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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3349 del 15 ottobre 1992
«In caso di patteggiamento il giudice, oltre a valutare la congruità della pena indicata dalle parti, in una con la correttezza della qualificazione giuridica del fatto e l'applicazione e la comparazione delle prospettate circostanze, sempre che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3539 del 15 dicembre 1992
«Il fatto che determinati elementi non abbiano alcuna rilevanza probatoria ai fini della decisione non impedisce che gli stessi — se debitamente documentati e, quindi, destinati ad essere inseriti nel fascicolo del pubblico ministero — vengano...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4037 del 3 aprile 1992
«Non viola il divieto della reformatio in peius il giudice di appello che, riformando la sentenza di condanna del primo giudice, applichi la misura di sicurezza prevista dalla legge come conseguenza del proscioglimento per vizio di mente richiesto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4490 del 2 dicembre 1992
«Allorché al giudice di appello viene denunciata la nullità del provvedimento per carenza di pronuncia o di motivazione su uno dei punti che hanno formato oggetto in primo grado di specifica domanda di decisione egli, proprio perché giudice di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5166 del 4 maggio 1992
«All'annullamento, da parte della Cassazione, del provvedimento di inammissibilità dell'impugnazione, ancorché emesso con sentenza, consegue il rinvio allo stesso giudice che lo ha pronunciato, poiché si tratta di un provvedimento per il quale è...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6683 del 4 giugno 1992
«Il divieto della reformatio in peius vale in ogni stato e grado del giudizio e, una volta conseguita dall'imputato una determinata posizione a lui favorevole, non può, in difetto d'impugnazione del pubblico ministero, emettersi una qualsiasi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 79 del 10 marzo 1992
«In sede di incidente di esecuzione, l'indagine affidata al giudice di merito è limitata al controllo dell'esistenza di un titolo esecutivo e della legittimità della sua emissione. A tal fine, il giudice dell'esecuzione non può attribuire rilievo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8064 del 16 luglio 1992
«La condotta di partecipazione ad un'associazione per delinquere, per essere punibile, non può esaurirsi in una manifestazione positiva di volontà del singolo di aderire alla associazione che si sia già formata, occorrendo invece la prestazione, da...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 865 del 29 gennaio 1992
«Il principio del divieto della reformatio in peius è un principio di portata generale, applicabile quindi anche al giudizio di rinvio e a tale fine va operato il raffronto tra la pena inflitta con la sentenza annullata e quella applicata dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9770 del 13 ottobre 1992
«L'appello incidentale rimane limitato dall'appello principale e può riguardare solo quei capi o quei punti della sentenza che di questo hanno formato oggetto, e rispetto ai quali l'impugnante in via incidentale lamenta l'ingiusta decisione. (In...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 108 del 17 marzo 1993
«Le norme che disciplinano l'esecuzione della pena e le misure alternative alla detenzione (ivi comprese le condizioni richieste per la concessione di queste ultime), non possono essere ritenute di natura penale sostanziale, non prevedendo esse...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10977 del 29 novembre 1993
«Il codice del 1988, con la disposizione innovativa di cui all'art. 597, quarto comma, c.p.p. ha inteso rendere effettivo il divieto di reformatio in peius, imponendo al giudice di appello «di diminuire corrispondentemente la pena complessiva...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1453 del 18 giugno 1993
«Il giudice di primo grado cui siano stati trasmessi gli atti a seguito di declaratoria da parte del giudice di appello di nullità della sentenza non può, nel caso in cui dissenta da siffatta decisione, elevare conflitto. Deve infatti escludersi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1620 del 19 maggio 1993
«In tema di competenza per territorio, l'art. 9, primo comma, c.p.p., nell'indicare quale elemento discriminatore parte dell'azione o dell'omissione, si riferisce, esclusivamente, alla parte di condotta che si presenta essenziale per l'integrazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1992 del 3 marzo 1993
«In sede di giudizio di rinvio è irrilevante la questione di legittimità costituzionale avente ad oggetto la norma che il giudice del rinvio è tenuto ad applicare sulla base del principio di diritto enunciato dalla Corte di cassazione. Infatti,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3601 del 2 novembre 1993
