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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6387 del 1 giugno 1998
«Per la sussistenza del reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni non è necessario che il diritto oggetto dell'illegittima tutela privata sia realmente esistente, essendo sufficiente che l'autore agisca nella ragionevole opinione di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 39366 del 24 ottobre 2007
«Il delitto di cui all'art. 393 c.p. si traduce nella indebita attribuzione a se stesso, da parte del privato, di poteri e facoltà spettanti esclusivamente al giudice, e l'agente deve essere animato dal fine di esercitare un diritto con la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2222 del 18 febbraio 1991
«Può parlarsi di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone soltanto se il comportamento dell'agente si sia concretato nella realizzazione di una pretesa di diritto mediante la sostituzione della privata violenza alla...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 705 del 10 gennaio 2014
«I delitti di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza o minaccia alle persone e di estorsione (la cui materialità è descritta dagli artt. 393 e 629 cod. pen. nei medesimi termini) si distinguono in relazione all'elemento...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38820 del 22 novembre 2006
«In tema di esercizio arbitrario delle proprie ragioni (art. 393 c.p.), la pretesa arbitrariamente attuata dall'agente deve corrispondere perfettamente all'oggetto della tutela apprestata in concreto dall'ordinamento giuridico di guisa che ciò che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10336 del 4 marzo 2004
«Nel delitto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni la minaccia e la violenza non sono fini a se stesse, ma sono strettamente connesse alla condotta dell'agente, diretta a far valere il preteso diritto, rispetto al cui conseguimento si...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13162 del 17 novembre 1999
«Ricorre il delitto di violenza privata e non quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone allorché si eccedono macroscopicamente i limiti insiti nel fine di esercitare, sia pure arbitrariamente, un preteso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10534 del 26 ottobre 1988
«Nel reato di ragion fattasi l'agente deve essere armato dal fine di esercitare un diritto con la coscienza che l'oggetto della pretesa gli competa giuridicamente, pur non richiedendosi che tale pretesa sia realmente fondata, ma bastando che di ciò...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8753 del 28 luglio 1987
«La differenza tra il delitto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni e il delitto di rapina risiede nell'elemento soggettivo, che per il primo reato consiste nella ragionevole opinione dell'agente di esercitare un diritto con la coscienza...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4893 del 20 aprile 2000
«Mentre nel reato di scambio elettorale politico-mafioso (art. 416 ter c.p.) non è necessario, ed anzi è improbabile, che il politico aderisca, quale componente o concorrente esterno, alla struttura malavitosa (essendo semplicemente previsto che...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1283 del 13 febbraio 1997
«In tema di reati in materia di edilizia e urbanistica, la sospensione dei procedimenti penali e della prescrizione di cui ai decreti legge 26 luglio 1994 n. 468, 27 settembre 1994 n. 551 e 25 novembre 1994 n. 649, non convertiti in legge,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3434 del 8 aprile 1993
«Il presupposto della non persistenza delle conseguenze dannose e pericolose del reato eliminabili dal contravventore è richiesto per essere ammessi all'oblazione discrezionale prevista dall'art. 162 bis c.p. per le contravvenzioni punite con pena...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6465 del 21 maggio 1980
«I permessi di colloqui di privati con detenuti rilasciati dal procuratore della Repubblica non sono atti pubblici, ma autorizzazioni amministrative, rimuovendo l'ostacolo che lo stato d'isolamento dal mondo esterno, in cui i detenuti si trovano,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2207 del 3 marzo 1995
«Le autorizzazioni amministrative, invece, sono atti che documentano quei negozi di diritto pubblico i quali rimuovono, temporaneamente o permanentemente, i limiti imposti dalla legge all'esercizio di un diritto soggettivo o a determinate attività...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 6752 del 7 giugno 1988
«Le ricette con cui prescrive un farmaco all'assistito non sono atti pubblici, ma hanno natura di certificato per la parte ricognitiva del diritto dell'assistito all'erogazione dei medicinali e natura di autorizzazione amministrativa in quanto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1272 del 1 dicembre 1970
