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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 569 del 12 gennaio 2004
«In tema di reati fallimentari, i consulenti commercialisti o esercenti la professione legale concorrono nei fatti di bancarotta quando, consapevoli dei propositi distrattivi dell'imprenditore o degli amministratori della società, forniscano...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12697 del 25 marzo 2015
«Ai fini della prova dello stato di soggezione che caratterizza la circostanza aggravante di cui all'art. 112, comma primo, n. 3 cod. pen.- che sanziona più gravemente la condotta di chi determini al reato persona soggetta alla propria autorità,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 14053 del 7 aprile 2015
«La cooperazione nel delitto colposo si distingue dal concorso di cause colpose indipendenti per la necessaria reciproca consapevolezza dei cooperanti della convergenza dei rispettivi contributi all'incedere di una comune procedura in corso, senza...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11439 del 11 marzo 2013
«L'attenuante prevista dall'art. 114 c.p. può essere concessa nei delitti colposi solo nel caso di cooperazione colposa ex art. 113 c.p. e non anche nel caso, del tutto diverso, del concorso causale di condotte colpose, in cui manca la necessaria e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7328 del 23 luglio 1985
«Nella responsabilità anomala prevista dall'art. 116 c.p., il soggetto che il reato diverso non volle, pur avendolo previsto e ritenuto sicuramente evitabile, risponde di un reato doloso sulla base di un atteggiamento colposo, consistente...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6300 del 10 giugno 1991
«In tema di concorso anomalo ex artt. 116 c.p., può essere ritenuto prevedibile sviluppo dell'azione inerente ad un furto l'uso eventuale di violenza o minaccia, che se realizzato, fa progredire la sottrazione della cosa mobile altrui in rapina...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1305 del 4 febbraio 1994
«Allorquando la determinazione della pena da infliggere al condannato è quantificata a livelli che si discostano dai minimi edittali, sia per la quantificazione della pena per il reato base, che per quella per l'aumento per continuazione, in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8386 del 24 luglio 1992
«Con riferimento alla contravvenzione di getto pericoloso di cose, previsto dall'art. 674 c.p., il «versamento» concerne materie liquide e può avvenire per mano dell'agente o in qualsiasi altro modo da lui posto in essere o lasciato dolosamente o...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6939 del 15 gennaio 1990
«L'«uso altrui», cui si riferisce l'art. 674, c.p. ed al quale deve essere soggetto il luogo privato perché possa configurarsi il reato di getto o versamento di cose atte ad offendere, imbrattare o molestare, può consistere in qualunque legittima...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 25037 del 22 giugno 2011
«Il reato di getto pericoloso di cose può concorrere con i reati di gestione non autorizzata di rifiuti (art. 256, D.L.vo 3 aprile 2006, n. 152) e di scarico di reflui industriali senza autorizzazione (art. 137, D.L.vo 3 aprile 2006, n. 152),...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 147 del 3 marzo 1997
«In caso di patteggiamento per il reato di sfruttamento della prostituzione, le somme sequestrate, provento dell'attività di sfruttamento, non sono confiscabili. Le somme infatti non costituiscono il prezzo del reato, per il quale la confisca...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37018 del 5 novembre 2002
«Ai fini dell'integrazione del delitto di peculato (art. 314 c.p.) la cosa mobile altrui, di cui l'agente si appropria, deve avere valore apprezzabile, posto che le cose prive di valore non rivestono alcun interesse per il diritto, e tale valore...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9660 del 5 marzo 2015
«In tema di peculato, il possesso qualificato dalla ragione dell'ufficio o del servizio non è solo quello che rientra nella competenza funzionale specifica del pubblico ufficiale o dell'incaricato di pubblico servizio, ma anche quello che si basa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12368 del 15 marzo 2013
«In tema di peculato, il possesso qualificato dalla ragione dell'ufficio o del servizio non è solo quello che rientra nella competenza funzionale specifica del pubblico ufficiale o dell'incaricato di pubblico servizio, ma anche quello che si basa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 27850 del 11 luglio 2001
«In tema di peculato dell'incaricato di pubblico servizio, ai fini della configurabilità del reato, la «ragione del servizio» giustificatrice del possesso non è da identificare solo in quella che rientra nella specifica competenza funzionale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9443 del 5 settembre 2000
