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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5717 del 18 gennaio 1988
«La possibilità che nel delitto tentato siano applicabili circostanze non compiutamente realizzate trova limite e condizione nella certezza che l'iter consumativo del reato avrebbe realizzato gli elementi integrativi delle circostanze. Nel caso di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3526 del 23 gennaio 2014
«La determinazione della pena nel caso di delitto tentato può essere indifferentemente effettuata con il cosiddetto metodo diretto o sintetico, cioè senza operare la diminuzione sulla pena fissata per la corrispondente ipotesi di delitto consumato,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4892 del 10 febbraio 2011
«Ai fini della determinazione della pena massima per il delitto tentato - per il quale l'art. 56, comma secondo, c.p. stabilisce soltanto la sanzione minima di dodici anni di reclusione qualora per il reato consumato sia prevista la pena...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5480 del 31 maggio 1993
«In presenza di un delitto tentato, la determinazione della pena può effettuarsi con il cosiddetto metodo diretto o sintetico, ossia senza operare la diminuzione sulla pena fissata per la corrispondente ipotesi di delitto consumato, oppure con il...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 44148 del 23 ottobre 2014
«L'idoneità degli atti, richiesta per la configurabilità del reato tentato, deve essere valutata con giudizio "ex ante", tenendo conto delle circostanze in cui opera l'agente e delle modalità dell'azione, mentre la desistenza volontaria presuppone...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9015 del 27 febbraio 2009
«Ne consegue che, qualora tale possibilità non vi sia più, o per la non realizzabilità fisico-materiale della consumazione stessa oppure, sul piano soggettivo, anche soltanto per una non realizzabilità erroneamente ritenuta dal soggetto agente,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8148 del 22 luglio 1992
«Infatti, pur costituendo il reato tentato una figura criminosa autonoma, non può ritenersi che in ogni caso, quando la legge si limita a fare riferimento alla ipotesi tipica, debba ritenersi esclusa quella tentata, dovendosi invece avere riguardo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4330 del 1 febbraio 2012
«La responsabilità del compartecipe per il fatto più grave rispetto a quello concordato, materialmente commesso da un altro concorrente, integra il concorso ordinario ex art. 110 c.p., se il compartecipe ha previsto e accettato il rischio di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34782 del 30 aprile 2015
«Per la configurabilità del delitto di attentato per finalità terroristiche o di eversione, ex art. 280 cod. pen., è necessario che la condotta di chi attenta alla vita o alla incolumità di una persona, finalizzata al terrorismo secondo le...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11384 del 11 marzo 2003
«In tema di concussione, deve qualificarsi come delitto solo tentato la fattispecie nella quale il soggetto passivo effettua la promessa di una prestazione, nei confronti del pubblico ufficiale, all'unico scopo di favorire la prosecuzione delle...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10896 del 3 novembre 1995
«...ovvero ad autorità che a quella abbia obbligo di riferire. La ritrattazione, pertanto, non impedendo il perfezionamento del reato, è inidonea a farlo degradare all'ipotesi di delitto tentato e, parallelamente a configurare recesso attivo.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 17424 del 27 aprile 2015
«La circostanza aggravante del danno patrimoniale di rilevante gravità può essere riconosciuta anche in ipotesi di delitto tentato, quando le modalità del fatto criminoso siano idonee a fornire concrete ed univoche indicazioni sull'entità del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2070 del 28 febbraio 1995
«In tema di delitto tentato contro il patrimonio la circostanza aggravante di cui all'art. 61, n. 7, c.p., può essere riconosciuta soltanto se, essendo le modalità del fatto criminoso idonee a fornire concrete indicazioni sull'entità del danno,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 28243 del 28 giugno 2013
«Nei reati contro il patrimonio, la circostanza attenuante comune del danno di speciale tenuità é applicabile anche al delitto tentato quando sia possibile desumere con certezza, dalle modalità del fatto e in base ad un preciso giudizio ipotetico...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11142 del 30 marzo 2006
«In tema di reati contro il patrimonio, l'attenuante comune del danno di speciale tenuità (art. 62, comma primo, n. 4 c.p.) non si applica al delitto tentato (nella specie tentato furto), posto che il danno patrimoniale non è elemento costitutivo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5188 del 28 aprile 1987
