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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1545 del 14 febbraio 1995
«Commette il reato di abusivo esercizio di una professione (art. 348 c.p.) il geometra che procede al restauro conservativo di un edificio sottoposto a vincolo ai sensi delle leggi che tutelano l'antichità e le belle arti; tale intervento, infatti,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 26817 del 29 luglio 2006
«Non è legittimato all'esercizio della professione di consulente del lavoro chi sia abilitato per la diversa professione di revisore contabile, giacché tra tali attività professionali esiste una obiettiva diversità di competenze in quanto l'art. 1...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 23128 del 14 giugno 2007
«Il reato di violazione dei sigilli presenta natura plurioffensiva in ragione della sua idoneità a ledere, oltre che l'interesse della Pubblica autorità ad assicurare l'indisponibilità del bene per ragioni di giustizia o altro, anche un parallelo o...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 42900 del 4 novembre 2004
«Oggetto della tutela penale nel delitto di violazione di sigilli è la forma simbolica apposta sulla res la quale manifesta la volontà dello Stato di assicurare una cosa mobile od immobile, al fine di evitare atti di disposizione o manomissione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 31138 del 24 luglio 2008
«Il reato di violazione di sigilli è configurabile anche nel caso in cui i sigilli siano apposti solo su una parte della res sequestrata, in quanto l'apposizione dei medesimi è operata a tutela del vincolo che riguarda l'integrità e...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2028 del 18 gennaio 2006
«L'appropriazione di un bene ereditario, sul quale erano stati apposti i sigilli, da parte di un erede testamentario in possesso dei beni ereditari, e che abbia accettata l'eredità, configura il reato di violazione dei sigilli, di cui all'art. 349...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2996 del 26 marzo 1993
«È configurabile la continuazione tra il reato di costruzione abusiva e quello di violazione dei sigilli. Infatti da un punto di vista astratto, poiché la violazione dei sigilli, nel caso della costruzione abusiva, si realizza anche attraverso la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6650 del 6 giugno 1994
«Nell'ipotesi di prosecuzione di lavori edilizi in un edificio sottoposto a sequestro reso palese dall'apposizione di sigilli e di cartelli che lo espliciti è ravvisabile esclusivamente il delitto di cui all'art. 334 dello stesso codice.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11079 del 28 settembre 1999
«Scopo della disposizione dell'art. 356 c.p. è quello di rafforzare con la sanzione penale la corretta e leale esecuzione del contratto di pubbliche forniture, ponendo tale contratto al riparo da comportamenti fraudolenti del fornitore. Tale...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3264 del 22 marzo 1991
«Del reato di frode nelle pubbliche forniture, previsto dall'art. 356 c.p., può essere soggetto attivo anche colui il quale, pur non essendo la parte vincolata dal contratto di fornitura, abbia assunto l'obbligo di dare esecuzione, anche in parte,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10556 del 9 novembre 1982
«Il delitto di frode nelle pubbliche forniture non è escluso dal difetto di forma scritta del contratto. Il contratto di fornitura è soggetto alle norme del diritto privato: la mancata osservanza della forma scritta — di regola richiesta nei...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1425 del 8 febbraio 1994
«Ai fini della configurabilità del delitto di frode nelle pubbliche forniture (art. 356 c.p.), non è necessario un comportamento fraudolento mediante l'uso di raggiri, essendo sufficiente la semplice mala fede nell'esecuzione del contratto,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12535 del 4 novembre 1999
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 356 c.p. non è necessario un comportamento fraudolento dell'agente, attuato mediante l'uso di raggiri, essendo invece sufficiente la semplice mala fede nell'esecuzione del contratto,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9555 del 12 novembre 1983
«Il reato di frode in pubbliche forniture si consuma al momento della fraudolenta esecuzione del contratto e cioè alla data dei verbali di ultimazione delle opere, a meno che la pubblica amministrazione, nel corso dell'esecuzione di esse, non abbia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 36567 del 10 ottobre 2001
«La frode, costituente elemento caratteristico del reato di cui all'art. 356 c.p., non può consistere in un semplice inadempimento contrattuale, dovendosi invece ritenere necessario, per la sua sussistenza, un quid pluris, e cioè la malafede...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 18056 del 11 maggio 2002
