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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1009 del 16 aprile 1993
«L'opposizione al decreto di liquidazione di compensi al custode giudiziario di corpi di reato, emesso dopo il passaggio in giudicato della sentenza relativa al processo al quale essi inerivano, instaura un procedimento di esecuzione che, a mente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1038 del 5 maggio 1992
«Il principio dell'immutabilità del giudice deve essere rigorosamente osservato anche nella procedura degli incidenti di esecuzione. Ne consegue che non può emettere la decisione come giudice monocratico, nè partecipare al collegio decidente un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7877 del 20 febbraio 2015
«La preclusione del cosiddetto giudicato esecutivo è inoperante solo quando sono dedotti elementi nuovi, di fatto o di diritto, cronologicamente sopravvenuti alla decisione, ovvero sono prospettati elementi pregressi o coevi che, tuttavia, non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 28967 del 16 luglio 2001
«In tema di ammissione al lavoro sostitutivo, la domanda non può essere respinta perché l'attività prospettata, consistente nel prestare servizio volontario presso un'associazione, non presenta i requisiti di un «rapporto di lavoro» coperto da...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2199 del 31 luglio 2001
«Nella procedura di incidente di esecuzione avente ad oggetto l'opposizione alla determinazione del compenso del custode di cose sequestrate nel corso di un procedimento penale, il giudice dell'esecuzione, prima di tenere l'udienza camerale, non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37173 del 30 settembre 2008
«La mancata acquisizione di una prova può essere dedotta in sede di legittimità, a norma dell'art. 606, comma primo, lett. d ), c.p.p., quando si tratta di una «prova decisiva » ossia di un elemento probatorio suscettibile di determinare una...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 35375 del 24 settembre 2007
«Il ricorso per cassazione può avere ad oggetto anche soltanto l'eccezione di illegittimità costituzionale della disposizione applicata dal giudice di merito perché implica comunque una censura di violazione di legge riferita all'impugnata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6181 del 25 giugno 1997
«Nel giudizio di appello con le forme di cui alla procedura prevista dal quarto comma dell'art. 599 c.p.p., la intervenuta rituale rinuncia al motivo concernente l'affermazione di responsabilità preclude il riesame di tale parte dell'impugnata...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14525 del 2 aprile 2009
«In tema di patteggiamento, pur dovendosi ribadire il principio secondo cui può costituire motivo di ricorso per cassazione la errata qualificazione giuridica del fatto, devesi tuttavia rtienere che tale possibilità sia limitata ai soli casi di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 13096 del 11 aprile 2005
«L'annullamento in sede di legittimità della sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, implicando l'esclusione della validità dell'accordo nei termini in cui le parti lo avevano raggiunto e il giudice lo aveva recepito nella...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 42860 del 11 novembre 2009
«Non è sindacabile in sede di legittimità l'utilizzo, da parte del giudice di merito, a sostegno del suo convincimento, di massime di esperienza, a condizione che esse siano realmente tali, in quanto fondate sul richiamo all'«id quod plerumque...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 465 del 9 gennaio 2004
«La Corte di cassazione non può fornire una diversa lettura degli elementi di fatto, posti a fondamento della decisione di merito. La valutazione di questi elementi è riservata in via esclusiva al giudice di merito e non rappresenta vizio di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 17886 del 16 aprile 2004
«In tema di criminalità organizzata, se per un verso il fatto che taluno occupi una posizione gerarchicamente dominante nell'ambito di un'associazione per delinquere non può costituire elemento di per sé solo sufficiente a far ritenere provata la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1631 del 11 febbraio 2000
«In tema di partecipazione ad associazione di stampo mafioso, la prova logica costituisce il fondamento della prova dell'esistenza del vincolo associativo. Ed invero, occorre procedere all'esame delle condotte criminose, ciascuna delle quali può...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8057 del 7 luglio 1998
«Affinché le dichiarazioni parzialmente divergenti rese da due collaboratori ai sensi dlel'art. 192, comma 3, c.p.p. possano ritenersi non in contraddizione e fonte di responsabilità per l'imputato, occorre che il nucleo centrale del racconto non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7900 del 6 luglio 1998