«...di esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Questo ultimo, infatti, ha per presupposto che il soggetto agisca per l'esercizio di un preteso diritto e che possa ricorrere al giudice, anziché alla privata violenza, per far valere la sua pretesa.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4743 del 8 maggio 1982
«La scrittura predisposta dal pubblico ufficiale, anche se da lui non sottoscritta perché la dichiarazione inserita a verbale non è stata completata, non può considerarsi giuridicamente inesistente, trattandosi di atto vero anche se incompleto,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12373 del 19 marzo 2009
«Ne deriva che, ai fini dell'integrazione della scrittura privata, non occorre che esso riguardi la costituzione, l'esercizio o l'estinzione di un diritto soggettivo, potendo invece concernere qualsiasi circostanza idonea a spiegare effetti...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12877 del 18 novembre 1986
«Essa pertanto può riguardare non solo la nascita, l'esercizio, l'estinzione di un diritto soggettivo, ma anche qualsiasi circostanza idonea a spiegare effetti giuridici nell'ambito di un rapporto giuridico. Viceversa, la falsità inutile è soltanto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15360 del 22 luglio 2015
«La presenza delle condizioni legittimanti l'esercizio del diritto di cronaca non implica, di per sé, la legittimità della pubblicazione o diffusione anche dell'immagine delle persone coinvolte, la cui liceità è subordinata, oltre che al rispetto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1557 del 5 aprile 1978
«Pertanto, la trasmissione televisiva di una ripresa filmata, che sia stata effettuata con il consenso alla diffusione dell'interessato, od in una delle indicate situazioni in cui viene meno il diritto alla riservatezza (nella specie, intervista di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 23676 del 6 novembre 2014
«Tale soluzione, inoltre, è coerente con una interpretazione teleologica della norma - introdotta dalla riforma del diritto di famiglia con una norma di chiusura della disciplina dei rapporti patrimoniali (art. 89 della legge 19 maggio 1975, n....»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12253 del 12 giugno 2015
«In caso di demansionamento è configurabile a carico del lavoratore un danno, costituito da un impoverimento delle sue capacità per il mancato esercizio quotidiano del diritto di elevare la professionalità lavorando, sicché per la liquidazione del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 20711 del 10 settembre 2013
«La facoltà di rinunziare al legato, ai sensi dell'art. 649 cod. civ., è preclusa quando il legatario abbia compiuto atti di esercizio del diritto oggetto del legato, manifestando una volontà incompatibile con la volontà dismissiva, come nel caso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7821 del 16 aprile 2015
«Non costituisce atto di interversione della detenzione in possesso, ai sensi dell'art. 1141, secondo comma, cod. civ., la destinazione di un immobile da parte del detentore ad esercizio di culto, trattandosi di attività compatibile con...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9869 del 14 maggio 2015
«La pronuncia del giudice amministrativo, investito della domanda di annullamento della licenza, concessione o permesso di costruire (rilasciati con salvezza dei diritti dei terzi), ha ad oggetto il controllo di legittimità dell'esercizio del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 19429 del 22 agosto 2013
«Il divieto di fabbricare a distanza minore di tre metri dalle vedute, sancito dall'art. 907 c.c., intende assicurare al titolare del diritto di veduta aria e luce sufficienti all'esercizio della "inspectio" e della "prospectio", sicché il giudice...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17320 del 31 agosto 2015
«Ne consegue che l'ampiezza di tale potere, se può incontrare limitazioni derivanti dalla natura e dalla destinazione economica del bene, non può soffrire condizionamenti maggiori o ulteriori derivanti dal titolo. (In applicazione di tale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 216 del 12 gennaio 2015
«In tema di servitù prediali, l'estensione e le modalità di esercizio del diritto, ove non siano desumibili dal titolo, devono essere individuate mediante i criteri previsti dagli artt. 1064 cod. civ., secondo cui il diritto di servitù comprende...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 26636 del 12 dicembre 2011
«La servitù di passaggio è, per sua natura, una servitù discontinua, in relazione alla quale ogni episodio di transito costituisce esercizio del diritto; ne consegue che qualora la servitù sia stata costituita in virtù di titolo idoneo, ai fini...»