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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3458 del 13 gennaio 1999
«Deve ritenersi assoggettata alla disciplina delle intercettazioni di comunicazioni tra presenti anche l'ipotesi in cui una persona, nell'ambito di una attività collaborativa con le forze di polizia, celi un microfono collegato via radio alla unità...»
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Cassazione penale, Sez. IV, ordinanza n. 10772 del 9 marzo 2004
«In tema di disposizioni per l'attuazione dell'art. 68 della Costituzione, con riferimento alla disciplina sulla utilizzabilità delle intercettazioni, delle conversazioni o delle comunicazioni, l'espressione «alle quali hanno preso parte membri del...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 32667 del 1 ottobre 2002
«È legittima la motivazione per relationem dei provvedimenti adottati dal giudice in materia di intercettazione di comunicazioni quando l'atto al quale si fa riferimento sia a sua volta congruamente motivato, nonché conosciuto o conoscibile...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 42792 del 28 novembre 2001
«In tema di impugnazioni, allorché sia dedotto, mediante ricorso per cassazione, un error in procedendo ai sensi dell'art. 606, comma 1, lett. c) c.p.p., la corte di cassazione è giudice anche del fatto e, per risolvere la relativa questione, può...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10881 del 18 marzo 2005
«In tema di presupposti sulla cui base può essere adottato il provvedimento autorizzatorio delle intercettazioni, benché l'articolo 267, comma 1, del c.p.p. individui, tra questi, quello dei «gravi indizi di reato» (o dei «sufficienti indizi»,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2780 del 13 ottobre 1999
«In tema di intercettazioni, l'obbligo di motivazione del provvedimento di autorizzazione o proroga non può ritenersi correttamente adempiuto dal giudice attraverso il semplice riferimento alla richiesta del P.M.; tuttavia, in presenza di una...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 163 del 11 febbraio 1999
«Anche quando si proceda per reati di criminalità organizzata, i decreti con i quali il giudice per le indagini preliminari autorizzi l'effettuazione di intercettazioni di comunicazioni ovvero convalidi i provvedimenti d'urgenza adottati in materia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1495 del 4 maggio 1998
«È legittimo il provvedimento del Gip di autorizzazione ad eseguire intercettazioni telefoniche che sia motivato per relationem rispetto alle richieste del P.M. o alle informazioni di polizia, purché il giudice non si limiti a un mero rinvio, ma,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5928 del 11 giugno 1993
«In tema di intercettazioni telefoniche, la durata dell'operazione è rimessa al pubblico ministero richiedente, come espressamente previsto nel terzo comma dell'art. 267 c.p.p. nel quale si riservano alla parte «le modalità e la durata delle...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1868 del 21 maggio 1993
«Durante le indagini preliminari nessuno assume la qualità di testimone: al pubblico ministero sono fornite solo informazioni o dichiarazioni (artt. 362 e 500 c.p.p.; art. 371 bis c.p.). Pertanto, non si applicano le regole stabilite dall'art. 499...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7671 del 23 febbraio 2001
«Ai fini della configurabilità dell'ipotesi delittuosa di intermediazione nel sequestro di persona a scopo di estorsione, prevista dall'art. 1, comma 4, D.L. n. 8 del 1991, convertito in legge n. 82 del 1991, è sufficiente qualsiasi comportamento...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 27656 del 9 luglio 2001
«In tema di confisca, poiché il dettato dell'art. 12 sexies del decreto legge 8 giugno 1992 n. 206, convertito in legge 7 agosto 1992 n. 356, costituisce deroga ai principi generali fissati dall'art. 240 c.p., non è sufficiente, al fine di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14595 del 23 dicembre 1999
«In tema di intercettazioni telefoniche eseguite in altri procedimenti, la nozione di «diverso procedimento», nel quale, a norma dell'art. 270, primo comma, c.p.p., è vietata l'utilizzazione dei risultati di intercettazioni di conversazioni e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7239 del 8 giugno 1999
«È legittima l'utilizzazione, nel processo, del contenuto di una conversazione privata (nella specie, tra presenti) registrata su nastro magnetico da parte di uno degli interlocutori. (Nell'enunciare tale principio, la S.C. ha ritenuto anche...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5467 del 9 maggio 1992
«La registrazione e l'utilizzazione delle dichiarazioni rese a terzo da persona successivamente imputata sulla base di esse sono legittime, in quanto non possono essere ricondotte né nell'ambito delle intercettazioni irrituali, né in quello delle...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3523 del 13 novembre 1995
