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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24902 del 10 ottobre 2008
«La parte parzialmente soccombente può proporre appello incidentale tardivo, ai sensi dell'art. 334 c.p.c., anche in riferimento ai capi della sentenza di merito non oggetto di gravame con l'impugnazione principale, a condizione che si tratti di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9497 del 19 luglio 2000
«La parte chiamata direttamente a contraddire rispetto all'impugnazione principale può proporre impugnazione incidentale tardiva nei confronti di una parte del giudizio di primo grado diversa dall'appellante principale solo a condizione che a quel...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15784 del 24 giugno 2013
«La legittimazione all'impugnazione incidentale tardiva ex art. 334 c.p.c. sussiste non solo relativamente ai capi, autonomi o non rispetto a quelli oggetto dell'impugnazione principale, della medesima sentenza da quest'ultima investita, ma anche...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6442 del 1 luglio 1998
«La rinuncia all'appello principale comporta l'estinzione del giudizio, non essendo necessaria l'accettazione dell'appellato ove non ancora costituito, atteso che in generale la necessità di un'accettazione da parte del convenuto, quale condizione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12160 del 22 dicembre 1990
«La parte che abbia fatto riserva di appello differito contro una sentenza non definitiva è obbligata a proporre l'appello in dipendenza dell'appello di altro soccombente, senza alcuna possibilità di potersi giovare della riserva di gravame in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12788 del 2 settembre 2003
«In caso di appello proposto dinanzi ad un organo della giurisdizione ordinaria diverso da quello che sarebbe competente secondo legge, può riconoscersi al medesimo un effetto conservativo alla sola condizione che l'organo adito, pur...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13639 del 30 maggio 2013
«Quando la legge imponga l'introduzione del giudizio con citazione, anziché con ricorso, ed il rito ordinario, l'adozione del rito camerale non induce alcuna nullità, per il principio della conversione degli atti nulli che abbiano raggiunto il loro...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 547 del 1 giugno 2000
«In tema di disciplina dell'immigrazione e sulla condizione dello straniero, il ricorso per Cassazione previsto dall'art. 12 legge n. 40 del 1998 (riprodotto con qualche modifica nell'art. 14 D.L.vo n. 286 del 1998) avverso il decreto pretorile di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9486 del 18 aprile 2013
«La natura sussidiaria dell'azione di arricchimento senza causa costituisce un presupposto della domanda, richiesto dalla legge, pertanto, tale condizione, non integrando un'eccezione in senso stretto, può essere rilevata d'ufficio dal giudice, nei...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10871 del 1 ottobre 1999
«In tema di crediti pecuniari, ove la domanda di risarcimento del danno da svalutazione monetaria sia stata omessa in primo grado, non può essere proposta per la prima volta in appello, neanche al limitato fine della liquidazione del danno...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11600 del 8 novembre 1995
«In tema di crediti pecuniari, la svalutazione monetaria verificatasi durante la mora del debitore non giustifica in sé alcun risarcimento automatico che possa essere attuato con la rivalutazione della somma dovuta, con la conseguenza che il...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 10531 del 7 maggio 2013
«Il rilievo d'ufficio delle eccezioni in senso lato non è subordinato alla specifica e tempestiva allegazione della parte ed è ammissibile anche in appello, dovendosi ritenere sufficiente che i fatti risultino documentati "ex actis", in quanto il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4277 del 21 luglio 1984
«Mentre la legittimazione ad causam, costituendo una condizione dell'azione, intesa come diritto potestativo di ottenere una qualsiasi decisione di merito, è riscontrabile d'ufficio, in ogni stato e grado, alla stregua della prospettazione della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14338 del 19 giugno 2009
«I documenti prodotti nel corso di un procedimento per sequestro conservativo, introdotto in pendenza del giudizio di merito, sono utilizzabili anche in quest'ultimo processo, alla sola condizione che la produzione sia avvenuta prima che nel...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12118 del 19 agosto 2003
«In tema di prova nel giudizio di appello, “l'indispensabilità” richiesta dall'art. 345, comma terzo, c.p.c. nuovo testo, non va intesa come mera rilevanza dei fatti dedotti (condizione di ammissibilità di ogni mezzo istruttorio), ma postula la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4863 del 1 marzo 2010
