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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4350 del 9 maggio 1996
«In tema di amministrazione controllata, l'art. 189, comma 3, L. fall., ai fini delle maggioranze previste per l'approvazione della proposta di ammissione alla procedura, esclude dal calcolo della totalità dei creditori aventi diritto al voto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4407 del 2 luglio 1988
«Il compimento, da parte dell'imprenditore ammesso all'amministrazione controllata, di un atto non autorizzato dal giudice delegato comporta la revoca della procedura e la dichiarazione del fallimento, ai sensi degli artt. 173 e 188 del R.D. 16...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6076 del 20 maggio 1992
«Il decreto di ammissione alla procedura di amministrazione controllata integra un provvedimento giurisdizionale con contenuto decisorio su diritti soggettivi, sia dell'imprenditore che dei creditori e con carattere di definitività, così da...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5593 del 25 giugno 1987
«È nulla, per violazione dei precetti costituzionali e delle norme ordinarie che tutelano il diritto alla difesa e al contraddittorio, la dichiarazione di fallimento emessa, a norma dell'art. 192 della legge fallimentare, dal tribunale fallimentare...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3536 del 27 aprile 1990
«Contro il decreto del tribunale dichiarativo dell'inammissibilità della proposta di concordato preventivo, tanto nell'ipotesi prevista dall'art. 162 l. fall., quanto in quella prevista dall'art. 192, terzo comma, stessa legge, non è proponibile...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 6178 del 9 dicembre 1985
«Qualora il tribunale, in relazione ad istanza di dichiarazione dello stato d'insolvenza a carico d'imprenditore che si assuma soggetto a liquidazione coatta amministrativa, convochi detto imprenditore in Camera di Consiglio, a norma dell'art. 195...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11848 del 30 ottobre 1992
«Con riguardo alla posizione delle imprese escluse dal fallimento perché soggette al regime della liquidazione coatta amministrativa, spetta alla giurisdizione amministrativa la tutela rispetto sia al decreto ministeriale che ordina la liquidazione...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 12248 del 19 agosto 2002
«La questione relativa all'assoggettabilità o meno al fallimento di un imprenditore attiene al merito e non alla giurisdizione, non potendo essa implicare un ipotetico difetto di giurisdizione del tribunale fallimentare adito nemmeno nel caso in...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8363 del 17 agosto 1990
«In relazione ad istanza di fallimento di una società cooperativa, le questioni inerenti all'esercizio da parte della medesima di attività commerciale, con il conseguenziale assoggettamento a tale procedura anziché a liquidazione coatta...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5396 del 6 ottobre 1988
«Qualora una pluralità di creditori abbiano domandato il fallimento di una società assoggettata a liquidazione coatta amministrativa, e le Sezioni unite della Suprema Corte, in sede di regolamento preventivo proposto in relazione all'istanza di uno...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15058 del 25 ottobre 2002
«La dichiarazione di incostituzionalità dell'art. 59 della legge fallimentare, nella parte in cui non prevede la rivalutazione dei crediti di lavoro con riguardo al periodo successivo alla dichiarazione di fallimento e fino al momento in cui lo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6529 del 19 maggio 2000
«L'articolo 201 l. fall. estende alla liquidazione coatta amministrativa, oltre alle norme relative agli effetti sui rapporti giuridici preesistenti ed alla revocatoria ordinaria, quelle riguardanti gli effetti del fallimento per i creditori (tra...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11085 del 10 ottobre 1992
«Il commissario liquidatore di un'impresa posta in liquidazione coatta amministrativa, che chieda la dichiarazione dello stato di insolvenza dell'impresa (artt. 195, 202 della legge fallimentare), non ha bisogno del ministero di un difensore,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 577 del 1 marzo 1974
«La relazione del commissario liquidatore di una società cooperativa, così come quella del curatore del fallimento, ha valore meramente presuntivo e indiziario in ordine alla veridicità dei fatti appresi nell'esplicazione dei suoi compiti e in essa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7878 del 5 aprile 2006
«La conversione di una procedura concorsuale in un'altra, pur implicando che la procedura debba proseguire secondo le regole di quella in cui si è mutata, non equivale ad una revoca della precedente in coerenza con l'esigenza di conservazione degli...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17526 del 19 novembre 2003
