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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21192 del 17 maggio 2013
«L'azione tipica della concussione, fattispecie appartenente alla categoria dei reati propri esclusivi o di mano propria del pubblico agente, può essere posta in essere anche dal concorrente privo della qualifica soggettiva, a condizione che...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10496 del 20 novembre 1997
«Nella valutazione sulla responsabilità del direttore di un periodico ai sensi dell'art. 57 c.p., l'esigenza, cui tale disposizione si ispira, di evitare che con il mezzo della stampa vengano commessi reati, deve essere contemperata con il diritto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6879 del 9 giugno 1998
«Con la legge 24 novembre 1981, n. 689 il legislatore ha modificato l'art. 334 c.p. intendendo mantenere nell'ambito di operatività della norma solo quelle fattispecie, perseguibili d'ufficio, che trovano fondamento nella violazione di vincoli di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 29700 del 16 luglio 2003
«A seguito dell'intervenuta abrogazione degli articoli 341 e 344 c.p., disposta dall'articolo 18 L. 25 giugno 1999, n. 205, per i fatti commessi prima della sua entrata in vigore e già contestati come oltraggio, non può trovare applicazione la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12890 del 7 dicembre 2000
«In tema di esercizio abusivo di una professione difetta l'elemento oggettivo del reato quando l'attività posta in essere dall'agente non abbia assunto rilevanza esterna e non sia caratterizzata dalla tipicità degli atti compiuti, riferibile...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33706 del 14 settembre 2005
«La disposizione di cui all'art. 1, comma secondo lett. a), del Trattato tra l'Italia e gli Stati Uniti d'America firmato il 2 febbraio 1948 (che consente ai cittadini dei due Stati di svolgere attività professionali nei territori delle Parti...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 42900 del 4 novembre 2004
«Oggetto della tutela penale nel delitto di violazione di sigilli è la forma simbolica apposta sulla res la quale manifesta la volontà dello Stato di assicurare una cosa mobile od immobile, al fine di evitare atti di disposizione o manomissione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2600 del 26 gennaio 2004
«Nel delitto di violazione di sigilli, di cui all'art. 349 c.p., la finalità di assicurare la conservazione della cosa ricomprende anche la interdizione all'uso, atteso che oggetto giuridico del reato è la tutela della intangibilità della cosa che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7964 del 26 agosto 1997
«In caso di cosa sottoposta a sequestro probatorio su iniziativa della polizia giudiziaria, è del tutto irrilevante, ai fini della configurabilità del reato di sottrazione o danneggiamento di cosa sottoposta a sequestro, di cui all'art. 334, comma...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1566 del 3 luglio 2000
«Ciò perché i sigilli non hanno, nel caso, la funzione di assicurare la conservazione o la identità della res, per disposizione di legge o per ordine dell'autorità, ma, piuttosto, quella di garantire la sicurezza e l'autenticità della misurazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11079 del 28 settembre 1999
«Scopo della disposizione dell'art. 356 c.p. è quello di rafforzare con la sanzione penale la corretta e leale esecuzione del contratto di pubbliche forniture, ponendo tale contratto al riparo da comportamenti fraudolenti del fornitore. Tale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3670 del 15 aprile 1993
«Con la disposizione dell'art. 356 c.p. il legislatore ha voluto tutelare lo Stato, gli enti pubblici e le imprese esercenti servizi pubblici o di pubblica necessità contro le frodi commesse ai loro danni nell'esecuzione di contratti di fornitura...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10621 del 12 ottobre 1987
«La disposizione specifica dell'art. 95 L. 22 dicembre 1975, n. 685, in ordine all'anonimato, confermato dal successivo art. 96, di cui può beneficiare colui che fa uso personale non terapeutico di sostanze stupefacenti costituisce un particolare...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10800 del 20 ottobre 2000
«...la finalità di un profitto proprio dell'agente) e quella di favoreggiamento di cui all'art. 379 c.p. Deve tuttavia applicarsi la prima disposizione per il principio di specialità, perché contenente un maggior numero di elementi specializzanti.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13106 del 2 aprile 2001
«La condotta punibile del reato di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice (nella specie, un sequestro conservativo) nella forma dell'elusione della misura cautelare a difesa del credito (art. 388, secondo comma, c.p.), ricorre...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 19300 del 14 maggio 2008
