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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1692 del 26 febbraio 1986
«Ai fini della sussistenza del reato di bestemmia, di cui all'art. 724 c.p., è assolutamente necessaria — per legittimità di contestazione e per attuazione di difesa — la concreta individuazione della bestemmia medesima. (Fattispecie relativa ad...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3076 del 4 aprile 1985
«Ai fini della sussistenza del reato di bestemmia di cui all'art. 724 c.p., è necessario che il comportamento avvenga «pubblicamente», nel senso precisato dall'art. 266, quarto comma, c.p. Infatti, poiché l'azione, che offende il comune senso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3930 del 14 dicembre 1992
«Nel vigore del codice abrogato quando la risoluzione di un conflitto dipendeva dalla determinazione del titolo del reato o dalla sussistenza di circostanze aggravanti e non poteva essere esclusa allo stato, in base ad una delibazione sommaria...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 13641 del 10 aprile 2002
«In tema di sequestro probatorio, il rapporto di pertinenza fra le cose sequestrate e l'ipotesi di reato per cui si procede non può essere considerato in termini esclusivi di relazione immediata, ben potendo acquisire rilievo ed essere oggetto di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 713 del 14 gennaio 2011
«Il reato di resistenza a pubblico ufficiale resta assorbito nella contestazione della circostanza aggravante di cui all'art. 61 n. 10 c.p. per il concorrente reato di tentato omicidio in danno dello stesso pubblico ufficiale, in quanto il fatto di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 19491 del 16 ottobre 1997
«Nei delitti associativi l'effetto interruttivo della permanenza del reato deve ricollegarsi alla sentenza, anche non irrevocabile, che accerti la responsabilità dell'imputato, da ciò conseguendo che la porzione di condotta illecita successiva a...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 459 del 24 gennaio 1997
«Per medesimo fatto, ai fini dell'applicazione del principio del ne bis in idem di cui all'art. 649 c.p.p., deve intendersi identità degli elementi costitutivi del reato, e cioè di condotta, evento e nesso causale, considerati non solo nella loro...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 31828 del 24 settembre 2002
«Per la configurabilità del reato di bancarotta c.d. impropria, previsto dall'art. 223, comma 2, n. 1 del R.D. 16 marzo 1952, n. 267, come modificato dall'art. 4 del D.L.vo 11 aprile 2002, n. 61, si richiede la sussistenza di un rapporto di...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 6019 del 14 giugno 1993
«Deve escludersi che la disciplina della revisione prevista dal nuovo c.p.p. consenta di rilevare cause di estinzione del reato già risultanti dagli atti e «sfuggite» al controllo della Cassazione, non potendosi intendere la «novità» della prova...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11041 del 8 novembre 1995
«Ne consegue che, se il rinvio a seguito dell'annullamento della Corte di cassazione riguarda soltanto il giudizio di comparazione tra circostanze di segno opposto e la determinazione della pena, l'applicabilità di una causa estintiva del reato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2626 del 13 settembre 1994
«In tema di revisione, nel caso di sentenza di condanna per una pluralità di reati ricorre l'ipotesi di revisione «parziale» solo ove l'istanza investa in modo esaustivo almeno una delle condanne riportate, tanto cioè da comportare rispetto al...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 550 del 26 marzo 1997
«L'istanza di revoca della sentenza per abolizione del reato prevista dall'art. 673 c.p.p. non costituisce un mezzo di impugnazione che consenta la rivisitazione del giudizio di merito, non essendo permesso, al giudice dell'esecuzione adito ai...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1175 del 20 agosto 1994
«Il giudice dell'esecuzione, cui sia richiesta la revoca della sentenza per sopravvenuta estinzione del reato, è tenuto ad interpretare il giudicato ed a renderne espliciti il contenuto e i limiti, ricavando dalla decisione irrevocabile tutti gli...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7196 del 17 giugno 1994
«Infatti, rispetto alla identità della condotta (nella specie avere tramortito una donna con pugni e calci), nel tentato omicidio è rilevabile il dolo diretto, cioè l'intenzione di uccidere, mentre nella rapina c'è il quid pluris di porre la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5416 del 17 maggio 1991
«Con riferimento alla dichiarazione di abitualità nel reato, l'applicazione dell'art. 103 c.p., in sostituzione del contestato art. 102 stesso codice, determina mancanza di correlazione tra la contestazione e la pronuncia, che impone l'annullamento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5647 del 4 marzo 1999
