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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21129 del 28 novembre 2012
«Il conflitto tra il proprietario del fondo servente, cui è assicurata dall'art. 841 c.c. la facoltà di chiusura del fondo, e il titolare della servitù di passaggio è regolato dall'art. 1064, secondo comma, c.c., nel senso di garantire a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6130 del 19 aprile 2012
«Il trasferimento della servitù di passaggio su un fondo servente di proprietà di un terzo richiede, ai sensi dell'art. 1068, comma quarto, c.c., il consenso di quest'ultimo, consenso che non può ritenersi implicito nel fatto che il proprietario...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 944 del 16 gennaio 2013
«L'esercizio della facoltà di ogni condomino di servirsi della cosa comune, nei limiti indicati dall'art. 1102 c.c., deve esaurirsi nella sfera giuridica e patrimoniale del diritto di comproprietà sulla cosa medesima e non può essere esteso,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17216 del 9 ottobre 2012
«L'art. 1108, terzo comma, c.c., secondo cui è necessario il consenso di tutti i partecipanti per gli atti di alienazione del fondo comune, in quanto espressione di una regola generale, pertinente a ogni specie di comunione, si applica anche in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21491 del 30 novembre 2012
«L'art. 1127 c.c. sottopone il diritto di sopraelevazione del proprietario dell'ultimo piano dell'edificio a tre limiti, dei quali il primo (le condizioni statiche) introduce un divieto assoluto, cui è possibile ovviare soltanto se, con il consenso...»
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Cassazione civile, Sez. VI-2, ordinanza n. 11214 del 10 maggio 2013
«L'interesse all'impugnazione per vizi formali di una deliberazione dell'assemblea condominiale, ai sensi dell'art. 1137 cod. civ., pur non essendo condizionato al riscontro della concreta incidenza sulla singola situazione del condomino, postula...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1748 del 24 gennaio 2013
«Le norme di un regolamento di condominio - aventi natura contrattuale, in quanto predisposte dall'unico originario proprietario dell'edificio ed accettate con i singoli atti di acquisto dai condomini, ovvero adottate in sede assembleare con il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5037 del 28 febbraio 2013
«L'art. 1141, secondo comma, c.c., nello stabilire che il detentore può acquistare il possesso mediante un atto di opposizione da lui compiuto contro il possessore, si riferisce al detentore in senso proprio o qualificato, giacché l'opposizione al...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 35187 del 21 ottobre 2002
«Ai fini della sussistenza della circostanza aggravante comune consistente nell'avere agito con crudeltà verso le persone, non è necessario che l'azione del colpevole sia diretta contro la vittima, essendo sufficiente che essa sia indirizzata verso...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2267 del 17 aprile 1997
«In tema di pregiudiziale costituzionale, la sospensione del giudizio ai sensi dell'art. 23 della legge 11 marzo 1953 n. 87 consegue obbligatoriamente solo alla trasmissione degli atti alla Corte costituzionale, che il giudice dispone previa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2712 del 16 settembre 1994
«Qualora la modificazione di regole di competenza derivi, quale effetto diretto e immediato, da norma che disponga in tal senso, va applicato - sempre che non sia diversamente disposto da eventuali norme transitorie - il principio tempus regit...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 4419 del 8 febbraio 2005
«In tema di applicazione della pena a richiesta delle parti ai sensi dell'art. 444 e segg. c.p.p., poiché la decisione del giudice che ratifica l'accordo corrisponde all'interesse che le parti hanno ritenuto di soddisfare con la richiesta di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 47655 del 21 dicembre 2011
«L'applicazione retroattiva dell'art. 5 cod. proc. pen. (nel testo vigente), che assegna alla competenza del tribunale i reati associativi, "quoad titulum", comunque aggravati, in deroga alla generale competenza "quoad poenam" della corte d'assise,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2125 del 25 giugno 1993
«Il mancato adempimento delle obbligazioni civili nascenti dal reato non è ostativo alla concessione della riabilitazione quando derivi dall'impossibilità di prestare le dette obbligazioni, ossia quando il condannato dimostri di non essere in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3089 del 8 marzo 1999
«In tema di associazione per delinquere di tipo mafioso, relativmente alla individuazione del giudice territorialmente competente a giudicare del reato associativo, data la natura permanente del delitto occorre fare riferimento al luogo in cui ha...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3784 del 7 aprile 1995
