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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 2451 del 16 gennaio 2008
«In tema di successione di leggi penali, la modificazione della norma extrapenale richiamata dalla disposizione incriminatrice esclude la punibilità del fatto precedentemente commesso se tale norma è integratrice di quella penale oppure ha essa...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4296 del 4 febbraio 2004
«La disciplina relativa alla successione delle leggi penali (art. 2 c.p.) si applica qualora la disposizione richiamata da una «norma penale in bianco» sia modificata o abrogata, ovvero nell'ipotesi in cui venga modificata una norma «definitoria» —...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 15280 del 11 aprile 2008
«In tema di ricettazione, il reato deve ritenersi commesso nel territorio dello Stato qualora in Italia si sia proceduto alla sola predisposizione, mediante la creazione di un doppio fondo, del veicolo utilizzato per importare la merce illecita...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 9568 del 13 settembre 1995
«Perché si verifichi il concorso di norme (con la conseguente necessità di individuare la norma speciale che deroga a quella generale) è necessaria, in primo luogo, l'identità della natura delle norme, che devono essere, tutte, norme penali, e,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1963 del 21 gennaio 2011
«In caso di concorso tra disposizione penale incriminatrice e disposizione amministrativa sanzionatoria in riferimento allo stesso fatto, deve trovare applicazione esclusivamente la disposizione che risulti speciale rispetto all'altra all'esito del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7516 del 24 giugno 1998
«Non può, infatti, operare, in tal caso il principio di specialità di cui all'art. 15 c.p., perché la disposizione presuppone che più norme incriminatrici regolino la stessa materia, abbiano, cioè la stessa obiettività giuridica, intesa nel senso...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11413 del 25 novembre 1995
«In forza del principio di specialità (art. 15 c.p.) la costituzione di un'associazione finalizzata al solo traffico di stupefacente non potrà essere punita a doppio titolo (ex art. 416 c.p. e art. 73 T.U. 309/90), mentre la costituzione di una...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 478 del 29 settembre 1995
«La disposizione di cui all'art. 74, D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, che punisce l'associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, non si pone in rapporto di specialità con l'art. 416 bis c.p. (associazione per...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 36055 del 8 settembre 2004
«In tema di disciplina igienica dei prodotti destinati all'alimentazione, sulla base della disposizione di cui all'art. 5, comma primo lett. b) della legge 30 aprile 1962, n. 283, chiunque detiene per la somministrazione un prodotto non conforme...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 19373 del 18 maggio 2007
«...psichica del soggetto. Ne consegue che, qualora una pur minima colpa possa essere attribuita all'agente, in relazione all'evento dannoso realizzatosi, automaticamente viene meno l'applicabilità della disposizione di cui all'art. 45 c.p.»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7402 del 24 giugno 2000
«Il datore di lavoro deve ispirare la sua condotta alle acquisizioni della migliore scienza ed esperienza per fare in modo che il lavoratore sia posto nelle condizioni di operare con assoluta sicurezza. Pertanto, non è sufficiente che una macchina...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7425 del 18 giugno 1987
«La disposizione contemplante la procurata impotenza alla procreazione non era speciale rispetto a quella di cui all'art. 583, capoverso, n. 3, c.p. Ne consegue che, dopo l'abrogazione, ad opera dell'art. 22 della L. 22 maggio 1978, n. 194,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6979 del 14 luglio 1997
«Ai fini della configurabilità dell'esimente della legittima difesa — ammessa nei confronti di tutti i diritti, personali e patrimoniali — l'apprezzamento della proporzione tra offesa e difesa, che postula un rapporto di corrispondenza valutativa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 45407 del 23 novembre 2004
«In tema di legittima difesa, affinché sussista la proporzione fra offesa e difesa occorre effettuare un confronto valutativo, effettuato con giudizio ex ante sia fra i mezzi usati e quelli a disposizione dell'aggredito che fra i beni giuridici in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8999 del 3 ottobre 1997
«L'eccesso colposo sottintende, a sua volta, i presupposti della scriminante col superamento dei limiti a quest'ultima collegati; per stabilire se nel commettere il fatto si siano ecceduti colposamente i limiti della difesa legittima, bisogna prima...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6327 del 27 aprile 1989
