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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8529 del 22 febbraio 2017
«In tema di estradizione per l'estero, ai fini dell'accertamento della condizione ostativa prevista dall'art. 698, comma primo, cod. proc. pen., è onere dell'estradando allegare elementi e circostanze che la Corte di appello deve valutare, anche...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4457 del 30 gennaio 2017
«In tema di mandato di arresto europeo, il principio di specialità previsto dall'art. 32 della l. 22 aprile 2005, n. 69, non osta a che l'autorità giudiziaria italiana proceda nei confronti della persona consegnata per fatti anteriori e diversi da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 46542 del 4 novembre 2016
«La sentenza straniera non riconosciuta per gli effetti previsti dal cod. pen., ai sensi dell'art. 731 cod.proc.pen., acquisita, su accordo delle parti, al fascicolo del dibattimento può essere utilizzata per la deliberazione ai sensi dell'art. 526...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2622 del 11 febbraio 2004
«L'esistenza del suddetto vincolo va concretamente apprezzata dal giudice di merito con riguardo alla specificità dell'incarico conferito al lavoratore e al modo della sua attuazione, fermo restando che, in sede di legittimità, è censurabile...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 344 del 22 gennaio 1981
«La falsità di un assegno privo di alcuni elementi essenziali, quali l'indicazione del prenditore, la data e il luogo di emissione, purché munito della sottoscrizione del traente, integra la fattispecie criminosa di cui all'art. 491 c.p., e non già...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2295 del 14 marzo 1981
«Sussiste l'elemento materiale del reato di circonvenzione di incapace allorché il soggetto attivo approfitta dello stato di deficienza psichica del soggetto passivo per ottenere dallo stesso il consenso a un atto giuridico che in condizioni di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 420 del 14 marzo 1990
«La locuzione normativa «immediatamente prima», in particolare, non costituisce sostanziale immutazione rispetto a quella usata dall'art. 237 del vecchio c.p.p., rappresentando solo una puntualizzazione sulla connessione temporale tra il fatto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2296 del 11 settembre 1990
«Il contributo alla realizzazione collettiva del fatto criminoso, come previsto dall'art. 110 c.p., è concepito come una struttura unitaria, nella quale confluiscono tutti gli atti dei compartecipi, sicché questi sono al tempo stesso loro propri e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6788 del 10 maggio 1990
«Infatti, poiché l'art. 31, L. 10 ottobre 1986, n. 663 ha abrogato l'art. 204 c.p. (pericolosità sociale presunta), disponendo altresì che tutte le misure di sicurezza personali sono ordinate previo accostamento della pericolosità sociale...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7704 del 31 maggio 1990
«Risponde di concorso nel reato di sequestro di persona a scopo di estorsione, e non di favoreggiamento personale, chi si sia adoperato, si sia prestato ed abbia collaborato nella specie con la famiglia — ad una funzione essenziale in un sequestro...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 8051 del 1 giugno 1990
«Le ricette con cui un medico convenzionato con il Servizio sanitario nazionale prescrive un farmaco all'assistito non sono atti pubblici, ma hanno natura di certificato per la parte ricognitiva del diritto dell'assistito all'erogazione dei...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 612 del 12 marzo 1993
«Ne consegue che in relazione a fatti che, già integranti il reato di cui all'art. 650 c.p. e commessi prima della data di entrata in vigore del nuovo codice della strada, configurino dopo tale data l'illecito punito con sanzione amministrativa...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 705 del 12 maggio 1993
«In virtù dell'art. 445, primo comma, c.p.p. la sentenza emanata a seguito di patteggiamento può disporre la confisca solo nei casi previsti dall'art. 240, secondo comma, c.p. e dalle norme che facciano espresso riferimento al predetto rito...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 714 del 26 gennaio 1993
«Non sono, invece, configurabili tra pubblici ministeri, i cui contrasti sono regolati dagli artt. 54 ss. c.p.p., né tra pubblico ministero e giudice, data la qualità di parte, sia pure pubblica, che il pubblico ministero ha nel contesto del nuovo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1218 del 21 aprile 1993
«L'isolamento diurno previsto dall'art. 72 c.p. costituisce una sanzione penale per i delitti concorrenti con quelli puniti con l'ergastolo, posto che esso afferisce alla genesi del rapporto esecutivo. Ne deriva che, ricorrendo l'unicità del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1308 del 2 luglio 1993
