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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3744 del 23 gennaio 2013
«Configura il delitto di evasione e non l'ipotesi di trasgressione alle prescrizioni imposte, sanzionabile ex art. 276 c.p.p., l'allontanamento della persona sottoposta alla misura degli arresti domiciliari dal luogo di detenzione in un orario che...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3937 del 22 gennaio 2000
«In presenza di imputato che si trovi nelle condizioni di salute, particolarmente gravi, di cui all'art. 275, comma 4 bis, c.p.p., introdotto dalla L. 12 luglio 1999, n. 231, il giudice, per applicare o mantenere la custodia cautelare in carcere...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4995 del 1 settembre 1998
«Le modalità di calcolo dei termini di durata massima di custodia cautelare variano a seconda che sia o meno intervenuta una sentenza di condanna. Nel primo caso, contemplato dagli artt. 278 e 303, comma primo, lettere a) e b) c.p.p., deve aversi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1240 del 11 aprile 1997
«Ai fini del computo dei termini massimi di custodia cautelare deve valutarsi il concorso delle aggravanti secondo un criterio concettuale e non formale. L'interprete perciò, prescindendo dalla collocazione in una stessa o in diverse disposizioni...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 893 del 3 giugno 1995
«Il giudizio di comparazione delle circostanze è previsto ai fini della determinazione della pena ed è in linea di principio riservato al giudice del dibattimento, conseguentemente, quando si debba determinare la pena astrattamente prevista agli...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 26 del 9 ottobre 2000
«Il termine di dieci giorni, previsto dall'art. 309, nono comma, c.p.p., entro il quale il Tribunale del riesame deve decidere sulla relativa istanza a pena di inefficacia dell'ordinanza che dispone la misura coercitiva, decorre dalla data di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2260 del 23 febbraio 1994
«L'obbligo di dimora previsto dall'art. 283 c.p.p., per il suo contenuto, è in sostanza una misura di sicurezza, come tale incompatibile con il rito di cui all'art. 444 c.p.p. (Nella fattispecie, poiché non era stato adottato alcun provvedimento in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35338 del 9 settembre 2003
«In tema di misure cautelari personali, la concessione di autorizzazioni ad assentarsi dal domicilio per esigenza di vita o di lavoro non costituisce sostituzione o revoca della misura degli arresti domiciliari, bensì modalità di applicazione di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10256 del 27 agosto 1999
«Allorché il regime di arresti domiciliari preveda la possibilità di allontanarsi dal domicilio per soddisfare determinate esigenze, previo avviso all'autorità, risponde del reato di evasione il detenuto che si allontana dal luogo degli arresti...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 47335 del 16 novembre 2007
«Nel caso di imputato affetto da patologia psichiatrica che impedisca la sua cosciente partecipazione al dibattimento, può disporsi, ai sensi dell'art. 73, comma terzo, c.p.p., ove egli debba essere mantenuto in custodia cautelare, soltanto il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1824 del 20 luglio 1992
«Il decreto con il quale il giudice dà atto dell'assoluto impedimento a procedere all'interrogatorio della persona in stato di custodia cautelare (art. 294, comma ottavo, c.p.p.) va ritenuto inoppugnabile in base al principio di tassatività dei...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1721 del 13 settembre 1993
«In tema di revoca della misura coercitiva della custodia cautelare il decorso del tempo può determinare il verificarsi di una modifica della situazione pregressa, non certo (salvo l'insorgere di nuovi elementi di fatto) con riferimento alla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5548 del 23 dicembre 1998
«A differenza del decreto autorizzativo delle intercettazioni, il registro delle notizie di reato previsto dall'art. 335 c.p.p. non è collegato a un particolare atto di indagine come specifico presupposto di legalità dello stesso e non si può,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 8388 del 24 febbraio 2009
«L'ammissibilità della richiesta di applicazione di misure cautelari personali, presentata dal magistrato dell'ufficio del pubblico ministero, assegnatario del procedimento non implica l'assenso scritto del procuratore della Repubblica, previsto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5271 del 4 febbraio 1997
«Ai fini del ripristino della custodia cautelare in carcere nel caso previsto dall'art. 307, comma secondo, lett. b) c.p.p., l'indebita valutazione fatta dal giudice anche delle esigenze cautelari previste dall'art. 274, lett. c) stesso codice, non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4777 del 7 febbraio 2012
