. 1453 c.c. richiede chela responsabilità del debitore per il ritardo nell'adempimento sia imputabile a dolo o colpa, non essendo sufficiente che lo stesso sia stato diffidato ad adempiere ex art....»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3516 del 12 giugno 1985
«In tema di risoluzione del contratto per inadempimento (nella specie: di contratto di locazione per mutata destinazione della cosa locata), la sussistenza o meno dell'elemento soggettivo va accertata specificamente, sulla scorta delle risultanze...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3328 del 14 maggio 1983
«La colpa dell'inadempiente, quale presupposto per la risoluzione del contratto, è presunta sino a prova contraria e tale presunzione è destinata a cadere solo a fronte di risultanze positivamente apprezzabili, dedotte e provate dal debitore, le...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 27 del 3 gennaio 2002
«Nei contratti con prestazioni corrispettive non è consentito al giudice del merito di pronunciare la risoluzione del contratto ai sensi dell'art. 1453 c.c. odi ritenerne la legittimità del rifiuto di adempiere a norma dell'art. 1460 stesso codice,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2347 del 1 marzo 1995
«Il termine per l'adempimento può essere ritenuto essenziale ai sensi e per gli effetti dell'art. 1457 c.c., solo quando, all'esito di indagine istituzionalmente riservata al giudice di merito, da condursi alla stregua delle espressioni adoperate...»