«Il principio, formatosi sotto il vigore dell'art. 587 dell'abrogato codice di rito, secondo il quale il pubblico ministero può, di sua iniziativa, dare attuazione alla pena accessoria, presupposta dalla condanna giudiziale, non trova conferma nel...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2088 del 25 gennaio 1993
«Nel procedimento pretorile, se l'opponente al decreto penale ha chiesto il giudizio abbreviato ma non ha provveduto a notificare al P.M. ex art. 464 c.p.p., il decreto del pretore che fissa un termine entro il quale il P.M. stesso deve esprimere...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2372 del 27 settembre 1993
«La perdita di efficacia della misura cautelare disposta da giudice incompetente e la necessità dell'emissione di una nuova misura ex art. 292 c.p.p. derivano non già dall'identità fra giudice che ha emesso la misura e giudice che si dichiara...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4331 del 3 febbraio 1993
«Ciò sia perché l'illegittimità non si riflette sul potere-dovere di proseguire le indagini da parte del pubblico ministero (vitiatur, sed non vitiat) sia perché l'inammissibilità del ricorso per cassazione a causa dell'inoppugnabilità, sotto ogni...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4804 del 8 gennaio 1993
«In tema di associazione per delinquere, la permanenza nel reato non è interrotta dallo stato di detenzione, tranne che sia raggiunta la prova dell'estromissione della persona dall'associazione criminosa o il suo recesso da questa. Diversamente è a...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10603 del 22 novembre 1993
«In tema di instaurazione del giudizio direttissimo, l'art. 450, comma quarto c.p.p., dispone che il fascicolo da trasmettere al giudice competente è quello previsto dall'art. 431, il quale, nell'elencazione degli atti che debbono essere raccolti,...»
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Cassazione penale, Sez. I, ordinanza n. 195 del 22 febbraio 1994
«Gli artt. 250 e 252 c.p.p., che disciplinano le perquisizioni locali ed il sequestro conseguente a perquisizione, devono essere interpretati in relazione alla disposizione generale di cui all'art. 247, primo comma dello stesso codice, che regola...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 576 del 29 marzo 1994
«Pur non costituendo il sequestro probatorio una misura cautelare, è applicabile in via analogica al procedimento per la restituzione delle cose sequestrate l'art. 559 c.p.p. in tema di atti urgenti; pertanto, nel giudizio pretorile, sulla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2111 del 22 agosto 1994
«La mancata specifica indicazione nel provvedimento, che dispone una misura a tempo predefinito per cautele istruttorie, del termine di durata non ne comporta la nullità se la durata medesima possa, comunque, essere desunta dal testo del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2128 del 8 giugno 1994
«Invero con il procedimento incidentale in materia cautelare non può porsi in discussione una questione che, pur attenendo anche alla legittimità della misura cautelare, sia stata, per la sua confluenza nel giudizio di merito, già decisa dal...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2555 del 26 febbraio 1994
«Il concetto di irripetibilità si riferisce infatti all'impossibilità di attuare in sede dibattimentale quello stesso atto che la polizia giudiziaria ha a suo tempo compiuto. (Nella specie l'ispezione dei luoghi, atto previsto dagli artt. 244 e 246...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2604 del 22 agosto 1994
«In tema di avvisi al difensore, nei casi in cui, ricorrendo una situazione di urgenza, la legge in luogo di prevedere la notifica dell'avviso, si limiti a stabilire che lo stesso deve essere dato al difensore, deve ritenersi sufficiente il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3706 del 6 maggio 1994
«Dette valutazioni non sono, al contrario, richieste per il «corpo del reato», individuato dal legislatore, nel secondo comma dell'art. 253 c.p.p., né «le cose sulle quali o mediante le quali il reato è stato commesso» e né «le cose che ne...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4831 del 28 aprile 1994
«Chi riferisca notizie in merito ad indagini giudiziarie sul conto di altro soggetto, apprese durante rapporti sessuali con una funzionaria della procura della Repubblica, risponde di concorso nel reato di cui all'art. 326 c.p., sussistendo un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5596 del 4 febbraio 1994
«In materia di fermo, la condizione del pericolo di fuga, richiesta in via generale dall'art. 384 c.p.p., deve sussistere anche quando si tratti di minori, nulla rilevando che di essa non si faccia specifica menzione nell'art. 17 del D.P.R. 22...»