«L'ammissione di crediti con riserva, pur configurabile in via di principio anche nello stato passivo della liquidazione coatta amministrativa, è consentita solo entro i medesimi limiti operanti nella formazione dello stato passivo del fallimento;...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 44103 del 29 novembre 2011
«In tema di reati fallimentari, la mancata estensione della dichiarazione di fallimento non preclude, di per sé, la responsabilità del socio accomandante che abbia violato il divieto di immissione nell'attività amministrativa, a titolo di concorso...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 36088 del 31 ottobre 2006
«In tema di reati fallimentari, la dichiarazione di fallimento non costituisce l'evento del reato di bancarotta, con la conseguenza che è del tutto irrilevante il nesso eziologico tra la condotta realizzatasi con l'attuazione di un atto dispositivo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41499 del 11 dicembre 2002
«In tema di successione di leggi penali nel tempo, ai fini dell'applicabilità dell'art. 2, comma 2, c.p., sono norme extrapenali integratrici solo quelle che determinano, o concorrono a determinare, il contenuto del precetto penale. Tali non sono,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4859 del 17 gennaio 1995
«La dichiarazione di fallimento è un elemento costitutivo del reato di bancarotta e non una condizione oggettiva di punibilità, di guisa che tale reato si concretizza in tutti i suoi elementi costitutivi solo nel caso in cui il soggetto, che abbia...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 24231 del 4 giugno 2003
«Ai fini del reato di cui all'art. 217 comma primo n. 2 l. fall., operazioni di grave imprudenza sono quelle caratterizzate da alto grado di rischio, prive di serie e ragionevoli prospettive di successo economico, le quali, avuto riguardo alla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13318 del 21 marzo 2013
«Nel reato di bancarotta semplice per mancata tempestiva richiesta di fallimento, oggetto di punizione è l'aggravamento del dissesto dipendente dal semplice ritardo nell'instaurare la concorsualità, non essendo richiesti ulteriori comportamenti...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4015 del 1 febbraio 2006
«Ai fini della configurabilità del reato di bancarotta semplice per inadempimento degli obblighi assunti in un precedente concordato (art. 217, primo comma, n. 5 legge fall.) viene in rilievo il concordato relativo ad una precedente e distinta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8932 del 8 agosto 2000
«In tema di bancarotta semplice documentale, la mancanza di specifica ed esplicita indicazione, nel capo di imputazione, delle scritture, non tenute o non regolarmente tenute, non comporta alcuna genericità dello stesso, dal momento che le...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5404 del 12 giugno 1984
«Il giudice penale non può, in contrasto con quanto definitivamente accertato in sede civile, qualificare l'imputato piccolo imprenditore commerciale e ritenerlo, in quanto tale, non soggetto all'obbligo della tenuta delle scritture contabili. Ciò...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 23796 del 24 maggio 2004
«La differenza tra la ipotesi di bancarotta post-fallimentare disciplinata dall'art. 216 comma secondo legge n. 267 del 1942 e quella di ricorso abusivo al credito prevista dall'art. 218 della stessa legge sta nel fatto che con il primo reato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1762 del 14 gennaio 2008
«In tema di bancarotta fraudolenta, vi è il divieto di un nuovo giudizio (art. 649 c.p.p.) per una ulteriore ipotesi di distrazione di danaro, sul presupposto che il pur distinto fatto distrattivo contestato sia assorbito nel disvalore dell'unico...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3619 del 31 gennaio 2007
«In tema di pluralità di fatti di bancarotta (artt. 216, 217 e 224 L. fall.), la commissione, nel contesto di un unico fallimento, di più fatti di bancarotta fraudolenta e semplice, previsti e sanzionati rispettivamente dagli articoli 216 e 217 L....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32254 del 31 luglio 2003
«In tema di reati fallimentari, diversi episodi di bancarotta nell'ambito dello stesso fallimento ben possono atteggiarsi quali segmenti di un più ampio comportamento distrattivo in un'articolata condotta criminosa, come previsto quoad poenam...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10423 del 2 ottobre 2000
«La pluralità di atti di bancarotta è considerata, ai sensi dell'art. 219, comma 2, n. 1, L. fall., come semplice circostanza aggravante del reato (assoggettata all'ordinario giudizio di comparazione tra aggravanti ed attenuanti) solo all'interno...»