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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2 del 4 gennaio 1995
«...di violenza privata di due persone che avevano assistito senza intervenire alla condotta di una terza persona, a bordo della cui auto si trovavano, che aveva stretto contro un'inferriata una donna, impedendole di muoversi e di allontanarsi).»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1948 del 21 gennaio 2002
«È viziata da inutilizzabilità ai sensi dell'art. 195 c.p.p. la testimonianza indiretta allorché il giudice abbia omesso di procedere, nonostante la richiesta della difesa, all'assunzione del testimone diretto, anche nel caso in cui quest'ultimo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9949 del 5 novembre 1997
«In tema di delitti omicidiali, deve qualificarsi come dolo “diretto”, e non meramente “eventuale”, quella particolare manifestazione di volontà dolosa definita “dolo alternativo” che sussiste allorquando l'agente si rappresenta e vuole...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4522 del 26 marzo 1995
«Per il principio di specialità di cui all'art. 15 c.p., non è configurabile il delitto di violenza privata qualora la violenza (fisica o morale) sia stata usata per uno dei fini particolari previsti da altre ipotesi di reato, come un sequestro di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 933 del 13 gennaio 2014
«Il criterio distintivo tra il delitto di associazione per delinquere e il concorso di persone nel reato continuato va individuato nel carattere dell'accordo criminoso, che nell'indicata ipotesi di concorso si concretizza in via meramente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 941 del 3 febbraio 1983
«...getti. Pertanto, poiché in caso di persona in fuga non è configurabile alcuna delle due ipotesi sopra menzionate, qualora contro di essa il pubblico ufficiale faccia uso delle armi non ricorre la scriminante di cui all'art. 53 del codice...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3639 del 6 aprile 1982
«Il reato di propaganda ed apologia sovversiva o antinazionale, previsto dall'art. 272 c.p., è un reato di mero pericolo contro la personalità dello Stato, derivante non dalla manifestazione di un pensiero, bensì dalla propugnazione della violenza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3160 del 25 febbraio 1989
«La banda armata — nelle due distinte ipotesi previste dal comma primo dell'art. 306 c.p. e dal comma secondo dello stesso articolo, quest'ultimo concernente la semplice partecipazione — rientra nel più vasto fenomeno associativo criminoso contro...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 95 del 8 gennaio 1998
«L'idoneità della violenza o minaccia ad intimidire ed a costringere un pubblico ufficiale deve essere verificata in relazione alla singola fattispecie e l'indagine in concreto deve necessariamente svolgersi nell'ambito delle seguenti coordinate:...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 44464 del 17 dicembre 2010
«L'integrazione del reato di induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria, posto in essere per il tramite di una terza persona, richiede che quest'ultima si faccia latrice, nei confronti del...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7911 del 12 agosto 1997
«In tema di esercizio arbitrario delle proprie ragioni (artt. 392 e 393 c.p.), l'effettiva azionabilità della pretesa in sede giurisdizionale e la possibilità di realizzarla in virtù di una pronuncia giudiziale non costituiscono presupposto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12481 del 24 dicembre 1985
«Titolare del diritto di querela, in tema di reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose, può essere colui che esercita soltanto di fatto una servitù prediale; anche tale soggetto può invero rivestire la qualità di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10534 del 26 ottobre 1988
«Il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni si differenzia da quello di cui all'art. 610 c.p., che contiene egualmente l'elemento della violenza o della minaccia alla persona, non nella materialità del fatto che può essere identica in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6773 del 4 luglio 1996
«Per la sussistenza del dolo nel delitto di lesioni personali, non è necessario che la volontà dell'agente sia diretta alla produzione di conseguenze lesive, essendo sufficiente l'intenzione di infliggere all'altrui persona una violenza fisica;...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11781 del 7 dicembre 1982
«La Cassazione ha ritenuto esatta la tesi del giudice di merito secondo cui è irrilevante che l'agente non volesse in realtà cagionare alla persona offesa le lesioni da questa subite, essendo estranea al nostro ordinamento giuridico la figura delle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7388 del 23 luglio 1985
