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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2780 del 13 ottobre 1999
«In tema di intercettazioni, l'obbligo di motivazione del provvedimento di autorizzazione o proroga non può ritenersi correttamente adempiuto dal giudice attraverso il semplice riferimento alla richiesta del P.M.; tuttavia, in presenza di una...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1495 del 4 maggio 1998
«È legittimo il provvedimento del Gip di autorizzazione ad eseguire intercettazioni telefoniche che sia motivato per relationem rispetto alle richieste del P.M. o alle informazioni di polizia, purché il giudice non si limiti a un mero rinvio, ma,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5655 del 13 giugno 1997
«In tema di intercettazioni telefoniche, la durata delle operazioni di intercettazione, entro i limiti previsti dalla legge, è rimessa esclusivamente al pubblico ministero, come espressamente previsto dall'art. 267, comma terzo, c.p.p., secondo cui...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8645 del 7 luglio 1999
«I decreti di proroga delle intercettazioni telefoniche non abbisognano di alcuna motivazione in quanto traggono la propria legittimità dal provvedimento originario cui implicitamente rinviano per ogni necessaria indicazione.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3323 del 15 giugno 1999
«La proroga tardiva dell'autorizzazione ad intercettare conversazioni non può valere a legittimare ex post la mancanza di autorizzazione e a consentire l'utilizzazione delle intercettazioni svoltesi medio tempore , ma ha soltanto efficacia per il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1592 del 1 giugno 1998
«In tema di proroga delle intercettazioni di comunicazioni o conversazioni telefoniche di cui all'art. 267, comma 3, c.p.p., il provvedimento del Gip, implicando una valutazione della necessità di comprimere per un ulteriore termine la sfera di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5415 del 11 maggio 1995
«Il limite di durata apposto dall'art. 267, comma terzo, c.p.p., alle operazioni di intercettazione telefonica riguarda, non soltanto quelle direttamente disposte dal P.M., senza previa autorizzazione e salvo convalida, ma anche quelle autorizzate...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5928 del 11 giugno 1993
«In tema di intercettazioni telefoniche, la durata dell'operazione è rimessa al pubblico ministero richiedente, come espressamente previsto nel terzo comma dell'art. 267 c.p.p. nel quale si riservano alla parte «le modalità e la durata delle...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5062 del 13 gennaio 1998
«In tema di misure cautelari reali il sequestro probatorio è impugnabile solo con la richiesta di riesame e, indirettamente, con l'opposizione avverso il rigetto della richiesta di restituzione. La proposizione del riesame o dell'appello avverso il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3642 del 29 ottobre 1998
«In materia di divieto di utilizzazione delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni, occorre distinguere tra la possibile violazione di norme che rendono di per sè stesse illegittime le intercettazioni, come mezzo di indagine (nella...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 26015 del 25 giugno 2001
«In tema di intercettazioni di conversazioni o comunicazioni, all'eventuale mancata specificazione, nel decreto del P.M. emesso in via di urgenza, della durata delle operazioni a norma dell'art. 267, comma 3, c.p.p., sopperisce l'indicazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12252 del 2 aprile 2012
«La proroga tardiva dell'autorizzazione alle operazioni di intercettazione non può legittimare a posteriori le captazioni "medio tempore" eseguite, delle quali non è dunque consentita l'utilizzazione probatoria, ancorché il loro contenuto può...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3497 del 30 agosto 1997
«La proroga di diritto del termine, stabilito a giorni, che scada in giorno festivo non si applica ai termini dilatori computabili a giorni liberi come quello stabilito dall'art. 309 comma 8 c.p.p. per la notifica dell'avviso della data...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 51791 del 10 marzo 1998
«Il principio della c.d. domanda cautelare, stabilito dall'art. 291, comma 1, c.p.p., è rispettato quando l'adozione della nuova misura, conseguita alla scarcerazione disposta per scadenza termini ex art. 307, comma 1, c.p.p., è intervenuta a...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3025 del 28 agosto 1992
«La nullità del provvedimento di autorizzazione della proroga del termine per la conclusione delle indagini preliminari determina la situazione di cui al terzo comma dell'art. 407 c.p.p. e cioè la inutilizzabilità degli atti di indagine compiuti...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 672 del 18 febbraio 1999
