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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9273 del 30 agosto 1995
«...il correo ha agito con dolo eventuale ed è, perciò, configurabile piena responsabilità concorsuale. (Fattispecie relativa ad accordo per commettere una rapina, nel corso della quale era stato consumato il più grave reato di tentato omicidio.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3692 del 16 marzo 1990
«Il tentativo è reato autonomo rispetto a quello consumato, ma è pur sempre ad esso collegato strutturalmente e ideologicamente, sicché vanno applicate le aggravanti che trovano ragione attraverso la valutazione dell'idoneità degli atti e dei...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4098 del 20 marzo 1989
«La norma dell'art. 56 c.p. non fa esclusivo riferimento alla figura tipica del reato, ma anche a quella del reato circostanziato, per cui l'estensione al tentativo delle circostanze previste per il corrispondente reato consumato comporta un...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3526 del 23 gennaio 2014
«La determinazione della pena nel caso di delitto tentato può essere indifferentemente effettuata con il cosiddetto metodo diretto o sintetico, cioè senza operare la diminuzione sulla pena fissata per la corrispondente ipotesi di delitto consumato,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4892 del 10 febbraio 2011
«Ai fini della determinazione della pena massima per il delitto tentato - per il quale l'art. 56, comma secondo, c.p. stabilisce soltanto la sanzione minima di dodici anni di reclusione qualora per il reato consumato sia prevista la pena...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4721 del 15 novembre 1995
«Ai fini della concessione della riabilitazione in relazione al reato di furto aggravato consumato mediante l'uccisione di un esemplare di fauna selvatica appartenente al patrimonio indisponibile dello Stato (art. 1, L. 27 dicembre 1977, n. 968),...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 26654 del 2 luglio 2008
«In tema di responsabilità da reato degli enti collettivi, il profitto del reato oggetto della confisca di cui all'art. 19 del D.L.vo n. 231 del 2001 si identifica con il vantaggio economico di diretta e immediata derivazione causale dal reato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7481 del 10 giugno 1999
«Commette il reato di peculato consumato il dipendente di un Comune che si appropria di un «buono economato», trattandosi di bene appartenente alla pubblica amministrazione di cui l'agente aveva il possesso per ragioni di servizio, a nulla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4074 del 30 marzo 1999
«...il reato di peculato non può considerarsi aggravato ai sensi dell'art. 61, nn. 7 e 10, per non essere detto cassiere «persona offesa» e per non essere stato consumato il reato «contro» costui, ma contro l'amministrazione finanziaria dello Stato.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6169 del 27 maggio 1995
«In tema di reato di turbativa d'asta, pur ribadito il principio che il reato è consumato e non tentato, anche se la turbativa non investe il momento terminale della «gara» ma ogni momento del complesso procedimentale, che poi culmina nella gara, è...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2813 del 17 marzo 1995
«La semplice promessa di pagamento sotto la pressione del metus publicae potestatis è sufficiente ad integrare gli estremi del reato consumato di concussione, costituendo il pagamento dell'indebito un post factum che serve solo alla realizzazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1122 del 6 febbraio 1997
«Se il danno non costituisce condizione perché il reato di concussione venga consumato, deve peraltro affermarsi che solo quando dall'abuso del pubblico ufficiale discenda un pericolo di pregiudizio per il privato è ipotizzabile il delitto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 652 del 19 gennaio 1996
«Anche se il danno non costituisce condizione perché il reato di cui all'art. 317 c.p. venga consumato, è certo che solo quando dall'abuso discenda un pericolo di pregiudizio per il privato è ipotizzabile il delitto di concussione, perché se il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1107 del 7 aprile 1992
«...rifiuto di atto di ufficio, anche nella nuova formulazione dell'art. 328 c.p. introdotta dall'art. 16, L. 26 aprile 1990, n. 86, è reato istantaneo in quanto, verificatasi la violazione del dovere di ufficio o del servizio, il reato è consumato.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 41365 del 7 ottobre 2013
«...poste in essere al fine di convincere alcuni partecipanti a desistere dal proporre offerte durante lo svolgimento di un pubblico incanto ha riqualificato il fatto, ritenuto dal giudice di merito in termini di tentativo, come reato consumato).»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12673 del 17 dicembre 1988