«I reati di percosse e di lesioni personali volontarie hanno in comune l'elemento soggettivo, che consiste nella volontà di colpire taluno con violenza fisica. L'unica differenza tra i due reati va ravvisata nelle conseguenze che la violenza...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 15089 del 20 aprile 2010
«Risponde del reato di violenza sessuale di gruppo chi, pur non avendo compiuto atti di minaccia o di violenza, dia un contributo causale alla commissione del fatto, anche solo partecipando ad un segmento dell'azione delittuosa. (Fattispecie...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2733 del 20 agosto 1997
«Infatti, il principio dell'applicazione della norma più favorevole al reo opera non soltanto al fine di individuare la norma di diritto sostanziale applicabile al caso concreto, ma anche in ordine al regime della procedibilità che inerisce alla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3435 del 29 settembre 1994
«Il reato di resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.), pur costituendo delitto contro la pubblica amministrazione, è connotato nella sua esplicazione tipica da violenza o minaccia alla persona. Conseguentemente, ai fini della recidiva...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2805 del 21 gennaio 2014
«In tema di concorso di persone, la distinzione tra connivenza non punibile e concorso nel reato commesso da altro soggetto va individuata nel fatto che la prima postula che l'agente mantenga un comportamento meramente passivo, inidoneo ad...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7576 del 3 agosto 1993
«...aveva considerato fatto prevedibile dai compartecipi di una rapina che un gioielliere, minacciato nei suoi beni e nella incolumità personale, potesse opporsi alla violenza e venire conseguentemente ucciso da un altro dei concorrenti nella rapina).»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7672 del 31 maggio 1990
«Legittimamente viene affermata la responsabilità a titolo di concorso anomalo, nei reati di sequestro di persona e violenza privata commessi dal rapinatore, del concorrente rimasto a fare da «palo», data la prevedibile evoluzione della situazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 23902 del 22 giugno 2010
«...integrale non solo del danno cagionato dall'impossessamento della cosa, ma anche di quello fisico e morale prodotto con l'attentato, attraverso la violenza o le minacce, alla incolumità personale o alla libertà individuale della persona offesa.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6400 del 10 giugno 1991
«Il concetto di utilità nel delitto di concussione consiste in un vantaggio per il patrimonio o per la personalità del soggetto attivo. E invero l'utilità viene indicata dall'art. 317 c.p., senza alcuna specificazione, in alternativa al danaro,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4392 del 30 gennaio 2014
«È configurabile l'esimente della reazione ad atti arbitrari nel caso dell'agente di polizia che, dopo la richiesta (subito adempiuta) di declinare le generalità rivolta ad un soggetto in auto, tenti con violenza di costringere quest'ultimo ad...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37041 del 26 settembre 2003
«...atteggiamenti minacciosi e violenti, avevano cercato di strappare dalle mani dell'agente di polizia il documento di identità, consegnato spontaneamente dalla persona in via di identificazione, per impedire il completamento dell'atto di ufficio).»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7445 del 26 giugno 1992
«L'ignoranza della qualificazione giuridica (pubblico ufficiale) della persona offesa non vale ad escludere l'elemento psicologico del delitto di resistenza quando l'agente debba necessariamente sapere che essa esercita, in atto, una determinata...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11897 del 12 dicembre 1992
«L'art. 337 c.p. (resistenza a un pubblico ufficiale) non esige, a differenza dell'art. 336 stesso codice (violenza o minaccia a un pubblico ufficiale), che la violenza o la minaccia sia usata sulla persona del pubblico ufficiale, ma richiede...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1272 del 20 gennaio 2004
«Quando la violenza esercitata nei confronti di un pubblico ufficiale, al fine di opporglisi mentre compie un atto dell'ufficio, eccede il fatto di percosse e volontariamente provoca lesioni personali in danno dell'interessato, si determina un...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 26435 del 18 luglio 2005
«Quando la violenza esercitata, per assicurarsi il possesso della cosa oggetto del reato di rapina o l'impunità, nei confronti di un pubblico ufficiale, al fine di opporsi mentre compie un atto dell'ufficio, eccede il fatto di percosse e...»