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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 448 del 19 gennaio 1994
«Neppure la sanzione amministrativa può comunque applicarsi alle medesime violazioni, se commesse in tempi antecedenti all'entrata in vigore del nuovo codice della strada; infatti la formulazione da parte del legislatore di un'ipotesi di illecito...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5109 del 3 febbraio 1994
«...alle «procedure di accertamento e di applicazione» evidenzia che la norma si riferisce agli illeciti amministrativi e che essa non costituisce deroga al principio generale di non ultrattività della norma penale abrogata, dettato dall'art. 2 c.p.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1717 del 10 febbraio 1994
«...richiamo, dell'art. 40 della citata L. n. 689 del 1981, che non introduce un principio di carattere generale, ma si riferisce esclusivamente alle violazioni di carattere penale commesse prima della sua entrata in vigore e da essa depenalizzate.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 157 del 17 marzo 1993
«Siffatta tutela in via amministrativa dell'ordine in questione non si aggiunge a quella del dettato penale, ma la sostituisce integralmente, stante il principio di specialità che regola il concorso apparente tra norma penale e norma del sistema...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3744 del 27 marzo 1992
«In tema di distruzione o sabotaggio di opere militari, devono ritenersi «opere adibite al servizio delle forze armate» quelle opere che, nate per una diversa destinazione, sono adoperate nell'interesse primario e per fini istituzionali delle forze...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2728 del 25 agosto 2000
«...e postula l'esistenza di un rapporto di immediatezza tra le cose e l'illecito penale, con conseguente necessaria efficacia probatoria diretta in ordine all'avvenuta commissione di un reato ed alla sua attribuibilità ad un soggetto determinato.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2882 del 11 dicembre 1998
«...tali esigenze siano in re ipsa, della effettiva possibilità di qualificazione di «corpo del reato» delle cose apprese, attraverso l'accertamento dell'immediatezza descritta dal secondo comma dell'art. 253 c.p.p. tra esse e l'illecito penale.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 103 del 16 marzo 1998
«...dell'art. 253 c.p.p. tra la res e l'illecito penale. (Fattispecie riguardante il sequestro di pratiche di sussidio economico presso un comune le quali, secondo la prospettazione accusatoria, costituivano corpo del reato di abuso di ufficio).»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4251 del 9 febbraio 1994
«...voluto escludere che il sequestro penale possa servire per fini diversi da quelli probatori — cioè per fini di cautela sostanziale o di prevenzione — rispetto ai quali è stata dettata un'apposita disciplina (vedi titolo secondo del libro quarto).»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6149 del 2 marzo 2000
«Nel giudizio di riesame del sequestro probatorio di un corpo di reato, l'indagine rimessa al giudice è ristretta alla verifica dell'astratta configurabilità dell'illecito penale nell'ambito delle indicazioni di fatto offerte dal pubblico ministero...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1887 del 31 luglio 1998
«...reato oggetto di investigazione, ma deve limitarsi al controllo, nei limiti del devolutum, della compatibilità tra fattispecie concreta e fattispecie legale ipotizzata, con valutazione prioritaria ed attenta della antigiuridicità penale del fatto.»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 37 del 29 novembre 1995
«L'istituto della sospensione dei termini di durata massima della custodia cautelare, di cui all'art. 304 c.p.p., si applica anche nel processo penale a carico di imputati minorenni. (La Corte, nell'affermare tale principio, premesso che la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 89 del 21 febbraio 1995
«In ogni caso, però, perché la proroga dei termini di custodia cautelare non si risolva in una violazione del principio costituzionale della personalità della responsabilità penale è necessario che detti accertamenti successivi e complessi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12388 del 19 settembre 2000
«Rientra nei poteri ordinari del giudice (laddove, come nel rito del lavoro, non gli vengano attribuiti poteri istruttori ufficiosi) ed è consolidata consuetudine della «dialettica processuale», indirizzare, nella fase istruttoria, le parti o...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2600 del 17 agosto 1995
«Solo le norme del nuovo codice di procedura penale che formano con le disposizioni sui termini di durata della custodia cautelare un unico corpus sono di immediata applicazione nei procedimenti che proseguono con l'osservanza delle norme...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1918 del 5 maggio 1993