«In tema di procurata inosservanza di pena aggravata dalla circostanza di cui all'art. 7 del D.L. 13 maggio 1991, n. 152, convertito dalla L. 12 luglio 1991, n. 203, il fatto di favorire la latitanza di un personaggio di vertice di un'associazione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1503 del 17 maggio 1966
«L'ultimo comma dell'art. 440 c.p., che ipotizza non un distinto titolo di reato bensì una circostanza che aggrava la pena, menziona espressamente i medicinali: consegue che gli stessi elementi che costituiscono il reato nella forma semplice...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12464 del 26 marzo 2007
«Il bene giuridico tutelato dalla fattispecie di cui all'art. 437 c.p. concerne anche la sicurezza sul lavoro di una comunità ristretta di lavoratori o di singoli lavoratori, in quanto tale disposizione incrimina espressamente la rimozione o...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4503 del 15 maggio 1984
«La violazione delle norme in materia di prevenzione infortuni del lavoro, invece, si materializza nella omissione delle cautele imposte - tra l'altro - nella predisposizione degli apparecchi o impianti adibiti allo svolgimento dell'attività...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32816 del 29 marzo 2007
«Non integra il delitto previsto dall'art. 462 c.p. la contraffazione di biglietti per il trasporto aereo che sia meramente finalizzata alla falsa attestazione di un pregresso espletamento di missioni e non alla loro messa in circolazione quali...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 47088 del 9 dicembre 2003
«La disposizione di cui all'art. 648 bis c.p. pur configurando un reato a forma libera, richiede che le attività poste in essere sul denaro, bene od utilità di provenienza delittuosa siano specificamente dirette alla sua trasformazione parziale o...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 45423 del 24 novembre 2004
«Nella determinazione, in misura inferiore a quella massima consentita dalla legge, della riduzione di pena dovuta al giudizio di prevalenza delle circostanze attenuanti generiche, il giudice può valorizzare anche i precedenti penali relativi a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6283 del 4 febbraio 1997
«La ragione ispiratrice della disposizione dell'art. 147 comma primo n. 2 c.p. — che consente il rinvio dell'esecuzione della pena per grave infermità fisica — è quella di evitare al condannato trattamenti inumani e la sua sottomissione ad una pena...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 304 del 14 marzo 1987
«Neanche la prognosi infausta quoad vitam crea, automaticamente, un contrasto fra l'esecuzione della pena ed il senso di umanità né rende di per sé operativa la disposizione dell'art. 147, n. 2, c.p., ma occorre che la malattia sia, allo stato, di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 16864 del 9 aprile 2004
«L'oblazione facoltativa di cui all'art. 162 bis c.p. è applicabile ai reati attribuiti alla competenza del giudice di pace (nella fattispecie: art. 187 c.s. guida in stato di ebbrezza conseguente all'assunzione di stupefacenti) attesa l'esplicita...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1 del 4 gennaio 1988
«Il giudice ordinario non ha, infatti, il potere di ordinare la demolizione delle costruzioni abusive, dovendo essere configurato la disposizione dell'art. 7 della L. 28 febbraio 1985 n. 47, che impone al giudice, con la sentenza di condanna,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5610 del 5 maggio 1980
«La norma penale in esame, infatti, con la disposizione del terzo comma, intende tutelare oltre al bene della pubblica fede anche il diritto esclusivo di fabbricazione ed uso acquisito dal privato mediante il brevetto, ai sensi degli artt. 2569...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5105 del 28 aprile 2000
«In materia di falso, per poter qualificare come certificato amministrativo un atto proveniente da un pubblico ufficiale, devono concorrere due condizioni: a) che l'atto non attesti i risultati di un accertamento compiuto dal pubblico ufficiale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2832 del 12 gennaio 1981
«La particolarità della fattispecie descritta nell'art. 486 c.p., incentrata nell'abuso di fiducia più che nella lesione della fede pubblica, giustifica, unitamente alla lettera dell'art. 491 c.p., l'esclusione dell'applicabilità di quest'ultima...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9080 del 3 luglio 1989
«Ai fini della configurabilità del dolo del reato di soppressione, distruzione e occultamento di atti veri, è sufficiente la sola consapevolezza che l'atto non sarà in grado di adempiere più a quella funzione probatoria di cui era dotato.»