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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 13078 del 3 ottobre 1989
«Ne consegue che, qualora, a seguito di tali interferenze, il soggetto passivo incorra in infortunio, concorre l'addebito di omicidio o di lesioni colpose duplicemente aggravati dalla disposizione di cui all'art. 586 c.p. e dalla violazione delle...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13348 del 11 ottobre 1990
«L'art. 2, terzo comma, c.p. prevede le ipotesi in cui una legge posteriore al tempo del commesso reato modifichi la fattispecie incriminatrice anteriore, senza abolire l'incriminazione né crearne di nuove, e fissa il principio dell'applicabilità...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 16401 del 13 dicembre 1990
«Ai fini della concessione dell'attenuante del risarcimento del danno, il risarcimento, oltre che volontario, integrale e antecedente al giudizio di primo grado, deve essere effettivo, nel senso che deve consistere in una reale e concreta elisione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3797 del 16 marzo 1990
«Le due norme infatti hanno diversa obiettività giuridica: la prima tutela il patrimonio, attraverso la repressione di atti diretti a coartare la libertà di autodeterminazione del soggetto negli atti di disposizione patrimoniale; la seconda tutela...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 82 del 11 gennaio 1990
«In tema di nesso di causalità, la colpa della vittima non può costituire causa unica e determinante dell'evento in una situazione di pericolo posta in essere dall'imputato; la causa sopravvenuta, infatti, può essere considerata causa esclusiva...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11407 del 14 novembre 1991
«Invero nel momento in cui il legislatore ha recepito un dato sociale, quale la frequenza, nei sequestri, della morte del sequestrato, ha anche ritenuto di considerare la morte di costui come conseguenza possibile del sequestro, sicché questa, alla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1937 del 22 maggio 1991
«La disposizione di cui alla seconda parte del secondo comma dell'art. 28 c.p.p., secondo la quale, allorché il conflitto insorga tra giudice dell'udienza preliminare e giudice del dibattimento, prevale la decisione dettata dalla prima parte del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6203 del 6 giugno 1991
«Il requisito della «forza di intimidazione del vincolo associativo», che costituisce l'«in sé» dell'associazione di tipo mafioso, e delle altre a questa assimilabili, dalla quale deriva — secondo il dato normativo — la condizione di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 704 del 11 aprile 1991
«La disposizione dell'art. 28 cpv. c.p.p. che prevede la prevalenza della decisione del giudice dibattimentale, in caso di contrasto insorto tra esso e il giudice dell'udienza preliminare, è applicabile in qualunque altra ipotesi di conflitto tra...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1258 del 28 luglio 1992
«Tali presupposti interpretativi non hanno subito modificazione con la disposizione dell'art. 671 c.p.p., la quale si inserisce nel processo di espansione applicativa dell'istituto della continuazione al di là dei confini del giudizio di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 170 del 10 gennaio 1992
«Infatti, la legge processuale — l'art. 602 c.p.p. — ha previsto la prosecuzione del dibattimento nelle forme ordinarie, in caso di mancato accoglimento della richiesta, per restituire alle parti la facoltà ed i diritti che loro competono, sicché...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2873 del 16 marzo 1992
«Infatti, se è vero che la «funzione del giudice è limitata a dare esecuzione alla concorde volontà delle parti» solo quando egli condivida le tesi prospettategli in ordine alla qualificazione giuridica del fatto e in relazione alla misura della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 300 del 15 gennaio 1992
«La disposizione di cui al secondo comma dell'art. 659 c.p. integra una norma penale in bianco e quindi il precetto, dalla cui violazione discende la sanzione, non è ivi completamente specificato, richiedendosi la sua integrazione mediante un atto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2394 del 13 marzo 1993
«Tale disposizione di coordinamento dispone solo per il tempo successivo all'entrata in vigore del codice nuovo e, pertanto, non si applica alle violazioni commesse sotto il vigore della normativa punitiva precedente e cioè agli illeciti commessi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5134 del 26 gennaio 1993
«Ne consegue che in tal caso la mancata osservanza del provvedimento integra la fattispecie prevista dall'art. 650 c.p. essendo conforme alla situazione presupposta da tale disposizione, tanto più se vi è stato anche un aperto sollecito da parte...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 712 del 26 gennaio 1993
