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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1782 del 10 giugno 1968
«La legittimazione a proporre opposizione al decreto di ammortamento non compete a tutti gli obbligati cambiari, ma unicamente al detentore del titolo. Dopo la pronuncia del decreto di ammortamento il debitore cambiario ha il potere di proporre non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1410 del 19 febbraio 1999
«L' art. 2022 c.c., che prescrive, per l'esecuzione del trasferimento di titoli nominativi - ivi compresi quelli azionari di società - l'annotazione del nome dell'acquirente sul titolo, è norma inderogabile (la cui violazione comporta nullità del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2636 del 17 luglio 1969
«La negotiorum gestio prohibente domino , di cui al secondo comma dell'art. 2031 c.c. è configurata normalmente come intervento di un terzo, che, stante l'inadempimento di un obbligo, avente contenuto di dovere giuridico d'ordine pubblico, da...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5624 del 9 marzo 2009
«L'art.2033 cod. civ., pur essendo formulato con riferimento all'ipotesi del pagamento "ab origine" indebito, è applicabile per analogia anche alle ipotesi di indebito oggettivo sopravvenuto per essere venuta meno, in dipendenza di qualsiasi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 27334 del 12 dicembre 2005
«In caso di mancanza di una causa adquirendi , sia in caso di nullità, annullamento, risoluzione o rescissione di un contratto, che in caso di qualsiasi altra causa la quale faccia venir meno il vincolo originariamente esistente, fazione accordata...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21096 del 28 ottobre 2005
«Sussiste indebito oggettivo tutte le volte in cui manchi la causa della prestazione e l' accipiens non abbia titolo per riceverla: tanto accade nei casi di nullità del contratto, ove l'azione de qua diventa esperibile per la restituzione delle...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13829 del 23 luglio 2004
«La ripetizione d'indebito oggettivo, di cui all'art. 2033 c.c., rappresenta un'azione restitutoria, non risarcitoria, a carattere personale, che riflette l'obbligazione insorta tra il solvens ed il destinatario del pagamento privo di causa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1089 del 1 febbraio 2000
«È ravvisabile un indebito oggettivo nei pagamenti dovuti al momento della solutio, ma rimasti successivamente privi di causa per un fatto sopravvenuto. Una siffatta soluzione si verifica con riferimento ad un rapporto contrattuale a formazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1734 del 25 gennaio 2011
«Proposta domanda di ripetizione di indebito, l'attore ha l'onere di provare l'inesistenza di una giusta causa delle attribuzioni patrimoniali compiute in favore del convenuto, ma solo con riferimento ai rapporti specifici tra essi intercorsi e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 22872 del 10 novembre 2010
«In tema di ripetizione di indebito oggettivo, la prova dell'inesistenza della "causa debendi" (nella specie, relativa al pagamento al lavoratore di compensi non pattuiti) incombe sulla parte che propone la domanda, trattandosi di elemento...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 18483 del 9 agosto 2010
«Colui che agisce per la ripetizione di un indebito allega la dazione senza causa della somma di denaro non come adempimento di un negozio giuridico ma come spostamento patrimoniale privo di causa e può, conseguentemente, assolvere l'onere della...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 9604 del 21 luglio 2000
«In tema di ripetizione d'indebito, deve ritenersi operante il normale principio dell'onere della prova gravante sul creditore istante, il quale è, pertanto, tenuto a dimostrare sia l'avvenuto pagamento, sia la mancanza di una causa che lo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7586 del 1 aprile 2011
«In tema di ripetizione d'indebito oggettivo, l'espressione "domanda" di cui all'art. 2033 c.c. non va intesa come riferita esclusivamente alla domanda giudiziale ma ha valore di atto di costituzione in mora, che, ai sensi dell'art. 1219 c.c., può...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8564 del 8 aprile 2009
«Nell'ipotesi di nullità di un contratto, la disciplina degli eventuali obblighi restitutori è mutuata da quella dell'indebito oggettivo, con la conseguenza che qualora l" 'accipiens sia in mala fede nel momento in cui percepisce la somma da...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2220 del 28 febbraio 2000
«Ai fini dell'accertamento della sussistenza della responsabilità ex art. 2050 c.c., il giudizio sulla pericolosità dell'attività svolta ossia l'apprezzamento della stessa come attività che, per sua natura, o per i mezzi impiegati, rende probabile,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4710 del 29 aprile 1991