«La disposizione di cui all'art. 53 c.p. trova il suo fondamento giuridico, e quindi la sua giustificazione normativa, nella necessità di consentire al pubblico ufficiale l'uso delle armi al fine di adempiere un dovere del proprio ufficio; uso che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 45425 del 15 dicembre 2005
«L'eccesso colposo sottintende i presupposti della scriminante con il superamento dei limiti a quest'ultima collegati, sicché, per stabilire se nel fatto si siano ecceduti colposamente i limiti della difesa legittima, bisogna prima accertare la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 298 del 15 gennaio 1992
«Accanto a questa figura di eccesso colposo, che costituisce un eccesso modale, è tuttavia possibile parlare di eccesso anche quando questo si innesta su di una situazione di scriminante erroneamente supposta: l'agente ritiene per errore...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2125 del 19 aprile 1996
«La disposizione dell'art. 63, comma 4, c.p., che prevede la facoltà del giudice, nel concorso di più circostanze ad effetto speciale, di aumentare la pena stabilita per la circostanza più grave, attiene esclusivamente alla concreta entità del...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6300 del 27 aprile 1989
«In materia di reati colposi, qualora l'evento, posto ad oggetto del reato scaturisca dal sinergismo di consapevoli condotte colpose, attribuibili alla vittima e a terzi imputati, va applicata la disposizione di cui all'art. 113 c.p., speciale...»
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Corte costituzionale, sentenza n. 438 del 18 ottobre 1995
«AIDS] tutto il risalto che lo stesso merita e che l'ampia normativa di settore e la stessa coscienza collettiva gli ha ormai riconosciuto, la disposizione impugnata deve ritenersi non conforme al canone della ragionevolezza nella parte in cui non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11856 del 4 dicembre 1995
«La morte dell'imputato, intervenuta successivamente alla proposizione del ricorso per cassazione, impone l'annullamento senza rinvio della sentenza, per estinzione del reato, con l'enunciazione della relativa causale nel dispositivo, risultando...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 992 del 10 giugno 1968
«La disposizione dell'art. 220 c.p. non deroga a quella contenuta nell'art. 210 stesso codice. Infatti, mentre tale norma fa parte delle disposizioni di carattere generale relative a tutte le misure di sicurezza personali, stabilendo gli effetti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 188 del 7 febbraio 1966
«Quando, invece, i fatti, di per sé idonei allo spionaggio, non risultano univocamente diretti ad esso, potendo essere determinati da altri motivi (curiosità ecc.), così che non sarebbero punibili come tentativo di alcuno dei delitti preveduti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5262 del 30 aprile 1988
«Infatti, la disposizione di cui all'art. 260, primo comma, n. 2 c.p. mira a reprimere alcuni contegni sospetti che si presentano oggettivamente idonei all'acquisizione di notizie segrete o riservate, di cui sia vietata la divulgazione, e punisce...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1072 del 17 gennaio 2007
«Ne consegue che, a seguito della integrazione della citata norma da parte della Convenzione internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo, fatta a New York l'8 dicembre 1999 e ratificata dall'Italia con la legge 14 gennaio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 562 del 22 maggio 1972
«La L. 11 novembre 1947, n. 1, ha modificato gli artt. 276, 277, 278 e 279 del c.p. ed ha abrogato gli artt. 280, 281 e 282, per adeguare il sistema al mutamento dell'istituzione monarchica in quella repubblicana, senza introdurre alcuna...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1569 del 27 novembre 1968
«...il meccanismo della progressione o dell'assorbimento. Ne consegue che, mancando un'espressa disposizione che stabilisca la consumazione della fattispecie minore (art. 435) in quella maggiore (art. 305), tra di esse può sussistere concorso di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5807 del 10 maggio 1988
«Dalla formulazione letterale della disposizione normativa di cui all'art. 289 bis e, precisamente, dalla disgiunzione che in essa è posta tra finalità di terrorismo e di eversione dell'ordine democratico (espressione quest'ultima sostituita con...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 12228 del 14 marzo 2014
«Sussiste continuità normativa, quanto al pubblico ufficiale, fra la previgente fattispecie di concussione per costrizione ed il novellato art. 317 cod. pen., la cui formulazione è del tutto sovrapponibile, sotto il profilo strutturale, alla prima,...»