«La disposizione dettata dal secondo comma, dell'art. 659, c.p., è una norma incompleta dovendo necessariamente integrarsi il precetto in essa contenuto con prescrizioni di leggi diverse o di provvedimenti amministrativi diretti a regolamentare le...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11360 del 10 novembre 1994
«In materia di reati concernenti sostanze stupefacenti, quanto alla possibilità di concorso fra le ipotesi di acquisto e di tentativo di importazione, l'art. 73, D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 elenca una serie di condotte tipiche, con la previsione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3695 del 20 settembre 1994
«Il sindacato demandato alla Corte di cassazione, infatti, per espressa disposizione normativa, deve essere limitato soltanto a riscontrare l'esistenza di un logico apparato argomentativo sui vari punti della decisione impugnata, senza alcuna...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3769 del 31 marzo 1994
«Ai fini della ravvisabilità della contravvenzione di cui all'art. 650 c.p. si richiede la specificazione della «ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d'ordine pubblico o d'igiene» per cui il provvedimento viene emesso, ma non invece...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 429 del 18 giugno 1994
«L'art. 2, comma 1, della L. 12 luglio 1991, n. 203 dichiarando applicabili anche alla liberazione condizionale le condizioni previste dall'art. 4 bis della L. 26 luglio 1975, n. 354, opera una sorta di «rinvio recettizio permanente» per il quale...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8911 del 8 agosto 1994
«La disposizione di cui all'art. 12 del D.L. 3 maggio 1991, n. 143, convertito in L. 5 luglio 1991, n. 197, che punisce, tra l'altro, chi acquisisce al fine di trarne profitto carte di credito ovvero documenti di pagamento o di prelievo «di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3955 del 3 agosto 1995
«L'avviso al difensore per la partecipazione all'udienza, per cui vi è diritto di assistenza difensiva, è dovuto a chi riveste la qualità di difensore nel momento in cui l'udienza è stabilita dall'ufficio giudiziario, e non anche a chi tale qualità...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4682 del 11 gennaio 1995
«L'indulto introdotto col D.P.R. 18 dicembre 1981, n. 744, al pari di quello di cui al D.P.R. 16 dicembre 1986, n. 865 e di quello previsto dal D.P.R. 22 dicembre 1990, n. 394, non può, ai sensi delle relative disposizioni (artt. 8 e 3 lett. a, n....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5027 del 15 novembre 1995
«L'indulto di cui ai decreti 18 dicembre 1981, n. 744, 16 dicembre 1986, n. 865 e 22 dicembre 1990, n. 394, non si applica, in virtù delle esclusioni oggettive ivi previste, al delitto di cui all'art. 630 c.p. (sequestro di persona a scopo di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1798 del 19 agosto 1996
«Pertanto, risponde del reato di furto e non del delitto di appropriazione indebita, il cassiere che, con movimentazioni fittizie, effettui spostamenti o prelievi dai conti correnti dei clienti, sottraendo denaro alla disponibilità di costoro,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2901 del 25 luglio 1996
«La disposizione secondo la quale il militare componente il tribunale militare deve necessariamente rivestire la qualità di ufficiale e deve avere grado pari a quello dell'imputato concerne i soli procedimenti in cui anche l'imputato sia ufficiale,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2964 del 28 novembre 1996
«La disposizione dell'art. 568 comma quinto c.p.p. — secondo cui l'impugnazione proposta a giudice incompetente deve essere da questo trasmessa a quello competente — non può considerarsi principio generale applicabile al di fuori della materia...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3154 del 27 luglio 1996
«I reati di ricettazione, di cui all'art. 648 c.p., e di commercio di prodotti con segni falsi, di cui all'art. 474 dello stesso codice, possono concorrere qualora i prodotti suddetti siano stati acquistati o ricevuti con la consapevolezza della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7977 del 13 agosto 1996
«Deve escludersi che sia richiesta la licenza di P.S. di cui all'art. 86 del R.D. 18 giugno 1931, n. 773 (T.U.L.P.S.) qualora in esercizi non aperti al pubblico non vengano somministrate bevande alcooliche; ne consegue che nel caso di inosservanza...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8041 del 16 agosto 1996
«Pertanto, sulla base di tale principio, può ammettersi la continuazione tra fatti di bancarotta fraudolenta e fatti di bancarotta semplice. (La S.C., nel rigettare il ricorso, ha osservato che ci sono certamente ipotesi — non ricorrenti nella...»