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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 352 del 20 gennaio 1982
«L'art. 82 comma terzo c.p.c. nella parte in cui nel richiedere l'assistenza tecnica della parte nei procedimenti davanti al tribunale ed alle corti d'appello — e quindi anche nei procedimenti camerali contenziosi — fa salvi i casi in cui la legge...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2252 del 1 marzo 2000
«Il rispetto delle regole della correttezza, prescritto dall'art. 1175 c.c., non comporta che il creditore debba agevolare l'esecuzione della prestazione del debitore o comunque renderla meno onerosa di quella pattuita, ma lo obbliga soltanto a non...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 295 del 6 maggio 2000
«La rilevabilità di ufficio del giudicato esterno deve sicuramente essere esclusa, a salvaguardia della garanzia del contraddittorio, qualora esso non trovi riscontro nei documenti ritualmente acquisiti agli atti della causa. Né tale principio è...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5140 del 9 marzo 2005
«In tema di qualifiche dei prestatori di lavoro e di concorsi interni, la violazione delle regole della correttezza (art. 1175 c.c.) e della buona fede (art. 1375 c.c.) si configura solo nell'ipotesi che vengano lesi diritti soggettivi già...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19301 del 10 settembre 2010
«La norma di cui all'art. 384 c.p.c. preclude alla Corte di cassazione di pervenire alla decisione nel merito allorché vi siano ulteriori fatti da accertare, ma non ne inibisce la valutazione quando i fatti siano stati già tutti accertati o non...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 18147 del 26 luglio 2013
«Ai fini della legittimità della deliberazione adottata dall'assemblea dei condomini ai sensi dell'art. 2 della legge 9 gennaio 1989, n. 13, l'impossibilità di osservare, in ragione delle particolari caratteristiche dell'edificio (nella specie, di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10713 del 24 maggio 2016
«L'ente esponenziale degli interessi degli utenti dei servizi bancari (nella specie, Codacons) è legittimato, giusta gli artt. 1 e 3 della l. n. 281 del 1998, applicabili "ratione temporis", a proporre, a tutela dell'interesse comune dei clienti...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, ordinanza n. 13725 del 6 luglio 2016
«La Corte di cassazione, adita con regolamento preventivo di giurisdizione, provvede sulle spese anche del giudizio di merito pendente dinanzi al giudice italiano, - in applicazione analogica dell'art. 385, comma 2, c.p.c. ed al fine di agevolare...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21750 del 27 ottobre 2016
«L'art. 366, comma 1, n. 3, c.p.c., nel prescrivere che il ricorso per cassazione deve essere corredato dall'esposizione "sommaria" dei fatti di causa, implica che la stessa deve contenere il necessario e non il superfluo, sicché è inammissibile il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2109 del 13 ottobre 1992
«La circostanza aggravante prevista dall'art. 7 del D.L. 13 maggio 1991, n. 152, conv. con modif. in L. 12 luglio 1991, n. 203, per i delitti punibili con pena diversa dall'ergastolo che siano stati commessi avvalendosi delle condizioni previste...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2699 del 30 giugno 1994
«Nei reati di associazione e, segnatamente, nel reato di associazione per delinquere di tipo mafioso non è configurabile responsabilità a titolo di cosiddetto «concorso esterno» giacché o il presunto concorrente esterno, nel porre in essere la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3342 del 10 settembre 1994
«L'aggravante di cui all'art. 7, D.L. 13 maggio 1991, n. 152, convertito in L. 12 luglio 1991, n. 203, non può consistere nella circostanza dell'appartenenza dell'imputato ad un'associazione mafiosa; infatti sia il tenore letterale della norma —...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9245 del 24 ottobre 1996
«Per i delitti di cui all'art. 416 bis c.p. e per quelli commessi avvalendosi delle condizioni previste dal predetto articolo, ovvero al fine di agevolare l'attività delle associazioni di tipo mafioso, l'art. 8 del D.L. 13 maggio 1991, n. 152,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1303 del 12 giugno 1997
«In tema di sussistenza dell'aggravante prevista dall'art. 7 del D.L. 13 maggio 1991, n. 152, conv. con L. 12 luglio 1991, n. 203, la consapevolezza che le armi illecitamente detenute sono destinate ad agevolare l'attività di una associazione di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2724 del 21 marzo 1997
«In tema di estorsione l'aggravante di cui all'art. 629 comma secondo c.p. — relativa a violenza o minaccia posta in essere da persona che fa parte di un'associazione di stampo mafioso — e quella prevista dall'art. 7 comma primo della legge 12...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1631 del 12 ottobre 1998