«La prova mediante documenti delle condizioni dell'azione, nonostante queste, in caso di controversia sulle relative circostanze, siano verificabili fino al momento della decisione, da non limitarsi restrittivamente a quella di primo grado, è...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 9093 del 21 giugno 2002
«La produzione di atti e documenti di cui all'art. 372 c.p.c., riguardanti l'ammissibilità del ricorso per cassazione, da parte dell'intimato che abbia proposto tardivamente il controricorso, al quale i documenti siano stati allegati, è valida ed...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 12381 del 27 maggio 2009
«Nel giudizio di cassazione è inammissibile il deposito di memorie ex art. 378 c.p.c., prima dell'udienza di discussione, da parte dell'intimato che si sia costituito oltre il termine fissato nell'art. 370, primo comma, c.p.c. e non abbia...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14710 del 26 giugno 2006
«Nel giudizio civile di legittimità, con le memorie di cui all'art. 378 c.p.c., possono essere sollevate questioni nuove rilevabili d'ufficio a condizione che il rilievo ex officio sia già possibile sulla base degli atti interni del processo, quali...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13817 del 23 settembre 2002
«In tema di pluralità di ricorsi per cassazione successivamente proposti avverso la stessa decisione, il principio secondo il quale la proposizione di un primo atto inidoneo a dar vita ad un valido ricorso (per mancanza di alcuno degli elementi...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, sentenza n. 13715 del 30 maggio 2013
«La necessità di assicurare l'economia dei giudizi e di interpretare le norme processali - in conformità con l'art. 111 Cost. - nel senso di garantire la ragionevole durata del processo comporta ce, anche nel giudizio di cassazione, nell'ipotesi di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 6737 del 10 maggio 2002
«L'accertamento dell'avvenuta scadenza dei termini per la proposizione dell'appello, ai fini della verifica di susistenza della condizione di ammissibilità dell'istanza di revocazione straordinaria ex art. 396, primo comma, c.p.c., riguarda...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10116 del 15 ottobre 1997
«Il creditore che agisce con il rimedio della opposizione di terzo revocatoria avverso un decreto ingiuntivo (che si assuma) ottenuto, nei confronti del proprio debitore, da un terzo per effetto di collusione tra questi ultimi, ha l'onere di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 967 del 21 gennaio 2004
«Premesso che le disposizioni che prevedono condizioni di procedibilità, costituendo deroga all'esercizio del diritto di agire in giudizio, garantito dall'art. 24 Cost., non possono essere interpretate in senso estensivo, deve ritenersi che, ai...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24024 del 23 ottobre 2013
«In materia di atti abdicativi di diritti del lavoratore subordinato, le rinunce e le transazioni aventi ad oggetto diritti del prestatore di lavoro previsti da disposizioni inderogabili di legge o di contratti collettivi, contenute in verbali di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6508 del 27 giugno 1990
«Ai fini della competenza territoriale in ordine alla controversia relativa al rapporto di agenzia, il luogo di nascita del rapporto medesimo deve essere individuato in quello in cui, ai sensi dell'art. 1326 c.c., si è perfezionato il contratto con...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3974 del 1 aprile 2000
«In tema di competenza territoriale nel rito del lavoro, la previsione da parte dell'art. 413 c.p.c. del foro della dipendenza aziendale fa riferimento ad una nozione che non coincide con quella di unità produttiva rilevante ai fini di altre norme...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8686 del 22 ottobre 1994
«Costituisce dipendenza dell'azienda, ai sensi dell'art. 413, comma 2, c.p.c., ogni complesso di beni decentrati munito di propria individualità tecnico-economica, pur se di modesta entità, a condizione che lo stesso, per un verso, risulti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 25753 del 24 ottobre 2008
«L'onere della determinazione dell'oggetto della domanda, fissato a pena di nullità dall'art. 414, n. 3, c.p.c., deve ritenersi osservato, con riguardo alla richiesta di determinazione della giusta retribuzione, qualora l'attore indichi i relativi...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3105 del 22 maggio 1985
«Nel rito del lavoro, l'onere della determinazione dell'oggetto della domanda, fissato a pena di nullità dell'atto introduttivo dall'art. 414 n. 3 c.p.c., deve ritenersi osservato, con riguardo alla richiesta di pagamento di spettanze retributive,...»