«Nel procedimento di esecuzione la declaratoria di inammissibilità della richiesta è di norma emessa dal presidente del collegio (art. 666 c.p.p.) con decreto motivato, ma nulla vieta che per ragioni di economia processuale analogamente possa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4977 del 13 maggio 1993
«L'art. 597, comma quinto, c.p.p., pur conferendo al giudice di appello il potere di riconoscere, anche di ufficio, e di applicare il beneficio della sospensione condizionale della pena, non comporta per il detto giudice l'obbligo di specificare in...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5360 del 27 maggio 1993
«L'appello incidentale deve avere lo stesso ambito dell'appello principale, deve essere cioè limitato ai punti della decisione investiti dai motivi dell'appello principale, e non può estendersi all'intero capo della sentenza. Infatti l'appello...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 575 del 14 aprile 1993
«L'irrevocabilità e la conseguente esecutività della sentenza penale di condanna, ai sensi del combinato disposto degli artt. 648 e 650 c.p.p., debbono necessariamente riguardare il capo d'imputazione nella sua interezza, nulla rilevando in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6359 del 23 giugno 1993
«Se è vero che nel processo penale, incombendo sull'organo dell'accusa l'onere di provare la colpevolezza dell'imputato e non richiedendosi a questo di fornire prova della sua innocenza, non è consentita l'attribuzione di valore pregiudizievole...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6360 del 23 giugno 1993
«All'atto con il quale la polizia giudiziaria convoca l'indagato per comunicazioni urgenti e lo sollecita comunque a mettersi in contatto con l'ufficio anche a mezzo telefono, non si applica la disciplina del codice di rito relativa alle forme...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6361 del 23 giugno 1993
«Nel caso in cui nel giudizio di appello si sia proceduto, dopo la costituzione delle parti avvenuta nella sala delle pubbliche udienze, alla trasformazione del rito in quello camerale di cui all'art. 599 c.p.p., pur non ricorrendo i casi previsti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7010 del 14 luglio 1993
«Il quinto comma dell'art. 597 c.p.p. (cognizione del giudice di appello) prevede interventi ope iudicis in ordine a benefici, a concessione di attenuanti nonché a giudizi di comparazione di circostanze: anche in assenza di richiesta di attenuante...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7116 del 21 luglio 1993
«L'ipotesi del concorso formale omogeneo si realizza solo allorché con un'unica azione si determinano due o più eventi tipici simili. (Fattispecie relativa alla detenzione di due carabine in cui si è esclusa la ricorrenza del concorso formale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7575 del 3 agosto 1993
«Allorché da una sola azione realizzata dal reo derivano diverse violazioni della legge penale, una delle quali risulta non essere punibile per la sussistenza di causa di giustificazione, non ne deriva necessariamente ed automaticamente la non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7783 del 18 agosto 1993
«Risponde di falsità ideologica in atto pubblico, ai sensi degli artt. 48 e 479 c.p., chi, nei formulari in codice a corredo della domanda di iscrizione nelle liste di avviamento al lavoro abbia fornito indicazioni non rispondenti al vero su dati...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8659 del 23 settembre 1993
«In tema di sequestro di persona a scopo di estorsione l'attenuante di cui al quinto comma dell'art. 630 c.p. è applicabile solo quando il concorrente offra un aiuto concreto, sostanziale e determinante per l'individuazione e la cattura dei correi,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9096 del 6 ottobre 1993
«Anche in presenza di una abolitio criminis il giudice, prima di prosciogliere con la corrispondente formula, deve verificare se sussistano le condizioni per l'applicazione di una formula più favorevole, e, quindi, se vi sia la prova che il fatto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9381 del 19 ottobre 1993
«In materia di acque demaniali destinate a pubblica utilità, l'illecito amministrativo previsto dall'art. 103 del T.U. n. 1775 dell'11 dicembre 1933 riguarda il rinvenimento e la denuncia di rinvenimento di acque sotterranee, mentre l'attingimento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9861 del 29 ottobre 1993
«Il divieto della reformatio in peius è un principio di portata generale, che va applicato anche nel giudizio di rinvio rapportando la pena inflitta con la sentenza annullata e quella inflitta dal giudice del rinvio, non potendosi in nessun caso...»