«Per l'applicazione delle modifiche normative in tema di custodia cautelare deve farsi riferimento al principio generale della natura processuale della materia e perciò alla regola del tempus regit actum. In Cassazione l'applicazione delle norme...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 7931 del 1 marzo 2011
«In tema di misure cautelari, qualora il pubblico ministero, nelle more della decisione su una impugnazione incidentale "de libertate", intenda utilizzare, nei confronti dello stesso indagato e per lo stesso fatto, elementi probatori "nuovi" può...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2563 del 21 settembre 2000
«Le dichiarazioni accusatorie de relato sono idonee ad integrare il quadro gravemente indiziario richiesto dall'art. 273 c.p.p. per l'applicazione delle misure cautelari personali ancorché non siano suffragate da riscontri individualizzanti,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3932 del 11 novembre 1996
«Anche le sentenze non irrevocabili possono essere acquisite, nel corso delle indagini preliminari, ai limitati fini della verifica delle condizioni di applicabilità delle misure cautelari; i gravi indizi di colpevolezza di cui all'art. 273 c.p.p.,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 303 del 11 marzo 1994
«Il termine «indizi» ha valore e significato diversi, secondo che con esso si voglia far riferimento agli elementi di prova necessari e sufficienti per affermare la responsabilità di un soggetto in ordine a reati ascrittigli, ovvero a quelli...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4430 del 9 febbraio 1994
«In materia di misure cautelari, il concetto di indizio contemplato nel primo comma dell'art. 273 c.p.p. si distacca dalla definizione della prova indiziaria da ancorarsi ai requisiti di cui al secondo comma dell'art. 192 c.p.p.; deve però...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4915 del 19 agosto 1998
«La statuizione del giudice del riesame circa la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, funzionale alla conferma dell'originario provvedimento coercitivo, preclude, in mancanza di fatti nuovi sopravvenuti o di significative variazioni del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2923 del 21 settembre 1995
«In tema di applicazione di misure cautelari personali, è carente e manifestamente illogica la motivazione circa la sussistenza delle esigenze di cui all'art. 274 c.p.p. che si limiti a mere formule di stile, senza indicare, con specifico...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1524 del 12 giugno 1997
«In tema di valutazione delle dichiarazioni dei collaboranti ai fini della sussistenza dei gravi indizi che legittimano l'emissione della misura cautelare per il reato di partecipazione ad associazione mafiosa, erra il giudice che ritiene che la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4478 del 6 dicembre 1996
«In tema di partecipazione ad associazioni di stampo mafioso, quando si tratta di associazioni chiuse, cioè strutturate in maniera che possa dirsene partecipe solo l'associato con rito prestabilito, l'acquisizione da fonte diretta dell'avvenuta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4480 del 6 febbraio 1995
«La mancata verbalizzazione, da parte della polizia giudiziaria, di atti che, ai sensi dell'art. 357, comma 2, c.p.p., dovrebbero essere verbalizzati comporta che tali atti, in quanto privi di documentazione, siano da considerare inesistenti e,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1709 del 23 maggio 1997
«L'intervenuta pronuncia, nel corso del procedimento principale, di sentenza non definitiva di condanna implica la non riproponibilità, in sede di procedimento incidentale de libertate, della questione concernente la sussistenza o meno dei gravi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3211 del 30 giugno 1995
«Il principio della non rivalutabilità, successivamente al decreto che dispone il giudizio, del quadro indiziario posta a base del provvedimento di applicazione di una misura cautelare — con il conseguente esonero del giudice a quo dal motivare in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 567 del 1 aprile 1998
«In tema di emissione di misure cautelari può riconoscersi valenza indiziaria al cosiddetto riscontro incrociato esclusivamente quando più collaboranti facciano riferimento agli stessi fatti ed al coinvolgimento in questi del medesimo soggetto; il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11194 del 4 luglio 2012
«In tema di condanna alle spese del giudizio del rappresentante o del curatore della parte, ai sensi dell'art. 94 cod.proc.civ., la legittimazione ad intervenire nel processo spetta al soggetto passibile, in ragione della carica rivestita e per...»