«Legittima è, pertanto, la richiesta di proroga della custodia cautelare, avanzata prima della chiusura dell'udienza preliminare, anche se dopo la scadenza del termine previsto per l'inizio dell'azione penale dall'art. 405 c.p.p., una volta che...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19533 del 29 settembre 2004
«...(fattispecie relativa al credito di un avvocato per l'attività professionale svolta quale difensore in un procedimento penale per bancarotta fraudolenta a carico del fallito, procedimento integralmente svoltosi dopo la relativa dichiarazione).»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 10692 del 4 maggio 2010
«Nel procedimento disciplinare a carico degli avvocati trovano applicazione, quanto alla procedura, le norme particolari che, per ogni singolo istituto, sono dettate dalla legge professionale e, in mancanza, quelle del codice di procedura civile,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2895 del 29 marzo 1996
«Procedutosi alla ricostituzione (o «ricostruzione») del verbale di udienza di un processo civile in applicazione analogica delle disposizioni dell'art. 113 del vigente codice di procedura penale, all'atto ricostituito deve attribuirsi lo stesso...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1817 del 1 luglio 1999
«L'invito a comparire di cui all'art. 555 c.p.p. non è previsto anche per il procedimento per decreto penale di cui agli artt. 565 e 459 c.p.p. La nuova normativa (di cui alla legge 234 del 1997) lo ha introdotto soltanto nelle ipotesi di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1827 del 2 giugno 1999
«Allorché, in sede di atti preliminari al dibattimento pretorile si constata che il decreto di citazione a giudizio sia affetto dai vizi di cui all'art. 555, comma secondo, c.p.p., che ne comportano la nullità, la competenza a riemetterlo spetta,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 6538 del 18 marzo 2010
«La costituzione di parte civile del curatore fallimentare nel procedimento penale per bancarotta fraudolenta a carico del fallito (nella specie, a carico degli amministratori della società fallita) non determina l'estinzione del giudizio civile...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6581 del 26 maggio 1999
«...l'affermazione della responsabilità per il fatto illecito. Infatti chi intraprende il giudizio civile dopo avere già ottenuto in sede penale il riconoscimento della responsabilità per fatto illecito della sua controparte si giova di tale...»
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Cassazione civile, sentenza n. 1322 del 31 luglio 1948
«Pur non risultando sufficienti elementi per l'applicazione degli artt. 246 (rilevante la incapacità a testimoniare di persone che abbiano giuridico interesse a partecipare al giudizio) e 256 del codice di procedura civile (sulla perseguibilità in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1439 del 26 febbraio 1990
«...della sollecitazione all'esercizio di poteri di ufficio del giudicante (nella specie, rimessione del procedimento in fase istruttoria, in relazione alla sopravvenienza di pronuncia del giudice penale assertivamente influente sulla decisione).»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2587 del 27 febbraio 1998
«Diversamente operando, si finirebbe inevitabilmente per conferire rilievo penale ad atti di volizione interna che possono essere valutati soltanto ai fini dell'esistenza dell'elemento psicologico, ma non anche ai fini della ravvisabilità...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 303 del 16 gennaio 1996
«La domanda di condanna generica al risarcimento del danno da inadempimento contrattuale è accoglibile anche in presenza di una clausola penale limitativa del risarcimento, che può essere utilmente fatta valere dal convenuto nella fase dedicata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5846 del 2 dicembre 1999
«Anche nel vigente codice di procedura penale è configurabile la conversione del sequestro penale in sequestro conservativo, per cui, una volta divenuta irrevocabile la sentenza di condanna, tutte le cose comunque sequestrate nel corso del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7637 del 16 maggio 2003
«La condanna generica al risarcimento del danno, anche se contenuta in una sentenza penale, consiste in una mera declaratoria iuris e richiede il semplice accertamento della potenziale idoneità del fatto illecito a produrre conseguenze dannose o...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2409 del 26 settembre 1997
«È pienamente legittimo il nuovo provvedimento di sequestro probatorio emesso dal Pubblico Ministero ex art. 253 c.p.p. sui medesimi oggetti già sequestrati e restituiti all'indagato, allorquando l'annullamento del precedente provvedimento di...»