«L'aggravante prevista dall'art. 7 D.L. 13 maggio 1991, n. 152 (conv. in legge 12 luglio 1991, n. 203) è configurabile anche quando il delitto cui accede concorra con quello di cui all'art. 416 bis c.p. Ed invero una cosa è partecipare ad...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13048 del 15 dicembre 2000
«Ai fini dell'affermazione della responsabilità civile della P.A. per reato commesso dal dipendente, deve essere accertata l'esistenza di un nesso di occasionalità necessaria tra il comportamento doloso posto in essere dall'agente e le incombenze...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16486 del 9 aprile 2004
«Ai fini della configurabilità, nella condotta criminosa, della circostanza aggravante prevista dall'art. 7 D.L. 13 maggio 1991 n. 152, convertito in legge 12 luglio 1991 n. 203 (aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni previste...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 48444 del 16 dicembre 2004
«Anche per il concorso esterno in associazione di stampo mafioso scatta la presunzione di pericolosità prevista, dall'art. 275, comma terzo c.p.p., in ordine alle esigenze cautelari, in quanto integra pur sempre una partecipazione nel reato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2612 del 27 gennaio 2005
«La circostanza aggravante prevista dall'art. 7 D.L. 13 maggio 1991, n. 152, convertito in legge 12 luglio 1991, n. 203 si applica a tutti coloro, partecipi o non di qualche sodalizio criminoso, la cui condotta sia riconducibile a una delle due...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 26268 del 27 luglio 2006
«Affinché la circostanza aggravante ex art. 7 D.L. n. 152 del 1991 (avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni previste dall'art. 416 bis c.p. ovvero al fine di agevolare l'attività dell'associazione prevista dallo stesso articolo) possa...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 30062 del 12 settembre 2006
«La mancanza di una formale contestazione della circostanza aggravante di cui all'articolo 7 del D.L. 13 maggio 1991 n. 152, convertito nella legge 12 luglio 1991 n. 203, configurabile rispetto ad ogni delitto, punito con sanzione diversa...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 34193 del 12 ottobre 2006
«La circostanza attenuante speciale della dissociazione attuosa, prevista per i delitti di cui all'articolo 416 bis c.p. e per quelli commessi avvalendosi delle condizioni previste dal predetto articolo ovvero al fine di agevolare l'attività delle...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41332 del 18 dicembre 2006
«Allorché siano contestate, in relazione allo stesso reato, le circostanze aggravanti di aver agito al fine di agevolare l'attività d un'associazione di tipo mafioso e di aver agito per motivi abietti e il motivo abietto venga identificato per...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 39046 del 23 ottobre 2007
«L'aggravante di avere commesso il delitto di tentata estorsione avvalendosi delle condizioni previste dall'art. 416 bis c.p. ovvero al fine di agevolare l'attività delle associazioni di cui al suddetto art. 416 bis c.p. (art. 7 D.L. n. 151 del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25954 del 27 giugno 2008
«Una volta che nel giudizio di cognizione non sia stata formalmente contestata la circostanza aggravante di cui all'art. 7 D.L. 13 maggio 1991 n. 152 convertito nella legge 12 luglio 1991 n. 203, il giudice dell'esecuzione non può ritenerne la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 23121 del 4 giugno 2009
«La mancanza di una formale contestazione dell'aggravante di cui all'art. 7 del D.L. 13 maggio 1991 n. 152, convertito in L. 12 luglio 1991 n. 203 - contemplata per i delitti, punibili con pena diversa dall'ergastolo, commessi avvalendosi delle...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 47404 del 21 dicembre 2011
«La circostanza aggravante prevista dall'art. 7 D.L. 13 maggio 1991 n. 152, convertito in L. 12 luglio 1991 n. 203 (aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni previste dall'art. 416 bis c.p. ovvero al fine di agevolare l'attività delle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 23937 del 3 giugno 2013
«Integra il delitto di cui all'art. 605 c.p. e non quello di cui all'art. 630 c.p. la condotta di chi prende in ostaggio una persona, cui toglie la libertà per mantenere il profitto già conseguito con la commissione di altro reato. (Fattispecie...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32462 del 25 luglio 2013
«Ai fini della sussistenza della responsabilità civile dell'imprenditore per fatto illecito commesso dal dipendente, non è necessaria l'esistenza di uno stabile rapporto di lavoro subordinato essendo sufficiente che l'autore del fatto illecito sia...»