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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23578 del 20 novembre 2010
«La pronuncia della Corte d'Appello, sezione minorenni, riguardante un provvedimento provvisorio ed urgente, emerso, in corso di procedimento, in tema di affidamento del figlio naturale ai sensi dell'art. 317 bis c.c. non è ricorribile per...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 911 del 15 gennaio 2002
«Il decreto con il quale la Corte d'appello, sezione per i minorenni, in sede di reclamo, impartisca disposizioni inerenti al rapporto tra genitori e figli naturali minori, secondo la previsione dell'art. 317 bis c.c., non è impugnabile con...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2235 del 17 marzo 1990
«L'autorizzazione del giudice tutelare richiesta dall'art. 320 c.c. per gli atti eccedenti l'ordinaria amministrazione riguardanti i minori di età, non è diretta a conferire efficacia ad un negozio giuridico già formato, ma rappresenta un elemento...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12849 del 28 dicembre 1998
«Il provvedimento di affidamento di un minore a soggetti appartenenti alla sua famiglia (nella specie, i prozii paterni) cessa, oltre che per il venir meno della situazione di temporanea difficoltà della famiglia d'origine, tutte le volte in cui la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17648 del 10 agosto 2007
«L'art. 403 c.c. non può ritenersi abrogato implicitamente dagli artt. 2 e 4 della legge 184 del 1983, poiché esso attiene ad interventi urgenti da assumere nella fase anteriore all'affidamento familiare, ma va coordinato con l'art. 9 della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3529 del 21 febbraio 2004
«La litispendenza è istituto che concorre alla identificazione in concreto del giudice che deve decidere la causa, sicchè la pronuncia con cui il giudice dichiari la litispendenza, essendo sostanzialmente assimilabile al provvedimento con cui...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 28875 del 9 dicembre 2008
«In tema di competenza territoriale nei procedimenti di affidamento eterofamiliare di minori, qualora il provvedimento iniziale di affidamento, di regola soggetto a durata non superiore ai ventiquattro mesi, necessiti di essere seguito da...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3587 del 11 marzo 2003
«Il principio della perpetuatio iurisdictionis — in forza del quale la competenza territoriale del giudice adito rimane ferma, nonostante lo spostamento in corso di causa della residenza anagrafica o del domicilio del minore, a seguito del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4614 del 7 maggio 1998
«I provvedimenti temporanei ed urgenti resi, ai sensi degli artt. 316, 336 c.c., in tema di affidamento di figli minori possono formare oggetto di impugnazione mediante reclamó, alla Corte d'appello esclusivamente nei limiti in cui essi risultino...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11756 del 14 maggio 2010
«I provvedimenti, emessi in sede di volontaria giurisdizione, che limitino o escludano la potestà dei genitori naturali ai sensi dell'art. 317 bis c.c., che pronuncino la decadenza dalla potestà sui figli o la reintegrazione in essa, ai sensi...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11026 del 15 luglio 2003
«Quando il provvedimento impugnato sia privo dei caratteri della decisorietà e definitività in senso sostanziale (come nel caso dei provvedimenti, emessi in sede di volontaria giurisdizione, che limitino o escludano la potestà dei genitori naturali...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1 del 9 gennaio 2001
«Sono impugnabili con ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 111 della Costituzione i provvedimenti emessi in via provvisoria ed urgente ai sensi dell'art. 333 c.c., in quanto incidono su posizioni di diritto soggettivo in conflitto (nella...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1278 del 11 febbraio 1997
«Il principio della non esperibilità del ricorso per cassazione ex art. 111 Cost. avverso provvedimenti di volontaria giurisdizione (fra quali rientrano — siccome non risolvono conflitti fra diritti posti su piano paritario, e siccome sempre...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4147 del 4 maggio 1996
«Qualora il giudice minorile, dopo la nomina di un curatore speciale e l'autorizzazione ad impugnare il riconoscimento del figlio naturale per difetto di veridicità, secondo la previsione degli artt. 264, comma 2 c.c. e 74 L. 4 maggio 1983, n. 184,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6147 del 27 giugno 1994
«Il provvedimento della corte d'appello, Sezione minorenni, confermativo del decreto con il quale il Tribunale per i minorenni, a norma degli artt. 333 e 336, ultimo comma, c.c., ha disposto la somministrazione dei vaccini antipolio, antitetanico e...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7450 del 21 luglio 1990