«La perseguibilità per il delitto di calunnia, già consumato, permane anche se, per intervento legislativo, il fatto oggetto della incolpazione non costituisca più reato o diventi perseguibile a querela e questa non sia stata proposta.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32688 del 1 agosto 2003
«Ne consegue che proprio tale maggiore pericolosità rende indifferente che il reato-fine sia stato solo tentato o consumato, ovvero che allo stesso debba applicarsi una causa di non punibilità o di estinzione o di improcedibilità, in quanto ciò che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6265 del 30 aprile 1990
«...dell'aggravante teleologica, occorre accertare che la volontà del colpevole è diretta al fine di perpetrare il reato-scopo e che perciò il colpevole commette il reato mezzo, non occorrendo, peraltro, che il reato fine sia consumato o tentato.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6501 del 28 aprile 1989
«Il principio, secondo cui non è applicabile la circostanza aggravante del danno patrimoniale di rilevante gravità al reato di falsità in atto pubblico, non è estensibile al reato di falso in scrittura privata, poiché tale reato può essere...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10355 del 29 ottobre 1992
«...incompiuta o improduttiva di evento e a tutte le circostanze del fatto desumibili dalle risultanze processuali ed accertare che il reato, ove fosse stato consumato, avrebbe cagionato in modo diretto ed immediato un danno di speciale tenuità.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8413 del 28 luglio 1992
«...tenuità, devesi considerare il nocumento che il reato, ove consumato, avrebbe cagionato alla persona offesa, in rapporto all'oggetto materiale del reato stesso e non aver riguardo all'effetto conseguente al fatto materiale del tentativo.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 22523 del 21 maggio 2003
«Ne consegue che si ha favoreggiamento consumato, e non solo tentato, nel caso in cui un soggetto assicura ad un latitante la disponibilità di un villino come rifugio per sottrarsi alle ricerche delle forze dell'ordine, in quanto tale disponibilità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3973 del 5 novembre 1994
«Perché si realizzi il reato di favoreggiamento personale occorre che la condotta di aiuto sia potenzialmente lesiva delle investigazioni dell'autorità: ciò comporta che la stessa debba pervenire alla percezione ed entrare nella sfera dell'organo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2266 del 24 febbraio 2000
«Integra gli estremi del reato consumato di cui all'art. 388, comma primo, c.p. il comportamento dell'agente che nella procedura di conversione del pignoramento, ottenuto il provvedimento di conversione con l'obbligo di versare la somma residua...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40835 del 20 ottobre 2004
«Il reato di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi, previsto dall'art. 474 c.p., è volto a tutelare, non la libera determinazione dell'acquirente, ma la pubblica fede, intesa come affidamento dei consumatori nei marchi,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5239 del 13 aprile 1989
«L'esposizione, all'esterno del veicolo, dell'attestato in c/c postale della tassa per veicolo a motore (il cosiddetto disco-contrassegno) contraffatto integra il reato di truffa nelle due ipotesi alternativamente o del delitto consumato o del...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5546 del 4 febbraio 2014
«Pertanto, mentre tra gli stessi ben può sussistere nesso teleologico (in quanto il falso può essere consumato per commettere il delitto di cui all'art. 323 cod. pen.), la condotta dell'abuso d'ufficio certamente non si esaurisce in quella del...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 9418 del 16 settembre 1986
«L'esposizione all'esterno del veicolo dell'attestato di versamento in conto corrente postale della tassa per veicoli a motore (cosiddetto disco — contrassegno) contraffatto, integra il reato di truffa nelle due ipotesi alternative, o del delitto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 35163 del 30 settembre 2005
«...volta, ne documenti l'attestazione — determinati effetti; né vale ad escludere la sussistenza del reato la circostanza che l'attestazione sia soggetta a verifiche o controlli, i quali, in ogni caso, intervengono quando il falso è già consumato.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5338 del 4 febbraio 2015
«Il delitto di falso in scrittura privata (art. 485 cod. pen.) si consuma nel momento in cui, per la prima volta, si fa uso della scrittura falsificata, ossia quando essa esce dalla sfera di disponibilità dell'agente, producendo i suoi effetti...»