«Ai fini della configurabilità del delitto di peculato (art. 314 c.p.), la «ragione dell'ufficio» giustificatrice del possesso va intesa in senso lato e comprende anche il possesso del denaro o della cosa mobile altrui derivante da prassi e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4129 del 28 aprile 1993
«In tema di peculato, il concetto di disponibilità si riferisce a quei soli poteri giuridici che consentono all'agente, che sia privo del corpus del possesso, di esplicare sulla cosa quegli stessi comportamenti, uti dominus, che vengono a...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1745 del 18 febbraio 1992
«L'uso prolungato non integra il peculato di uso improprio, di cui al secondo comma dell'art. 314 c.p. (nuovo testo), poiché non tutti gli «usi impropri» di un bene mobile altrui, da parte di un pubblico ufficiale o di un incaricato di pubblico...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 650 del 17 maggio 1993
«Alla guardia giurata va riconosciuta la qualità di pubblico ufficiale ai sensi dell'art. 357 c.p. La guardia giurata è chiamata dall'ordinamento, a seguito di specifica investitura amministrativa, ad esercitare poteri che attengono alla potestà...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2068 del 28 febbraio 1995
«La configurabilità del reato di malversazione o, dopo la riforma legislativa attuata con L. 26 aprile 1990, n. 86, di peculato, va esclusa solo nell'ipotesi di un rapporto meramente occasionale tra il possesso della res oggetto di appropriazione e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4074 del 30 marzo 1999
«La qualità di persona offesa dal reato compete esclusivamente al titolare dell'interesse direttamente protetto dalla norma penale e non coincide con quella di danneggiato. Nei reati contro la pubblica amministrazione «persona offesa» è soltanto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5515 del 4 giugno 1996
«Il reato di cui all'art. 316 c.p. (peculato mediante profitto dell'errore altrui) si può configurare esclusivamente nel caso in cui l'agente profitti dell'errore in cui il soggetto passivo già spontaneamente versi, come si desume dalla dizione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7445 del 26 giugno 1992
«Integra gli estremi del concorso morale nel delitto di cui all'art. 337 c.p. il comportamento di chi, vedendo altri opporre una resistenza attiva ad un pubblico ufficiale (nella specie: carabiniere in borghese che peraltro si era qualificato ed...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8994 del 2 marzo 2015
«I reati di millantato credito e di truffa possono concorrere - stante la diversità dell'oggetto della tutela penale, consistente, per il primo delitto, nel prestigio della P.A. e, per il secondo, nel patrimonio - qualora allo specifico raggiro...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1542 del 14 febbraio 1995
«In presenza di una turbativa d'asta di privati al cui accordo il pubblico ufficiale sia rimasto estraneo, ove questi venga a formare un atto del procedimento relativo alla gara, ovvero a compiere un'operazione ad essa relativa, al fine di favorire...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 16952 del 4 maggio 2010
«Sussiste la circostanza aggravante del nesso teleologico (art. 61, comma primo, n. 2 c.p.) nel caso in cui sia provocata una lesione per procurarsi l'impunità a seguito del tentativo di impossessamento di cosa mobile altrui. (In applicazione del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5941 del 22 maggio 2000
«Ai fini della configurabilità dell'esimente di cui all'art. 51 c.p. per il reato di diffamazione a mezzo stampa, l'esercizio del diritto di cronaca e di critica, per avere efficacia scriminante, postula: l'interesse che i fatti narrati rivestano...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1914 del 21 gennaio 2011
«Ai fini dell'accertamento della sussistenza della scriminante dell'esercizio del diritto di critica politica, il giudice deve considerare sia l'estrema opinabilità degli argomenti che la sostengono, sia la possibilità che i giudizi siano espressi...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 34354 del 4 settembre 2009
«Ricorre la circostanza aggravante della minorata difesa nel caso di commissione di un furto, in tempo di notte, nel fondo di proprietà altrui.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11043 del 8 novembre 1995
«L'attenuante prevista dall'art. 62, n. 1, c.p. — aver agito per motivi di particolare valore morale o sociale — ricorre ogniqualvolta il soggetto abbia agito o per motivi meritevoli di particolare approvazione secondo il comune senso etico o per...»