«Il carattere non decisorio del provvedimento di allontanamento del minore dalla casa familiare, che sia reso dal giudice minorile ai sensi dell'art. 333 c.c. ed al fine di ovviare in via cautelare a comportamenti negativi dei genitori, con la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18514 del 4 dicembre 2003
«I provvedimenti emessi in sede di reclamo, ai sensi dell'art. 739 c.p.c., non sono impugnabili con il ricorso ordinario per cassazione, mentre sono ricorribili per cassazione ex art. 111 Cost. solo ove presentino i caratteri della decisorietà e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 23647 del 21 dicembre 2004
«In considerazione del tenore letterale e della ratio di cui all'art. 374 c.c., al tutore è fatto divieto - senza autorizzazione del giudice tutelare - di iniziare ex novo giudizi a nome della persona tutelata, ma non di proseguire quelli che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 541 del 15 febbraio 1969
«L'autorizzazione di competenza del tribunale, di cui il tutore deve munirsi, a norma dell'art. 375 c.c., per stipulare la vendita di beni del minore, deve essere preventiva rispetto all'atto autorizzato.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7355 del 4 luglio 1991
«Il decreto camerale di liquidazione di spese od indennità in favore del tutore dell'interdetto, nella parte in cui risolva questioni inerenti alla spettanza ed entità dei relativi crediti, ha natura decisoria, e, pertanto, non si sottrae...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11019 del 6 maggio 2010
«È inammissibile il ricorso per cassazione proposto ai sensi dell'art. 111 Cost. contro il decreto con il quale il tribunale provveda in sede di reclamo avverso il provvedimento del giudice tutelare di revoca di un tutore, trattandosi di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2205 del 14 febbraio 2003
«È inammissibile il ricorso straordinario per cassazione proposto ai sensi dell'art. 111 Cost. contro il provvedimento con il quale il tribunale provveda in sede di reclamo avverso il decreto del giudice tutelare di rimozione di un tutore,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 25366 del 29 novembre 2006
«Il procedimento per la nomina dell'amministratore di sostegno, il quale si distingue, per natura, struttura e funzione, dalle procedure di interdizione e di inabilitazione, non richiede il ministero del difensore nelle ipotesi, da ritenere...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1247 del 9 maggio 1973
«In sede contenziosa può ottenersi l'annullamento di un contratto, adducendo a motivo l'esistenza di un vizio del provvedimento di volontaria giurisdizione che lo ha autorizzato. La controversia in ordine alla natura di detto vizio ed ai poteri del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4834 del 4 aprile 2002
«L'art. 75 c.p.c., nell'escludere la capacità processuale delle persone che non hanno il libero esercizio dei propri diritti, si riferisce solo a quelle che siano state legalmente private della capacità di agire con una sentenza di interdizione o...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1040 del 16 marzo 1977
«L'ordinanza, con la quale il pretore od il presidente del tribunale, in applicazione dell'art. 446 c.c., fissano un assegno provvisorio di alimenti, può essere posta in esecuzione nei confronti dell'obbligato solo previa notificazione al medesimo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3000 del 11 ottobre 1972
«Il provvedimento col quale il Presidente del tribunale disponga, anche fuori della pendenza del giudizio alimentare di merito, la concessione di un assegno alimentare provvisorio, non ha natura decisoria e definitiva e, come tale, non è...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2348 del 11 novembre 1970
«Il provvedimento, con cui il Presidente del tribunale dispone la corresponsione di un assegno alimentare provvisorio, non è suscettibile di ricorso per cassazione ex art. 111 Costituzione, rimanendo aperta la regolamentazione della prestazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5823 del 11 giugno 1998
«Giacché — giusta la previsione di cui all'art. 818 c.c. — gli atti ed i rapporti giuridici che hanno per oggetto la cosa principale coinvolgono — se non diversamente disposto — anche le pertinenze, la requisizione di un alloggio si estende, in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10817 del 11 maggio 2009
«A differenza di quanto previsto dall'art. 829 c.c. - secondo cui il passaggio di un bene dal demanio pubblico al patrimonio ha natura dichiarativa e può avvenire anche tacitamente - per i beni appartenenti al demanio marittimo, tra i quali si...»