«La presunzione di responsabilità contemplata dalla norma dell'art. 2050 c.c. per le attività pericolose può essere vinta solo con una prova particolarmente rigorosa, essendo posto a carico dell'esercente l'attività pericolosa l'onere di dimostrare...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6677 del 23 marzo 2011
«In tema di responsabilità extracontrattuale ex art. 2051 c.c., al fine di provare il rapporto causale tra la cosa in custodia e il danno, l'attore deve allegare un elemento intrinseco o estrinseco come fatto costitutivo idoneo a radicare il nesso...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11592 del 13 maggio 2010
«La responsabilità da cose in custodia ex art. 2051 c.c. sussiste qualora ricorrano due presupposti: un'alterazione della cosa che, per le sue intrinseche caratteristiche, determina la configurazione nel caso concreto della cd. insidia o...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5658 del 9 marzo 2010
«In tema di responsabilità civile per danni cagionati da cose in custodia, per aversi caso fortuito occorre che il fattore causale estraneo al soggetto danneggiante abbia un'efficacia di tale intensità da interrompere il nesso eziologico tra la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2563 del 6 febbraio 2007
«La responsabilità prevista dall'art. 2051 c.c. per i danni cagionati da cose in custodia ha carattere oggettivo e, ai fini della sua configurabilità, è sufficiente che sussista il nesso causale tra la cosa in custodia e l'evento dannoso,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 24211 del 14 novembre 2006
«È configurabile una ipotesi di concorso causale nell'evento da parte del custode, per il titolo di cui all'art. 2051 c.c., e di altro soggetto, per il normale titolo di responsabilità generica ai sensi dell'art. 2043, atteso che all'addebito...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20825 del 26 settembre 2006
«Il dovere di controllo e di custodia posto dall'art. 2051 c.c. sussiste anche in relazione alle cose inerti e prive di un proprio dinamismo (nella specie, un campo da tennis), ben potendo essere anch' esse idonee, in concorso con altri fattori...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1655 del 27 gennaio 2005
«Il custode, per liberarsi dalla presunzione di responsabilità per il danno cagionato dalla cosa deve provare che esso si è verificato per caso fortuito tale da impedirgli di prevenire l'evento dannoso o di ridurne le conseguenze, dovendo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6616 del 22 maggio 2000
«In tema di danni causati da cose in custodia, l'art. 2051 c.c. non richiede necessariamente che l'idoneità lesiva dipenda dalla natura stessa di tali cose in quanto anche allorché questi siano prive di un proprio dinamismo sussiste un dovere di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4279 del 19 febbraio 2008
«Nel caso in cui l'evento di danno sia da ascrivere esclusivamente alla condotta del danneggiato, la quale abbia interrotto il nesso causale tra la cosa in custodia e il danno, si verifica un'ipotesi di caso fortuito che libera il custode dalla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11414 del 18 giugno 2004
«In riferimento alla responsabilità extracontrattuale da cose in custodia, quando sussiste un comportamento colposo del danneggiato che non è idoneo da solo ad interrompere il nesso eziologico tra la causa del danno e il danno stesso, esso può...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 5910 del 11 marzo 2011
«La norma dell'art. 2051 c.c., che stabilisce il principio della responsabilità per le cose in custodia, non dispensa il danneggiato dall'onere di provare il nesso causale tra queste ultime e il danno, ossia di dimostrare che l'evento si è prodotto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5741 del 10 marzo 2009
«Ai fini dell'attribuzione della responsabilità prevista dall'art. 2051 cod. civ sono necessarie e sufficienti una relazione tra la cosa in custodia e l'evento dannoso nonché l'esistenza dell'effettivo potere fisico su di essa da parte del custode,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20427 del 25 luglio 2008
«La responsabilità del custode disciplinata dall'art. 2051 c.c. costituisce una ipotesi di responsabilità oggettiva e non di colpa presunta. Il danneggiato, pertanto, per ottenere il risarcimento da parte del custode, deve dimostrare unicamente...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11227 del 8 maggio 2008
«La responsabilità per i danni cagionati da una cosa in custodia ex art. 2051 c.c. si fonda non su un comportamento od un'attività del custode, ma su una relazione intercorrente tra questi e la cosa dannosa e, poiché il limite della...»