«In materia di misure cautelari personali, l'obbligo previsto dal secondo comma dell'art. 292, lett. c bis) c.p.p., di esporre i motivi per i quali non sono ritenuti rilevanti gli elementi addotti dalla difesa, è imposto sia al giudice che emette...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1889 del 29 luglio 1998
«Solo la mancanza della motivazione nell'ordinanza applicativa di misura cautelare, cui va equiparata la mera apparenza della medesima, può rientrare nella nozione di violazione di legge, a sostegno del ricorso per saltum previsto dall'art. 311,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6757 del 23 gennaio 1998
«In tema di riesame delle misure cautelari, se l'ordinanza del tribunale della libertà può fare riferimento a quanto indicato in altri provvedimenti al fine di evitare la ripetizione di elementi già conosciuti dalle parti, tuttavia il mero...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2164 del 4 agosto 1993
«Anche nel procedimento dinanzi al tribunale di sorveglianza sull'istanza di differimento della pena, vige il principio dell'immutabilità del giudice, previsto dall'art. 525, secondo comma, c.p.p., la cui inosservanza comporta nullità di ordine...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 40538 del 20 ottobre 2009
«Il termine di durata delle indagini preliminari decorre dalla data in cui il pubblico ministero ha iscritto, nel registro delle notizie di reato, il nome della persona cui il reato è attribuito, senza che al G.i.p. sia consentito stabilire una...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4915 del 27 maggio 1997
«Ai fini della sussistenza dell'ipotesi delittuosa prevista dal secondo comma dell'art. 346 c.p., che costituisce fattispecie autonoma e non ipotesi aggravata rispetto a quella prevista nel primo, non è necessaria né la millanteria né una generica...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 292 del 29 marzo 1999
«Atteso il disposto dell'art. 236, comma 2, att. coord. trans. c.p.p., secondo cui «nelle materie di competenza del tribunale di sorveglianza continuano ad osservarsi le disposizioni processuali della legge 26 luglio 1975 n. 354 diverse da quelle...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2017 del 3 ottobre 1996
«In materia di misure cautelari, coercitive e interdittive, il potere-dovere, espressamente previsto dalla legge, di dichiarare la nullità del provvedimento applicativo, tutte le volte in cui venga rilevato il vizio contemplato dall'art. 292,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1361 del 20 gennaio 2004
«In tema di applicazione di misure cautelari personali, il deposito in cancelleria, previsto a beneficio del difensore dall'art. 293, comma 3, c.p.p., delle ordinanze applicative delle misure dopo la loro notificazione o esecuzione non deve...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 20994 del 23 maggio 2001
«Nessuna nullità o caducazione è comminata in conseguenza dell'omesso deposito in cancelleria, previsto dall'art. 293, terzo comma, c.p.p., degli atti presentati dal P.M. a sostegno della richiesta di ordinanza di custodia cautelare: l'unico...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1450 del 11 giugno 1996
«In caso di ricorso per saltum in cassazione avverso un provvedimento cautelare personale, il difensore non ha diritto di estrarre copia della richiesta del pubblico ministero e degli atti ad essa allegati finché essi rimangono depositati presso la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3583 del 14 settembre 1994
«Il deposito in cancelleria previsto a beneficio del difensore, dall'art. 293, comma 3, c.p.p., delle ordinanze applicative di misure cautelari dopo la loro notificazione o esecuzione, non deve necessariamente precedere (per quanto ciò possa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2556 del 18 giugno 1994
«Ai fini della decorrenza del termine per proporre istanza di riesame dell'ordinanza applicativa di misura coercitiva la conoscenza della medesima comunque acquisita dal difensore non può ritenersi equipollente all'avviso di deposito del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1886 del 25 maggio 1994
«Nessuna nullità o caducazione deriva dal ritardo con il quale sia effettuato il deposito dell'ordinanza applicativa di custodia cautelare previsto, dopo la notificazione o esecuzione della stessa, dall'art. 293, comma 3, c.p.p., unico effetto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4467 del 4 ottobre 1995
«Non sussiste nullità dell'interrogatorio previsto dall'art. 294 c.p.p. allorché, essendo stato dato rituale avviso al difensore d'ufficio, in assenza, fino a quel momento, di nomina di difensore di fiducia, tale nomina intervenga solo all'atto...»