«Considerata la natura permanente del reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti non è censurabile l'affermazione di competenza ratione loci del giudice del luogo in cui ha avuto inizio la consumazione del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33435 del 4 maggio 2006
«Ai fini della determinazione della competenza per territorio, l'adempimento dell'iscrizione della notizia di reato richiamato dalla regola suppletiva di cui all'art. 9, comma terzo, c.p.p. deve intendersi in senso rigorosamente formale, e deve...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3624 del 4 aprile 1995
«In tema di competenza per reati commessi all'estero, ai fini dell'applicazione dell'art. 10 comma 1 c.p.p., non sussiste equipollenza tra esecuzione dell'ordine di accompagnamento e arresto. La norma, così come, quanto ai concetti di residenza,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1245 del 31 gennaio 1998
«In tema di false comunicazioni sociali, qualora la redazione di falsa contabilità serva di supporto alla falsa rappresentazione della realtà sociale offerta dal bilancio, chiunque, benché estraneo, contribuisca a tali artifici contabili, nella...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1815 del 27 aprile 1998
«Nel caso di omicidi commessi da appartenenti ad un'associazione per delinquere di tipo mafioso nell'ambito di una c.d. «guerra di mafia» con altra similare organizzazione criminosa, non può dirsi che sussista connessione ai sensi dell'art. 12,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1940 del 7 luglio 1993
«L'art. 51 comma terzo bis c.p.p. che prevede una deroga assoluta ed esclusiva alle regole sulla competenza per territorio, limitata ai reati in esso contemplati, è entrato a far parte del sistema normativo sulla competenza in generale, con la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2766 del 21 dicembre 1996
«Nella nuova formulazione, introdotta dall'art. 8 della legge 8 agosto 1995, n. 332, l'art. 297 c.p.p., che disciplina le cosiddette «contestazioni a catena», rafforza il principio della concentrazione di provvedimenti cautelari nel senso di far...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3011 del 28 agosto 1992
«A norma degli artt. 17 e 19 nuovo c.p.p. la riunione in senso tecnico può avere ad oggetto solo processi e non procedimenti e può essere disposta dal giudice, non dal P.M. Ciò non toglie che il P.M. abbia facoltà di esperire indagini contestuali e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12729 del 17 ottobre 1994
«L'art. 130 norme att. fa conseguire, «di fatto», una separazione del procedimento, nel senso che una parte di esso, cioè quella rimessa al giudice, passa nella fase processuale in senso proprio, mentre l'altra resta nella fase procedimentale. Si...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2949 del 22 marzo 1995
«La dichiarazione di incompetenza per materia può essere emessa dal giudice del dibattimento prima di ogni altra decisione, ed in particolare anche prima della decisione sulle questioni preliminari di cui all'art. 491 c.p.p. — da coordinarsi, a...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 13687 del 26 marzo 2003
«Ai fini della rimessione del processo, i provvedimenti e i comportamenti del giudice possono assumere rilevanza a condizione che siano l'effetto di una grave situazione locale e che, per le loro caratteristiche oggettive, siano sicuramente...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 19 del 12 dicembre 1994
«Allorché la misura cautelare della custodia in carcere sia stata sostituita con gli arresti domiciliari in forza di norma di legge sopravvenuta, al ripristino di essa, seguito alla caducazione di tale norma, non si applica il disposto dell'art....»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2808 del 23 marzo 1994
«L'art. 257 c.p.c., che trova applicazione anche nel rito del lavoro, consentendo, senza più specifica limitazione il riesame di ufficio di testimoni già interrogati, al fine di chiarire la loro deposizione, implica un discrezionale apprezzamento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1099 del 21 aprile 1994
«Il Collegio per i reati ministeriali, nella fase successiva all'autorizzazione a procedere, svolge le funzioni che erano proprie del G.I. con applicazione delle norme procedurali del previgente codice del 1930 giacché soltanto queste si conformano...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5476 del 5 dicembre 1995
«Il conflitto di competenza cessa, tra l'altro, anche nell'ipotesi in cui la competenza di uno dei giudici sia stata esclusa dalla decisione adottata dalla Suprema Corte di cassazione, a norma dell'art. 32, comma 1, c.p.p., nella risoluzione di un...»