«...eludere le indagini sia effettivamente realizzato, in quanto trattasi di reato di pericolo per cui è sufficiente il dolo generico. Ne consegue che risponde di esso colui il quale abbia tentato di far scomparire le prove di un avvenuto ferimento.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11159 del 23 novembre 1982
«Tuttavia il tentativo è ammissibile tutte le volte in cui il mezzo adoperato sia in sé idoneo a concretizzare l'aiuto, ma quest'ultimo non si realizza per cause indipendenti dalla volontà del soggetto attivo ed indipendentemente dalla sua concreta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3973 del 5 novembre 1994
«Perché si realizzi il reato di favoreggiamento personale occorre che la condotta di aiuto sia potenzialmente lesiva delle investigazioni dell'autorità: ciò comporta che la stessa debba pervenire alla percezione ed entrare nella sfera dell'organo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5239 del 13 aprile 1989
«L'esposizione, all'esterno del veicolo, dell'attestato in c/c postale della tassa per veicolo a motore (il cosiddetto disco-contrassegno) contraffatto integra il reato di truffa nelle due ipotesi alternativamente o del delitto consumato o del...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 9418 del 16 settembre 1986
«L'esposizione all'esterno del veicolo dell'attestato di versamento in conto corrente postale della tassa per veicoli a motore (cosiddetto disco — contrassegno) contraffatto, integra il reato di truffa nelle due ipotesi alternative, o del delitto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2436 del 15 marzo 1993
«Non integra il delitto di falso per occultamento previsto dall'art. 490 c.p. il rifiuto, comunque motivato, di rendere accessibile un determinato documento agli aventi diritto, poiché in siffatto comportamento non è ravvisabile un attentato alla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10258 del 19 ottobre 1988
«... Ove un concreto prognostico superi i 20 giorni, il delitto tentato è perseguibile di ufficio. Nei casi incerti, il principio per cui in dubio pro reo rende il tentativo di lesioni, delle quali non è possibile ipotizzare in concreto prognosi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9562 del 5 luglio 1989
«Il delitto di abbandono di minore si distingue da quello di tentato omicidio per il diverso elemento psicologico. Nel primo caso l'elemento soggettivo è costituito dalla coscienza di abbandonare la persona minore o incapace con la consapevolezza...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 21335 del 4 giugno 2010
«...ed all'evento. (Fattispecie di tentata induzione di una minore alla prostituzione e di tentato sfruttamento dell'attività di quest'ultima, nella quale la Corte ha escluso che fosse ravvisabile un unico delitto commesso con diversificate modalità).»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7801 del 18 agosto 1993
«In caso di appello del pubblico ministero che chieda la condanna per tentato omicidio in luogo del riconosciuto delitto di lesioni volontarie, non viola il principio tantum devolutum quantum appellatum il giudice che ritenga sussistente il delitto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2726 del 20 gennaio 2017
«Risponde del delitto di furto consumato e non tentato colui che, pur non essendosi allontanato dal luogo di commissione del reato, abbia ivi occultato la refurtiva, così sottraendola al controllo della persona offesa e acquisendone il possesso....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2727 del 4 luglio 1991
«In materia di amnistia e di indulto, il delitto tentato costituisce un'ipotesi criminosa autonoma rispetto al delitto consumato, e le norme di sfavore relative a quest'ultimo non si estendono al primo, salvo che il decreto di clemenza non disponga...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2170 del 23 febbraio 2000
«...relativa a delitto tentato, la Corte ha ritenuto insussistente la aggravante nel comportamento dell'imputato, che, secondo quanto dichiarato da un teste, stava “maneggiando” sulla porta dell'appartamento nel quale aveva intenzione di introdursi).»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40826 del 7 settembre 2017
«L'aggravante dell'uso delle armi è configurabile con riguardo al delitto di lesioni personali tentato, poiché l'estensione al tentativo delle circostanze previste per il corrispondente delitto consumato deve essere verificato sulla base di una...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 886 del 22 gennaio 1980
«Per la configurabilità del delitto previsto dall'art. 386 c.p., nelle forme, a seconda dei casi, del reato consumato o tentato, è sempre necessario che la persona arrestata o detenuta effettivamente evada o tenti di evadere o che comunque abbia...»