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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7764 del 23 aprile 2004
«In tema di tariffe professionali degli avvocati, è valida la disposizione statale che fissa il principio della normale inderogabilità dei minimi degli onorari, atteso che la Corte di giustizia delle Comunità Europee, con la sentenza 19 febbraio...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7538 del 23 maggio 2002
«L'art. 6 della legge 1 luglio 1977 n. 404, che, interpretando autenticamente l'articolo unico della legge 5 maggio 1976, n. 340 — la quale ha fissato il principio dell'inderogabilità dei minimi delle tariffe professionali degli ingegneri e degli...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7003 del 23 maggio 2001
«L'onerosità costituisce un elemento naturale ma non essenziale dei contratti di prestazione d'opera intellettuale essendo consentito alle parti sia di escludere senz'altro il diritto del professionista al compenso, sia di subordinarlo al...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 247 del 9 gennaio 2001
«Quando un contratto d'opera professionale concluso da un ingegnere con un comune prevede l'alternativa tra il pagamento del compenso secondo tariffa ovvero la prestazione gratuita dell'attività professionale in caso di mancato finanziamento...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14516 del 8 novembre 2000
«Con riguardo ai minimi tariffari relativi ai compensi in favore degli spedizionieri doganali, previsti dal D.M. 6 luglio 1988, che, all'art. 5 dell'allegata tariffa, sancisce la nullità di ogni patto contrario, va radicalmente esclusa — a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3401 del 11 aprile 1996
«Nella disciplina delle professioni intellettuali, poiché il contratto costituisce la fonte principale per la determinazione del compenso, mentre la relativa tariffa rappresenta una fonte sussidiaria e suppletiva alla quale è dato ricorrere, ai...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10393 del 3 dicembre 1994
«Al professionista è consentita la prestazione gratuita della sua attività professionale per i motivi più vari, che possono consistere nell' affectio , nella benevolentia , come anche in considerazioni di ordine sociale o di convenienza, anche con...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4087 del 12 maggio 1990
«Il principio dell'inderogabilità della tariffa degli onorari per le prestazioni professionali dei geometri, approvata con L. 2 marzo 1949, n. 144, è vigente solo nell'ambito interno dell'ordine professionale, talché qualsiasi sua violazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 16132 del 2 agosto 2005
«In tema di liquidazione del compenso dovuto dal cliente all'avvocato per prestazioni in materia stragiudiziale, la valutazione della straordinaria importanza, complessità, difficoltà della pratica, che consente il raddoppio dei massimi degli...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 22087 del 22 ottobre 2007
«In tema di liquidazione del compenso per l'esercizio della professione forense, è il cliente che deve fornire la prova che l'avvocato abbia svolto l'attività difensionale affidatagli con imperizia o comunque con impegno inferiore alla comune...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1063 del 19 gennaio 2005
«Alla elezione di domicilio contenuta nel precetto (a norma e per l'effetto di cui all'art. 480, comma terzo, c.p.c.) notificato unitamente alla sentenza o al provvedimento di liquidazione dei compensi all'avvocato non può essere ricondotto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6224 del 29 aprile 2002
«Il credito del professionista per il compenso spettantegli in ragione dell'attività svolta nell'esecuzione di un contratto d'opera ex artt. 2230 e ss. c.c. è di valuta, e non si trasforma in credito di valore neppure per effetto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3024 del 1 marzo 2002
«Il professionista che agisca nell'ordinario giudizio di cognizione per ottenere soddisfacimento di crediti inerenti ad attività asseritamente prestata a favore del cliente, ha l'onere di dimostrare l'an del credito vantato e l'entità delle...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8160 del 15 giugno 2001
«La parcella dell'avvocato costituisce una dichiarazione unilaterale assistita da una presunzione di veridicità, in quanto l'iscrizione all'albo del professionista è una garanzia della sua personalità; pertanto, le «poste» o «voci» in essa...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10185 del 3 agosto 2000
«In tema di determinazione degli onorari dovuti agli avvocati, ove il legale chieda il pagamento di compensi ulteriori rispetto a quelli liquidati dal giudice a favore della parte risultata vittoriosa, ha l'onere di fornire la prova delle ulteriori...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4021 del 27 febbraio 2004
