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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4111 del 31 marzo 1999
«In ipotesi di diniego del giudizio abbreviato, la richiesta di applicazione della diminuente di cui all'art. 442 c.p.p. può essere formulata per la prima volta anche nel giudizio di appello, giacché una volta che il processo ha irreversibilmente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 20944 del 23 marzo 2001
«Analogamente a quanto accade per la definizione di procedimento mediante sentenza di patteggiamento ai sensi dell'art. 444 c.p.p., anche nel giudizio d'appello definito ai sensi dell'art. 599, comma 4, c.p.p., nel quale le parti abbiano dichiarato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4945 del 31 gennaio 2000
«In tema di patteggiamento in appello, poiché la legittima difesa non rientra tra le cause generali di non punibilità, essa è da considerarsi oggetto di rinuncia nel momento in cui viene concordata la pena. La sua sussistenza, pertanto, non può...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3088 del 25 gennaio 2006
«Spetta al giudice delle indagini preliminari decidere sulla domanda di patteggiamento presentata dall'imputato, anche se ha già dato il via libera al giudizio immediato. Il ricorso a quest'ultimo rito alternativo non fa spostare la “pratica” al...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 20 del 3 dicembre 1999
«Con la sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, che è decisione equiparata ad una sentenza di condanna, il giudice è tenuto a dichiarare, ai sensi del primo comma dell'art. 537 c.p.p., l'accertata falsità di atti o di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6548 del 21 gennaio 1998
«La richiesta di applicazione di pena e l'adesione alla pena proposta dall'altra parte esonerano l'accusa dall'onere della prova degli elementi addotti contro l'imputato, e comportano che la sentenza sia sufficientemente motivata con una succinta...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2324 del 20 settembre 1999
«Il rifiuto di applicazione della pena concordata fra le parti da parte del giudice a motivo dell'incongruità della pena, di per sè legittimo, non può determinare automaticamente l'inammissibilità dell'opposizione e l'esecutività del decreto penale...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 38854 del 30 ottobre 2001
«In tema di applicazione della pena su richiesta, qualora sussistano indicazioni non univoche circa la qualificazione giuridica dei fatti oggetto dell'accordo fra le parti, il giudice è tenuto a fornire sul punto una espressa motivazione e, nel...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 40288 del 7 novembre 2011
«È ricorribile per cassazione la sentenza di patteggiamento nella parte relativa alla condanna alla rifusione delle spese di parte civile, in particolare per quanto attiene alla legalità della somma liquidata e alla esistenza di una corretta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5280 del 23 aprile 1999
«In tema di impugnazione, poiché il gravame è ammissibile indipendentemente dalla qualifica che allo stesso ha dato la parte, se l'impugnazione è stata proposta ad un giudice incompetente, questi è tenuto a trasmettere gli atti al giudice...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4513 del 26 gennaio 1993
«Proposta impugnazione (peraltro in termini generici e priva di qualificazione) avverso sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, il giudice di appello investito di essa non può dichiararla inammissibile, ma, qualificatala come...»