«Ai fini della legge penale, l'attività di assicurazione del rischio di responsabilità civile derivante dalla circolazione di veicoli e natanti rientra tra i servizi di pubblica necessità, in quanto la sua qualificazione in tal senso ad opera della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10973 del 15 ottobre 1986
«Il difensore, allorché esercita il proprio ministero nel processo penale, non riveste né la qualifica di pubblico ufficiale né quella di incaricato di pubblico servizio, bensì quello di esercente un servizio di pubblica necessità, atteso che il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 28124 del 23 luglio 2002
«In tema di omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale, l'intervenuta abolizione del reato presupposto, a seguito di intervento legislativo, non incide sulla configurabilità del delitto di cui all'art. 361 c.p., dovendosi escludere...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10272 del 13 marzo 2001
«In tema di omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale, l'ipotesi prevista dal secondo comma dell'articolo 361 c.p. (l'essere cioè il colpevole un ufficiale o agente di polizia giudiziaria) configura una circostanza aggravante di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3496 del 20 dicembre 1999
«L'omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale, prevista dall'art. 361 c.p., è configurabile anche quando essa abbia ad oggetto uno scritto anonimo il quale non contenga soltanto la generica indicazione di fatti suscettibili di essere...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12936 del 11 novembre 1999
«Il reato di omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale si configura come un reato di pericolo, a consumazione istantanea, non essendo necessario che il funzionamento della amministrazione della giustizia abbia subito un danno dalla...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8699 del 5 ottobre 1982
«In tema di omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale, l'esistenza di una prassi contra legem, in materia di omissione o ritardo dell'atto dovuto, non può valere ad escludere il dolo, ma solo può suffragare l'ipotesi di un errore...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 902 del 26 gennaio 1994
«L'obbligo di denuncia dei reati, posto a carico del pubblico ufficiale dall'art. 361 c.p., non può essere soddisfatto mediante la presentazione della denuncia al sindaco del luogo, anche se questi rivesta qualità di organo di pubblica sicurezza....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 68 del 8 gennaio 1998
«In tema di omissione di referto, il dolo consiste nella conoscenza da parte del sanitario di tutti gli elementi del fatto per il quale egli ha prestato la propria opera, dai quali può desumersi in termini di possibilità la configurabilità di un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1473 del 4 febbraio 1999
«In tema di omissione di referto riferibile a lesioni conseguenti ad infortunio sul lavoro, non compete al sanitario alcun potere di delibazione della configurabilità di estremi di reato, dovendo la sua valutazione limitarsi al solo esame delle...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 17000 del 24 aprile 2008
«Il reato di rifiuto di uffici legalmente dovuti di cui all'art. 366 c.p. sanziona comportamenti prodromici all'assunzione di funzioni pubbliche, con l'esclusione pertanto di quelli riguardanti la fase dell'esecuzione dell'incarico, i quali possono...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7762 del 17 febbraio 2003
«Ai fini della configurabilità del delitto di cui all'art. 366 c.p., riferito al rifiuto di assumere o di adempiere le funzioni di custode di cose sottoposte a sequestro dal giudice penale, occorre che l'incarico sia stato conferito dall'Autorità...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5676 del 8 giugno 1982
«Ai fini della sussistenza del delitto di cui all'art. 366 c.p. non è richiesto che il rifiuto di assumere l'incarico o le funzioni sia espressamente dichiarato, ma, pure non essendo sufficienti una mera tergiversazione o un perdurante ritardo ad...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9056 del 12 ottobre 1985
«È configurabile la simulazione di reato, ai sensi dell'art. 367 c.p., in caso di denuncia di un furto il quale sia stato realmente consumato, ma in ordine a beni in tutto o in parte diversi, sotto il profilo qualitativo, dagli oggetti di cui è...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5675 del 24 maggio 1975
«L'autocalunnia è un reato istantaneo che si perfeziona nel momento stesso in cui l'autoaccusa viene manifestata all'autorità giudiziaria o a quella che alla stessa ha l'obbligo di riferire. Pertanto, la ritrattazione successiva al suindicato...»