«In tema di delitti concernenti il traffico di stupefacenti, la circostanza aggravante di essersi avvalso di un minore nella commissione del delitto non può desumersi dalla semplice contestazione di aver commesso il fatto in concorso con un minore,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5807 del 10 maggio 1988
«Alla carenza fattuale della contestazione non possono supplire né le specificazioni normative, tanto più quando non siano specificamente riferibili all'elemento circostanziale che si assume dedotto in contestazione, né la comunicazione al...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11381 del 10 novembre 1994
«Per la sussistenza del reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose (art. 392 c.p.), non è rilevante che il diritto che si sia inteso tutelare, in concreto sussista, bensì solo che, invece di farlo valere in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13115 del 2 aprile 2001
«In tema di esercizio arbitrario delle proprie ragioni (art. 392 c.p.) la buona fede dell'agente circa la reale o putativa sussistenza del preteso diritto non vale ad escludere il dolo, ma costituisce, al contrario, un presupposto necessario per la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 25004 del 20 giugno 2001
«Si verifica nullità della sentenza, ai sensi dell'art. 522 comma secondo c.p.p., per mancanza di correlazione tra contestazione e pronunzia, nel caso in cui l'imputato, rinviato a giudizio per rispondere del reato di contraffazione di pubblici...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6863 del 14 giugno 1994
«Essa non si ricollega al reato, bensì alla «attività criminosa», che è espressione sicuramente più lata e può comprendere il fatto contestato, senza esaurirsi in esso; non si riferisce al danno criminale o al pericolo di esso, ma a «conseguenze...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1174 del 1 febbraio 1996
«In caso di reato permanente, ove la cessazione della permanenza non sia specificata nel capo di imputazione e emerga la continuazione della condotta anche nel corso del giudizio di primo grado è possibile l'affermazione di responsabilità anche in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2125 del 22 giugno 1992
«In tema di applicazione di amnistia occorre avere riguardo alla qualificazione del fatto giudicato, considerato nel momento della contestazione e del giudizio, mentre non assume rilievo la quantità della pena in concreto inflitta. (Nella specie il...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 28712 del 4 luglio 2013
«La regola prevista dall'art. 158 c.p. nel testo vigente prima delle modifiche introdotte dalla legge 5 dicembre 2005, n. 251 secondo la quale il termine di prescrizione del reato decorre dal giorno in cui è cessata la continuazione, è applicabile...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12913 del 11 dicembre 1998
«Nel caso in cui sia contestato un reato permanente con l'indicazione della sola epoca dell'accertamento, si deve distinguere, ai fini del termine iniziale della prescrizione, tra reati necessariamente permanente e non. Nel caso di reati...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8903 del 2 ottobre 1997
«Il reato di cui all'art. 221 Tuls, che consiste nell'utilizzazione dell'immobile senza licenza d'abitabilità, cioè nel tenere una condotta positiva in assenza del provvedimento abilitativo, è permanente fino al momento in cui sopravviene...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9293 del 30 agosto 1995
«Ne segue che, se la sentenza di primo grado abbia accertato la permanente attualità dell'attività produttiva in termini non diversi da quelli del momento della contestazione, quanto a strumenti della produzione, la permanenza nel reato deve...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 5838 del 6 febbraio 2014
«Le dichiarazioni rese in sede di presentazione spontanea all'autorità giudiziaria, equivalendo "ad ogni effetto" all'interrogatorio, sono idonee ad interrompere la prescrizione, purché l'indagato abbia ricevuto una contestazione chiara e precisa...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 14239 del 11 aprile 2011
«Il decreto di citazione a giudizio conserva efficacia interruttiva della prescrizione anche a seguito della regressione del procedimento per la contestazione di un reato diverso.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 43575 del 13 novembre 2003
«In tema di interruzione della prescrizione, la contestazione del delitto di ricettazione di cui all'art. 648 c.p. è idonea ad interrompere la prescrizione anche se all'esito del dibattimento dovesse ritenersi configurato il meno grave reato di...»