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Cassazione penale, Sez. III, ordinanza n. 2000 del 6 giugno 1996
«A seguito della dichiarazione di parziale illegittimità dell'art. 444, comma 2, c.p.p., il giudice con la decisione con la quale applica la pena, «condanna» l'imputato al rimborso delle spese in favore della parte civile che sia eventualmente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1549 del 28 aprile 1995
«La richiesta di applicazione di pena o l'adesione alla pena proposta dall'altra parte integrano un negozio di natura processuale che, una volta perfezionato con la ratifica del giudice che ne ha accertato la correttezza, non è revocabile...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7483 del 24 giugno 1998
«In tema di rivelazione ed utilizzazione di segreti d'ufficio da parte degli impiegati dello Stato, il contenuto dell'obbligo la cui violazione è sanzionata dall'art. 326 c.p., deve essere desunto dal nuovo testo dell'art. 15 del D.P.R. 10 gennaio...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 699 del 20 maggio 1997
«In tema di patteggiamento, la sentenza con la quale il giudice, ai sensi dell'art. 448, primo comma, seconda parte, c.p.p., applica all'imputato la pena da lui richiesta, a seguito di dibattimento per il dissenso del pubblico ministero, non può...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 878 del 3 ottobre 1992
«Il rifiuto del pubblico ministero di aderire ad una proposta di patteggiamento non è in alcun caso censurabile quando detta proposta non sia stata portata a conoscenza del giudice sì da mettere quest'ultimo in condizione di valutare, all'esito del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2417 del 22 agosto 1994
«La richiesta di applicazione di pena e l'adesione alla pena proposta dall'altra parte integrano un negozio di natura processuale che, una volta perfezionato con la ratifica del giudice che ne ha accertato la correttezza, non è revocabile...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11981 del 22 marzo 2007
«La richiesta di «patteggiamento» può essere proposta, oltre che dall'imputato personalmente, anche a mezzo di procuratore speciale; pertanto essa può essere presentata dal difensore soltanto se vi è abilitato a mezzo di procura speciale (articolo...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 20600 del 1 ottobre 2007
«Ai sensi dell'art. 39, comma secondo, c.p.c., la continenza di cause ricorre non solo quando due cause siano caratterizzate da identità di soggetti (identità non esclusa, peraltro, dalla circostanza che in uno dei due giudizi sia presente anche un...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 36084 del 6 ottobre 2005
«In tema di conversione del ricorso per cassazione in appello, il presupposto della conversione è costituito dalla pertinenza dei due mezzi di impugnazione alla «stessa sentenza», da intendersi come unica statuizione del giudice, della stessa...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10461 del 1 settembre 1999
«In tema di patteggiamento, poiché il giudice è tenuto a delibare la correttezza del computo svolto dal richiedente (computo che include anche la determinazione della diminuzione conseguente al rito), lo stesso, nell'applicare la pena concordata,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8419 del 28 luglio 1992
«L'irrituale instaurazione del giudizio direttissimo di per sé («da sola») comporta non una nullità di origine generale ma soltanto una irregolarità, che viene eliminata a norma dell'art. 452, primo comma, c.p.p., secondo il quale «se il giudizio...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10569 del 3 novembre 1992
«La richiesta di giudizio abbreviato, nel caso previsto dall'art. 452 comma secondo c.p.p., deve essere proposta prima dell'apertura del dibattimento. Essa è pertanto da considerare tardiva e, quindi, inammissibile, quando sia stata proposta dopo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 883 del 17 aprile 1996
«È inammissibile il ricorso per cassazione avverso il decreto del Gip che abbia rigettato la richiesta di giudizio immediato proposta da un solo coimputato in base all'esigenza di contemporanea valutazione dei fatti contestati anche agli altri...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 29115 del 19 luglio 2007
«Nel caso di innesto di riti alternativi nel giudizio immediato, il Gup può rigettare la richiesta senza fissare l'udienza prevista dall'art. 458, comma 2, c.p.p. ogni qual volta la ritenga infondata, in quanto non risulta in alcun modo lesa la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 19312 del 24 aprile 2003
«Nel procedimento per decreto penale, l'interesse all'impugnazione si atteggia come interesse all'instaurazione di un giudizio e non necessariamente all'emissione di un provvedimento più favorevole, non operando il divieto di reformatio in peius,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9914 del 4 marzo 2003
«L'opposizione a decreto penale di condanna può essere proposta oltre che nella cancelleria del Gip che ha emesso il decreto anche in quella dell'ufficio giudiziario in cui si trovano la parte o il suo difensore, atteso che con il termine opponente...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 34431 del 22 settembre 2001
«Il pagamento della pena pecuniaria inflitta con decreto penale di condanna non costituisce rinuncia alla opposizione, atteso che, stante la inquadrabilità della opposizione nel sistema delle impugnazioni, la rinuncia deve essere proposta con atto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2029 del 26 agosto 1999
«L'opposizione a decreto penale di condanna è una impugnazione alla quale sono applicabili le relative regole generali: conseguentemente, se l'opposizione è proposta a mezzo telegramma, la sottoscrizione deve essere autenticata ai sensi dell'art....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1623 del 19 giugno 1995
«L'art. 96 c.p.p. non richiede l'autenticazione della sottoscrizione della dichiarazione di nomina del difensore di fiducia, neanche se l'atto viene trasmesso con raccomandata. Tale regola, che ha portata generale, non è derogata dall'art. 461,...»