«In relazione alle cooperative edilizie deve escludersi la possibilità di cessione degli alloggi edificati a terzi, con conseguente nullità per illiceità dell'oggetto della delibera di alienazione del bene sociale; tale situazione non è...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 919 del 3 febbraio 1999
«Ai fini della surroga ex art. 1916 c.c., l'assicuratore può adempiere all'onere di provare la sua qualità di assicuratore ed il danno risarcito con la produzione della quietanza, se essa contiene la prova del contratto d'assicurazione e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6992 del 14 luglio 1993
«Ai fini del diniego della circostanza attenuante della provocazione, è corretta la motivazione della sentenza che faccia riferimento all'accordo su prestazioni omosessuali non per escludere l'applicazione dell'attenuante per il fatto che anche...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 20544 del 24 settembre 2009
«Nelle società di persone a tempo indeterminato, la dichiarazione di recesso del socio è un negozio giuridico unilaterale recettizio, che produce i suoi effetti nel momento in cui viene portato a conoscenza della società, a differenza del caso in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2438 del 30 gennaio 2009
«Nella società personale contratta per un tempo determinato, il recesso di uno dei soci, che non venga esercitato nè per giusta causa, nè nei casi previsti dal contratto sociale, comporta la modificazione del medesimo contratto e, pertanto,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1602 del 14 febbraio 2000
«In tema di rapporti societari, l'indagine in tema di giusta causa di recesso (art. 2285 c.c.) va necessariamente ricondotta (così come per i rapporti di lavoro, di mandato, di apertura di credito, e per tutti quelli cui la legge attribuisca...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14360 del 21 dicembre 1999
«In ipotesi di recesso da società semplice (e connessa cessione della quota sociale da parte del socio uscente ai soci restanti), salvo che ciò non sia esplicitamente convenuto in sede pattizia, non può ritenersi connaturale alla prestazione dovuta...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11045 del 5 ottobre 1999
«Nel caso di recesso di socio di società di persone, il difetto di pubblicità del recesso non incide sulla validità dello stesso - che produrrà i suoi effetti nei confronti della società e degli altri soci per quanto attiene alla divisione degli...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 694 del 18 gennaio 2001
«Il principio secondo il quale i rimedi generali dettati in tema di inadempimento contrattuale (risoluzione del contratto, exceptio inadimpleti contractus ecc.) non sono utilizzabili nel diverso ambito dei contratti societari (per essere questi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12628 del 7 dicembre 1995
«Per il socio di una società in nome collettivo il pagamento pro quota delle rate di un mutuo contratto da quest'ultima è oggetto di una obbligazione che discende direttamente dallo status di partecipante all'organismo societario, che, se gli dà...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8695 del 9 agosto 1991
«Nel giudizio d'opposizione, avverso la delibera di una società in nome collettivo di esclusione del socio e di conseguenziale revoca dello stesso dalla carica di amministratore, è consentito il controllo sulla sussistenza o meno delle inadempienze...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6200 del 1 giugno 1991
«L'ipotesi di esclusione dalla società prevista dal secondo comma dell'art. 2286 c.c., per la sopravvenuta inidoneità del socio che ha conferito la propria opera a svolgerla, presuppone la presenza di cause oggettive che precludano in via...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8570 del 8 aprile 2009
«All'esclusione dell'accomandatario di società in accomandita semplice sono applicabili gli art. 2286 e 2287 c.c. disciplinanti le cause ed il procedimento di esclusione dei soci di società di persone, in virtù del rinvio contenuto negli artt. 2315...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 20255 del 19 settembre 2006
«In tema di società di persone, il ricorso all'autorità giudiziaria per ottenere una pronuncia di esclusione del socio è ammissibile, a norma dell'art. 2287, terzo comma, c.c., nel solo caso in cui la società sia composta soltanto da due soci,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16150 del 22 dicembre 2000
«L'annullamento della deliberazione di esclusione di un socio in esito ad opposizione proposta a norma dell'art. 2287, secondo comma c.c., opera ex tunc e comporta la reintegrazione del socio stesso nella sua posizione anteriore e nella pienezza...»