«In tema di motivazione dei provvedimenti cautelari, così come la motivazione del tribunale del riesame può integrare e completare la motivazione elaborata dal giudice che ha emesso il provvedimento restrittivo, quest'ultima ben può, a sua volta,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 31509 del 16 luglio 2004
«In tema di misure cautelari, il deposito in cancelleria dell'ordinanza che ha disposto la misura stessa è funzionale alla posizione del difensore, che così è messo in grado di approntare compiutamente la richiesta di riesame, ma tale deposito non...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2271 del 28 giugno 1997
«In tema di proroga della custodia cautelare, la nozione di gravità delle esigenze cautelari non è affatto incompatibile con quella di attenuazione di queste ultime, poiché nel suo ambito è possibile un'oscillazione tra i due parametri della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3311 del 13 dicembre 1991
«In presenza della perdita di efficacia di una misura cautelare per effetto di un fenomeno estintivo della privazione della libertà, quale la revoca di cui all'art. 299, comma primo, c.p.p. (che implica una nuova valutazione delle condizioni di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 921 del 28 marzo 1996
«I commi 2 bis e 2 ter dell'art. 301 c.p.p., introdotti dall'art. 14 della L. 8 agosto 1995, n. 332, in ragione della loro collocazione sistematica e del tenore letterale, hanno identico ambito oggettivo. Conseguentemente, il termine di novanta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 34119 del 18 settembre 2001
«Il numero 3 bis dell'art. 303, comma 1, lett. b), c.p.p. (inserito dall'art. 2, comma 1, del D.L. 24 novembre 2000 n. 341, convertito, con modifiche, in legge 19 gennaio 2001 n. 4), nel disporre - dopo aver stabilito l'aumento fino a sei mesi dei...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3525 del 23 marzo 1994
«In ipotesi di regressione del procedimento a una fase o a un grado di giudizio diversi, decorre ex novo il termine massimo della custodia cautelare previsto per la fase o il grado di giudizio a cui il procedimento è ritornato e non soltanto un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 42589 del 24 novembre 2001
«In tema di durata massima della custodia cautelare, il superamento di un periodo di custodia pari al doppio dei termini di fase determina in ogni caso la perdita di efficacia della misura coercitiva, a nulla rilevando che i detti termini siano...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15971 del 20 luglio 2011
«Il termine annuale, previsto a pena di decadenza dall'art. 1168 c.c. per la proposizione dell'azione di reintegrazione nel possesso, va determinato con riferimento alla data di deposito del ricorso, che individua con certezza la reazione all'atto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8118 del 3 aprile 2013
«Rientra nella previsione dell'art. 2723 c.c. la pattuizione verbale modificativa della durata del contratto risultante dal documento, qualora la proroga sia convenuta verbalmente mentre il rapporto sia ancora in vita; deve, pertanto, ritenersi...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 41 del 15 febbraio 1996
«Nei procedimenti de libertate, che si instaurano a norma degli artt. 309, 310 e 311 c.p.p., è escluso l'effetto estensivo dell'impugnazione proposta dal coindagato diligente ai coindagati rimasti estranei al procedimento, ferma restando la...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3 del 16 febbraio 1995
«A norma dell'art. 311, comma primo, c.p.p., è soggetta a ricorso per cassazione la decisione sulla richiesta di riesame, mentre non è prevista l'impugnazione separata di eventuali provvedimenti interlocutori emessi prima della decisione conclusiva...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1905 del 16 giugno 1999
«L'art. 309, ottavo comma, c.p.p., nello stabilire che l'avviso della data fissata per l'udienza è comunicato al pubblico ministero e notificato all'imputato e al suo difensore almeno tre giorni prima, prevede un termine dilatorio entro il quale...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1990 del 17 luglio 1997
«L'opposizione al decreto penale di condanna ha natura di impugnazione e perciò per la sua presentazione sono adottabili tutte le forme previste dagli artt. 582 e 583 c.p.p., tra cui la presentazione per mezzo di incaricato. (Nell'affermare il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 133 del 28 febbraio 2000
«In materia di intercettazioni di comunicazione, così come i decreti, con i quali il giudice per le indagini preliminari autorizza l'effettuazione di intercettazioni di comunicazioni telefoniche o ambientali, debbono contenere adeguata motivazione,...»