«In tema di prova testimoniale, trova applicazione il principio della «scindibilità» della valutazione, da intendersi nel senso che il giudice può ritenere veritiera una parte della deposizione e, nel contempo, disattendere altre parti di essa....»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 16981 del 12 aprile 2013
«L'esame testimoniale del minore, vittima di abusi sessuali, non richiede obbligatoriamente l'assistenza di un esperto di psicologia infantile, non essendo quest'ultima imposta dalla legge. (In motivazione, la S.C. ha ricordato che le Carte...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3256 del 22 gennaio 2013
«In tema di reati sessuali, è legittima la valutazione frazionata delle dichiarazioni della parte offesa e l'eventuale giudizio di inattendibilità, riferito ad alcune circostanze, non inficia la credibilità delle altre parti del racconto, sempre...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 16860 del 9 aprile 2004
«Le dichiarazioni accusatorie rese dalla persona offesa, anche se costituita parte civile — da valutare con opportuna cautela e da sottoporre ad un'indagine accurata circa i profili di attendibilità oggettivi e soggettivi — possono tuttavia essere...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 43303 del 3 dicembre 2001
«In tema di valutazione della prova, la deposizione della parte lesa, anche se rappresenta l'unica prova del fatto da accertare e manchino riscontri esterni, può essere posta a base del convincimento del giudice, atteso che a tali dichiarazioni non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7027 del 14 giugno 2000
«La dichiarazione della parte lesa, allorché risulti contrastata da più elementi probatori, deve essere valutata con estremo rigore e il contenuto della stessa, a fronte degli elementi di contrasto, per essere positivamente apprezzato e utilizzato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8606 del 24 settembre 1997
«La deposizione della parte lesa può essere assunta, anche da sola, come prova, purché venga sottoposta ad indagine positiva circa la sua attendibilità. Ed invero, alle dichiarazioni indizianti della persona offesa non si applicano le regole di cui...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 38149 del 21 settembre 2015
«La confessione stragiudiziale dell'imputato assume valore probatorio secondo le regole del mezzo di prova che la immette nel processo e, ove si tratti di prova dichiarativa, con l'applicazione dei relativi criteri di valutazione. (Fattispecie in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 47602 del 18 novembre 2014
«In tema di valutazione della prova, il giudice di merito, in base al principio della scindibilità delle dichiarazioni, ben può ritenere veridica solo una parte della confessione resa dall'imputato, e nel contempo disattenderne altre parti,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1691 del 4 maggio 2000
«Sono pienamente utilizzabili a fini cautelari le dichiarazioni accusatorie rese da soggetto sentito come persona informata dei fatti che, successivamente e in diverso procedimento, assuma la qualità di indagato in procedimento per reato solo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 46483 del 21 novembre 2013
«In tema di dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia, il c.d. "pentimento", collegato nella maggior parte dei casi a motivazioni utilitaristiche ed all'intento di conseguire vantaggi di vario genere, non può essere assunto ad indice di una...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 780 del 11 gennaio 2006
«In tema di valutazione probatoria della chiamata di correo, il riscontro individualizzante alla dichiarazione accusatoria, relativa alla partecipazione alla commissione di un reato riconducibile ad un'associazione per delinquere, può essere...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5533 del 4 maggio 1996
«L'accertata inattendibilità di un contesto ritrattatorio non vale di per sé ad attribuire alle originarie accuse di un coimputato valore probatorio a prescindere dalle regole valutative imposte dalla natura del mezzo ed in particolare dall'art....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 661 del 19 gennaio 1996
«La chiamata in correità richiede un cauto e prudente apprezzamento da parte del giudice di merito, che è tenuto a verificare se sia intrinsecamente attendibile, con riferimento alla sua genuinità, alla veridicità, alla spontaneità, alla costanza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 22 del 18 marzo 1996
«In presenza di significative divergenze di dichiarazioni rese da due chiamanti in correità, aventi ad oggetto non particolari marginali, bensì il ruolo e il contributo causale asseritamente fornito dall'indagato all'omicidio contestato, ai fini di...»